Una piantina dell'Italia diffusa sul Piccolo di Trieste nella quale si mostra come in particolar modo l'estremismo nazifascista sia diffuso in Italia dovrebbe mettere i brividi. Si parla di 19 gruppi ultrà nel nord Italia a fronte di due di estrema sinistra, 16 nel centro Italia, 15 quelli di estrema sinistra, 6 nel sud Italia contro tre di estrema sinistra. 

Come è noto è l'ideologia nazifascista ad essere un reato in Italia, non quella di estrema sinistra, salvo che ovviamente non sfoci in violenza. Nella nostra Costituzione si vieta l'ideologia nazifascista, le leggi vietano l'ideologia nazifascista, quella che però negli stadi continua ad essere spesso diffusa in tante curve. Da cori, a striscioni, a bandiere, a identità.
Ci ha pensato Facebook a dare una lezione all'Italia eliminando ogni spazio di agibilità democratica sulla propria piattaforma a chi con la democrazia non c'entra nulla, d'altronde che il fascismo possa essere democratico è come dire che i pinguini possano trovarsi bene nel deserto. 
Una quarantina di curve degli stadi italiani vedono la presenza di gruppi organizzati d'ispirazione nazifascista. Una vergogna inaudita a cui si deve dire basta una volta per tutte. E non è un caso che spesso il connubio nazifascismo e crimine organizzato vanno di pari passo come le recenti inchieste hanno dimostrato. Si completano reciprocamente.

Il calcio italiano non deve essere ostaggio di criminali e nazifascisti. Questa storia deve finire. 
Le società devono trovare la forza di denunciare, come ha fatto ora la Juve, di prendere posizioni di fermezza quando si verificano cori razzisti, come ha fatto il Cagliari Calcio allontanando dagli stadi, come succede in Premier, con una sorta di DASPO societario, chi si rende responsabile di ciò. Perchè se il segnale viene dalla società è ancora più forte e impattante. Società che non possono essere lasciate da sole, serve un coordinamento, serve una Lega forte e dal pugno duro. 

Servono fatti non solo proclami.