Il periodo storico che va dall’ultimo ventennio del 900 ad oggi, e anche oltre, verrà ricordato come l’epoca d’oro della tecnologia. Nessun altro periodo della storia è paragonabile a questo mezzo secolo caratterizzato da innovazioni tecnologiche che si sono succedute e sviluppate ad un ritmo pazzesco; basti pensare a come nell’arco di 15 anni si è rivoluzionato il mondo dei telefoni, dai primi cellulari ai moderni Smartphone, congegni che hanno trasceso il concetto stesso di telefono per divenire delle vere e proprie finestre sul mondo.
Ognuno di noi possiede nella sua tasca, o nel palmo della mano, la possibilità di accesso ad una quantità di informazioni illimitate da poter consultare in pochi centesimi di secondo con un semplice click, e a sottolineare l’importanza e la grandezza di questo aspetto ci ha pensato una dichiarazione di un'agenzia di ricerca la quale disse che grazie agli Smartphone, e al mondo che li circondano, un uomo è in grado, in un solo giorno, di apprendere un tale numero di notizie e conoscenza che nel medio evo sarebbe stato possibile apprendere solo nel corso di una intera vita.

Un potere mostruoso di cui ne abbiamo una prova tangibile nell’apprendimento quotidiano di notizie, sportive, politiche o economiche che esse siano, con un semplice click possiamo sapere e conoscere tutto ciò che vogliamo di qualunque ambito della conoscenza. Potere che non è rimasto oscuro ai più importanti club o individui del mondo, così, dopo la rivoluzione tecnologica che ancora ci riguarda e ancora tanto ha da dire, questo particolare momento storico sarà ricordato come l’inizio della “rivoluzione social”. Facebook, Instagram e Twitter, solo per citare i più famosi, piattaforme che da semplici siti di socializzazione sono diventate vere e proprie piattaforme di divulgazione di massa, e che hanno visto sempre di più l’attenzione di importanti capitali accentrarsi su di loro attirati dall’incredibile e spaventoso potere mediatico che potevano conferire. Seguire la propria squadra o i propri campioni non è mai stato facile come oggi, tra tutte le varie piattaforme che in questo periodo stanno proliferando si potrebbe seguire senza sosta tutto ciò che vogliamo, anche grazie a sofisticati algoritmi, appositamente studiati, per farci apparire sulla home della nostra pagina social le notizie che più preferiamo.

Belli erano i tempi in cui le trattative di calciomercato erano una cosa marginale nella vita di una società calcistica, con la possibilità di acquistare solo due calciatori stranieri, e le trattative che assumevano quasi sempre la veste di patti tra gentiluomini.
Il calcio, investito anch'esso dalle rivoluzioni che caratterizzano la nostra epoca, ha iniziato ad evolversi, accrescendo, grazie ai nuovi mezzi mediatici, il numero dei propri tifosi  e andando ad assumere proporzioni che, per i maggiori club, potremmo definire riduttivamente internazionali ma realisticamente planetarie.
Pensate al Barcellona, squadra regina dei social conosciuta in tutto il mondo. Credere, tuttavia, che la potenza mediatica sia una scoperta recente dovuta soprattutto a social e tecnologia sarebbe un gravissimo errore, poiché già dai tempi antichi si conosceva la reale forza di questo mezzo, come i romani che immortalavano negli archi di trionfo le gesta delle grandi vittorie belliche romane, e che permettevano al popolo di conoscerle accrescendone la fama. 

Ma i club non sono stati gli unici a beneficiare di questa grande e rapida innovazione, in quanto, accanto alla loro ascesa si è assistito a quella di altri giganti come Cristiano Ronaldo, Messi o Neymar, giocatori che da soli possono vantare centinaia di milioni di follower, fattore di cui se ne sono avvantaggiati anche i loro procuratori, alcuni dei quali sono diventati dei veri e propri mostri sacri, come Mendes e Raiola. Il Mondo del pallone ha perso ormai la sua semplicità da tempo, venendo ammantato da un alone di miticità poiché tutto ciò che c’è dietro a trattative investimenti, di cui noi vediamo e perlopiù conosciamo solo pochi aspetti rilevanti può essere paragonato più ad una mitica terra, lontana ed inaccessibile all’uomo, dove ogni estate Dei e Titani si danno battaglia, ognuno nel tentativo di prevalere sull’altro.

Ruolo principale lo ricoprono le società che da anni si danno battaglia sui social per vedere aumentare i loro follower e, di conseguenza, i loro introiti.
Capiamo bene, alla luce di questi fatti, che l’acquisto di un giocatore non è più fatto solo in virtù del tasso tecnico e della sua importanza nel gioco della squadra, anzi in alcuni casi sono aspetti che vengono quasi tralasciati. Acquistare un calciatore vuol dire soprattutto garantirsi il suo seguito di follower che, per i top player, è nell’ordine dei milioni pensate al recente effetto Ronaldo, che analizzeremo in seguito.

Ma le società mirano ad espandersi sempre di più, concentrandosi anche su lidi ancora inesplorati dove il calcio è ben lontano dai livelli europei; sebbene gli aspetti di questo fattore fossero presenti anche prima ora hanno assunto proporzioni di tutt’altra dimensione. Come moderni colonizzatori, muovendosi sulla carta geografica del calcio, assistiamo al proliferare di scuole calcio targate Barcellona, Inter, Milan e di altri Top Club europei, in paesi come la Cina, l’America e l’Africa, continenti dove il calcio è ancora indietro di molti decenni. L’obiettivo è quello di formare nuovi calciatori nella speranza di trovare "IL" calciatore che avvicini quella nazione alla tua squadra, l’ultimo grande giocatore rappresentativo fu Nakata, che avvicinò molti giapponesi alla Serie A.

La storia ci insegna bene che niente ha mosso l’interesse dei grandi imperi occidentali, dalla Macedonia a Roma, dagli Spagnoli che nel tentativo di trovare una via più corta per le Indie trovarono l’America all’impero Britannico, dell’oriente. L’oriente con le sue immense ricchezze ha sempre solleticato la fantasia dei potenti, spingendoli a lunghe campagne per poter godere dei tesori che li si trovavano. I secoli sono passati, gli imperi succeduti ma l'interesse degli europei non è cambiato, poiché è proprio in oriente che si sta combattendo la più grande battaglia di calciomercato ed economica del mondo del calcio. Pensate cosa può voler dire essere la società che da ad un gigante come la Cina il proprio eroe calcistico nazionale, una nazione che conta più di un miliardo di cittadini e di tifosi pronti a riversare miliardi nelle casse del club che darà ai tifosi il proprio eroe.

Quando parliamo di affari poche cose sono lasciate al caso; non è un caso che ci sia stato questo avvicinamento del calcio alla Cina, con ricchi magnati cinesi che hanno acquistato importanti club e molti calciatori famosi trasferitisi a giocare nel ricchissimo campionato cinese.

La guerra tra gli dei del calcio è iniziata, sarà spietata e destinata a segnare la vita della società vincitrice, poiché in palio c’è la conquista dell’impero del Drago e dell'immenso tesoro che custodisce.