E' chiaro che il calcio italiano, data l'eliminazione di tutte le squadre italiane dalla Champions League, sia in declino.
Certo: ancora manca il verdetto di Milan e Roma, ma a me sembra evidente che tale declino sia nel pieno del suo essere. 
Ma cosa possiamo fare? Ecco ciò che penso io!

1. Abbassare l'età media - La riforma voluta da Tavecchio nel 2014 certamente ha portato un po' di vento fresco nel nostro campionato, e comunque credo che siano utili una decina di anni prima di vedere buoni risultati. Quello che credo, è che sia necessario imporre ancora di più la gioventù nelle rose.  Credo che possa essere di grande aiuto, in ottica futura, imporre regole sulle età dei calciatori in rosa.
Lo sappiamo: in Italia, spesso, si pensa prima a fatturare e poi a gestire il futuro, trascurandolo. 
La triste verità è che i giovani, in Italia, sono costretti per la maggior parte a "vivere" in campionati minori che non permettono di fare esperienza sui grandi palcoscenici; e anche quando arrivano in serie A, non trovano spazio senza disputare la gran parte delle partite o, se davvero fenomeni già affermati, devono lottare come dannati per ritagliarsi 15 minuti nelle partite dai grandi palcoscenici. E sia chiaro, se vogliono averne altri 15 nella partita dopo, devono "spaccare tutto" subito.

2. Lode alla Nazionale, continuiamo cosi! Ben venga la Nazionale manciniana: poco meno di 26 anni l'età media, dopo 30 anni dall'ultima volta. Lode a Mancini e al suo gruppo, lode alla Nazionale italiana. Ma per mantenere questa freschezza, i giovani devono giocare nelle rispettive squadre. E i giovani BISOGNA farli giocare.

3. Sfruttare bene il decreto crescita - Il decreto crescita sta "aiutando" le società italiane a comprare dall'estero. Pefetto? NO. Perchè dal decreto in Italia sono arrivati: al Milan Ibrahimovic, alla Juventus De Ligt e Ramsey, all'Inter Lukaku, Sanchez,  alla Roma Mkhytarian e Pedro, alla Fiorentina Ribery (fonte Calciomercato.com), al Cagliari Godin e Rugani. E chi più ne ha più ne metta. Il punto è: qual è l'età media di questi giocatori? A occhio e croce direi oltre i 28/30 anni se togliamo De Ligt. Perciò dico: che senso ha NON sfruttare una legge che salva i conti e che potenzialmente può garantire un futuro florido? Ripeto: in Italia, spesso, si pensa prima a fatturare e poi a gestire il futuro, trascurandolo. E si vogliono subito i risultati. Per questo le squadre italiane hanno puntato sull'usato sicuro.

4. Imporre il minutaggio dei giovani - Tra i miei ragionamenti nei momenti di pausa dallo studio, pensavo: perchè non imporre alle squadre italiane di avere in rosa 8/10 giocatori under 23, ma imporre anche un minutaggio pari al 30-40-50% a questi giovani? Perchè non imporre alle società italiane di investire nel loro futuro? Questo ruolo è rimandato alla Figc, dove si spera che già stiano pensando a qualcosa del genere.

5. Cambiare mentalità - Bisogna invertire la rotta, puntare al futuro puntando sui giovani. Bisogna farli giocare. Prendo in esempio Fagioli: hanno decantato tutti le sue qualità fin dal 2016 (mi pare) quando Allegri lo prtò con sè nella Tournè estiva negli USA. Ok, ma perchè non ha mai giocato? O meglio, perchè non lo abbiamo mai visto giocare per due o tre partite di fila almeno una mezz'ora? Tra l'altro: in quei pochi minuti giocati con Pirlo (lode a lui che comunque l'ha lanciato) non ha di certo sfigurato!

6. Il tifoso (e il presidente) deve avere pazienza - Come già detto, in Italia vogliamo i risultati subito. E se non si ottengono si viene buttati fuori dal presidente (quasi comiche le gestioni di Preziosi e Zamparini) o dalla propria tifoseria. Come un buon azionista, il calcio italiano e ogni suo tifoso deve avere pazienza: i buoni risultati arrivano in futuro, ma mai troppo tardi.

Conclusione - Auguri agli allenatori delle squadre italiane, che tengano duro e credano nei giovani delle loro primavere. Si diano da fare, invece, i reclutatori delle società e le loro amministrazioni per portare nuovi e giovani volti in Serie A. 
E che la Figc smuova le acque in questo senso.