L'aria che tira nel calcio italiano è pesante.
La Roma è sotto bufera, "il caso De Rossi", "le presunte influenze dei Senatori", "l'ombra di Baldini", "l'assenza di Pallotta".

Il Milan non riesce a vedere la luce, dopo le dimissioni di Leonardo e Gattuso, forse si dimette anche Maldini. Il Fondo Elliot dà pieni poteri ad un amministratore delegato che in 10 anni di Arsenal non ha mai vinto un campionato. La politica proposta a medio-breve termine, puntando sui giovani, non convince.

Ed ecco che ci tocca rimpiangere le Sette Sorelle, che guarda caso avevano tutte la proprietà italiana. Certo, sappiamo benissimo che fine hanno fatto i Tanzi, i Cragnotti, i Cecchi Gori, ma la loro caduta deriva da errori e truffe economiche che riguardavano le loro aziende e non il Calcio. Il Milan di Berlusconi imperava ancora, la famiglia Moratti stava costruendo la strada per il triplete e la famiglia Agnelli rimaneva l'unica società centenaria in mano italiana.

Ad oggi infatti, non è un caso che le uniche società che si contendono il Campionato di Serie A e le Coppe Nazionali sono: la Juventus, la Lazio di Lotito e il Napoli di De Laurentiis.

In Spagna il Barcellona di Bartomeu e il Real Madrid di Pèrez hanno ottenuto risultati ancora più straordinari con la vittoria di numerosi trofei internazionali. Sono rari i casi in cui le proprietà straniere hanno portato al successo società di calcio, l'eccezioni sono il Manchester City dello sceicco Mansur bin Zayd Al Nahyan, il Chelsea di Abramovic e il PSG di Nasser Al-Khelaïfi. Ed a parte il Chelsea che in 16 anni di proprietà dell'imprenditore russo è riuscito a vincere una Champions League, le altre in mano straniere non l'hanno ancora portata a casa. 
Dunque, facendo un analisi senza entrare troppo nel dettaglio, si può dire che la proprietà delle squadre di calcio in mano a imprenditori nazionali hanno conseguito più risultati in patria e fuori, rispetto alla guida straniera.

E allora ci ritroviamo in Italia squadre nel caos più totale, come la Roma, il Milan e in passato l'Inter, anche se adesso i nerazzurri con l'acquisto di Marotta, Conte e Oriali riusciranno a colmare quella italianità che determina le vittorie di un gruppo di persone. I motivi sono tanti e svariati; innanzitutto la vicinanza geografica dei padroni al proprio giocattolo serve ad amministrare meglio le società, si conoscono nello specifico i problemi e le azioni commesse dai dirigenti, dagli allenatori e dai giocatori. In questo modo si ha una visione chiara dove si può intervenire immediatamente prima che la gestione manageriale possa sfuggire di mano.

Un altro fattore importante è l'appartenenza radicata sin dalla nascita nel territorio nazionale che influisce positivamente per migliorare la collaborazione tra individui e rendere meno freddi e distaccati i rapporti di lavoro. Quindi la comunicazione comune e la cultura comune aiutano a fare squadra e impresa. I messaggi e lo sviluppo dei processi lavorativi sono più comprensibili e più facili da recepire nel medio e breve termine, trasformandoli così, velocemente in azione.

Dunque si potrebbe studiare assieme al Governo Italiano una strategia sportiva, economica e nazionalistica per portare il calcio nostrano e gli imprenditori italiani ad avere altre Sette Sorelle.
Sia chiaro, il mio ragionamento non è contro il libero mercato o il processo di globalizzaione che tutti stiamo attraversando, ma una confutazione dei fatti vissuti in questi anni. Certamente la crisi economica ha influito ed aumentato il rischio di fare impresa e il nostro paese s'è dovuto adeguare, ma è altresì vero che abbiamo ancora imprenditori validi e forti per occuparsi di una realtà parallela come una società di calcio.

La soluzione potrebbe essere trovata come accennato prima dal Governo Italiano, Bruxelles permettendo, attraverso misure di sgravio fiscale e di incentivi per chi vuole avventurarsi nel mondo del Calcio.
Per quanto detto, dobbiamo augurarci che questo avvenga, altrimenti ci ritroveremo ad avere un campionato poco competitivo, poco allenante e poco affascinante, con tutti i risvolti negativi che stiamo seguendo in questi giorni anche per Fiorentina, Sampdoria e Genoa.
Conseguente sarà il calo degli abbonamenti allo stadio e alle piattaforme televisive che trasmettono footbal. E così, rivolgendomi a quei tifosi laziali che hanno sempre contestato Lotito, dico: "tenetevelo stretto" con pregi e difetti.