Ho sempre tifato Inter, da piccolo mio padre anch'esso interista mi regalò una maglietta di lana a strice nerazzurre e da allora fu amore cieco.

La stagione 88/89 me la ricordo bene, l'anno dei record, il mio primo scudetto vissuto in modo pieno; quando lo vinse Bersellini ero troppo piccolo e dei vari Bordon, Pasinato, Muraro ho un ricordo sbiadito....ma dell'anno dei record no!
Quello è impresso a fuoco dentro di me. Lo vissi con passione, attaccatto all'autoradio dell'auto di mio padre quando la domenica si faceva qualche gita fuoriporta. Non sembrava reale, l'Inter macinava record e vittorie con una squadra da sogno e un allenatore il Trap semplicemente unico.
Ciò che però di quell'annata mi è rimasto più impresso fu un giorno che mio padre mi regalò una visita inaspettata ad Appiano Gentile alla Pinetina il luogo storico dove l'Inter si allenava.
Quando mio padre me lo comunicò restai impietrito dall'emozione. In quegli anni visitare la Pinetina non era una cosa normale ma soprattutto si aveva la possibilità di entrare a diretto contatto con i giocatori.
Oggi se ti rechi ad Appiano sei costretto a rimanere fuori dai cancelli ma allora no... allora esisteva il calcio romantico. Il calcio che ho amato di più.
Ho un ricordo molto lucido di quel giorno. Aspettammo fuori dai cancelli l'arrivo dei giocatori e con il cuore a 1000 riuscii a scattare delle foto con i miei idoli di allora, i tedeschi Matthaeus e Brehme. Di quelle foto feci delle stampe 50x70 e le appesi nella mia cameretta e ancora oggi a 48 anni sposato e con 3 figli quando torno a casa dei miei genitori apro la porta della mia camera per dare un'occhiata a quei ricordi.

Ricordo l'emozione forte di quei momenti vissuti a fianco dei miei idoli, si era talmente vicino a questi atleti che dopo il loro arrivo ci diedero il permesso di entrare nell'aerea bar della Pinetina....trovarli tutti lì a prendere un caffè come "persone normali" con cui poter scambiare due parole fu esaltante e mi fece capire l'umanità di molti di loro.
Scattai foto con il grande Zenga, con Ramon Diaz, con il capocannoniere Aldo Serena....mi ricordo molto bene Alessandro Bianchi un giocatore favoloso.

Passammo una giornata a riempirci gli occhi di tutto quello che era attorno a noi, assistemmo agli allenamenti, mio padre passò ore ad osservare le foto della grande inter e di Moratti padre...e gli si inumidirono gli occhi più volte.
Tornammo a casa e per mesi il mio unico discorso con gli amici fu quello. Erano gli anni delle figurine, di 90° minuto, delle radio portate a mano mentre si passeggiava..erano anni dolci seppur poveri.
Oggi mio padre non c'è più e questa giornata che passai con lui, uniti da un'unica passione, immersi in un calcio umano, romantico e alla portata di tutti mi aiuta a ricordarlo e farlo sentire ancora qui.

Forza Inter sempre