La citazione non è un inutile esercizio di stile, ma ha lo scopo di coadiuvare chi scrive a esprimere con maggior chiarezza il concetto generale e colui che legge a comprenderne il significato principale. Proverbi e massime non sono futile teoria, ma preziosi insegnamenti che derivano da colui che ha vissuto concretamente una data esperienza.

Perché aspetti con impazienza le cose? Se sono inutili per la tua vita, inutile è anche aspettarle. Se sono necessarie, loro verranno e verranno nel momento giusto”. Questo è un aforisma di Amado Nervo, poeta sudamericano vissuto tra la fine del 1800 e l’inizio del secolo successivo. Il significato è alquanto chiaro. La pazienza è una virtù fondamentale. La bramosia è negativa. Se una data situazione si dovrà verificare, giungerà con i tempi opportuni e sconosciuti all’uomo. E’ assolutamente vano, anzi dannoso, cercare di anticiparli. Si potrebbe affermare che tale concetto è strettamente collegato allo stato dell'arte del calcio italiano. I giorni che stiamo vivendo ne sono realmente l'apoteosi. Si tratta dell'attesa speranzosa e tale è sotto vari profili.

Inutile negare che ultimamente il nostro pallone ha sofferto parecchio. Nel 2006, Grosso e colleghi superavano la Francia all’Olympiastadion di Berlino salendo così sul tetto del mondo. Poche ore dopo erano al Circo Massimo, a Roma, a festeggiare con tutto il popolo del Belpaese mostrando orgogliosi il trofeo più ambito di questo sport. Battere i transalpini in terra teutonica e poter festeggiare in Italia rappresenta l'apoteosi del successo. Per il nostro calcio è stata una soddisfazione indescrivibile tanto che, per una manciata di giorni, i tifosi tricolore si sono uniti dimenticando le tristi vicende che stavano attanagliando l'italico pallone. Insomma, l'esperienza della squadra di Lippi ebbe pure l'importante effetto sociale di placare momentaneamente gli animi nel momento clou di Calciopoli. Quando gli azzurri volarono in Germania, infatti, questa triste storia dello sport italiano viveva il suo incipit. Al loro ritorno in patria e "consumata la sbornia mondiale", la realtà si mostrò nuda e cruda.

Da quel momento, il nostro pallone ha vissuto molte amarezze e poche gioie. Calciopoli esplose e l’estate del 2006 sarà ricordata anche come la stagione delle sentenze. La Juventus fu spedita in serie B, l'Inter conquistò uno Scudetto a tavolino, il Milan fu penalizzato e dovette iniziare la Champions della stagione successiva dai preliminari. Una delle immagini più positive degli ultimi tristi 13 anni di calcio italico è la splendida cavalcata rossonera in quella Coppa dei Campioni. Tale percorso supremo rappresenta anche il canto del cigno dell'epopea lombarda targata Berlusconi. Il magnate di Arcore conquisterà pure un altro Scudetto con Max Allegri e Zlatan Ibrahimovic ma, senza nulla voler levare a quel successo, l'ultima immensa sontuosità resta la notte di Atene. Il 23 maggio 2007, Filippo Inzaghi e compagni stesero il Liverpool vendicando la clamorosa sconfitta di due anni prima e guadagnandosi il trono d'Europa. La doppietta del bomber piacentino mandò in estasi un popolo che 24 mesi prima aveva vissuto una delle giornate più tristi della sua storia. La solita esultanza sfrenata, marchio di fabbrica di SuperPippo, rappresentò la liberazione dai fantasmi che attanagliavano il Milan. Occorre avere pazienza, la vita regala sempre l'opportunità giusta nell'istante corretto. Non a caso, dopo aver vinto la Supercoppa Europea, lo squadrone rossonero conquistò il Mondiale per Club battendo proprio quel Boca Juniors che, nel 2003, l'aveva sconfitto ai rigori. Un mese dopo, Kakà sollevò un meritato Pallone d'Oro.

Nel 2010 l'Inter di Mourinho centrò uno straordinario triplete. Nella calda estate precedente, Ibra passò al Barcellona mentre Eto'o si vestì di nerazzurro. Giunsero ad Appiano pure due giocatori che avevano fatto le recenti fortune del Genoa: Thiago Motta e Milito. Sul gong del calciomercato, Sneijder sbarcò in Lombardia. I nerazzurri non iniziarono la stagione nel migliore dei modi e superarono il girone di Champions con estrema difficoltà. Dagli ottavi in poi, fu un'apoteosi. Lo Special One trovò la formula vincente grazie a un 4-2-3-1 alquanto difensivista e pronto a colpire in contropiede. Non vi è nulla di svilente. Si vince anche con il celebre "catenaccio". Eto'o e Pandev giocavano da esterni alti, ma rimane emblema di quella vittoria la leggenda per la quale il tecnico di Setubal convinse il camerunese "a fare il terzino". Effettivamente il numero 9 e il macedone furono 2 uomini chiave in quel successo fantascientifico e la doppia sfida con il Barcellona è una letio magistralis su come si possa trionfare anche senza essere prettamente offensivi. Nel 2010 Mou si trasferì a Madrid sponda Real e, con la guida di Benitez, la Beneamata centrò il Mondiale per Club. E' il 18 dicembre e da quella data nessuna squadra italiana ha più avuto la gioia di conquistare un torneo oltreconfine.

Questo è assolutamente avvilente soprattutto per una Juventus che proprio la stagione successiva iniziò il suo dominio italico senza, però, mai riuscire a guadagnarsi un meritato hurrà europeo. In effetti, la Vecchia Signora sfiorò in più occasioni un traguardo che solo il fato le ha levato dalle mani già propense ad afferrarlo. Non ci si scorderà mai della celebre cavalcata bianconera nella Champions League 2014-2015. La prima Vecchia Signora targata Allegri assomigliava in tutto e per tutto all'Inter del triplete, ma sul più bello la dea bendata decise di voltarle le spalle. Come i nerazzurri, i Campioni d'Italia avevano ormai manifestato tutto il loro incontrastabile dominio nel Belpaese, ma oltreconfine parevano "una Cenerentola". Il toscano cambiò loro il volto. Con fatica, si qualificarono agli ottavi di Coppa. Da qui in poi, presero gli scalpi di Borussia Dortmund, Monaco e Real Madrid arrivando alla finale di Berlino con grandi chance di successo. Il Barcellona era stellare, ma la Juve viveva un periodo straordinario. Come spesso accade nella vita, vi sono momenti decisivi. Le celebri "sliding doors". Dopo pochi minuti dall'inizio di quel match, Rakitc portò in vantaggio i blaugrana. La squadra di Allegri soffrì, ma non capitombolò. Nella ripresa, uno scatenato Morata pareggiò i conti. Ecco, questo fu il momento in cui la Vecchia Signora è andata più vicina al successo in Champions negli ultimi 23 anni. Un traversone raggiunse il cuore dell'area catalana. Pogba stava per addomesticare il pallone, ma Dani Alves lo abbracciò. I due caddero. Il tifoso juventino vedeva già la palla sul dischetto e si preparava alla sofferenza finale che faceva da preludio a una grande estate di festa. Per Cakir non era rigore. Chissà cosa sarebbe accaduto con il Var… Sul ribaltamento di fronte, Suarez spense i sogni di gloria bianconero. Due anni più tardi, i Campioni d'Italia ci riprovarono. La Juve che giunse alla finale di Cardiff, però, era più stanca e affaticata rispetto a quella di Berlino. L'esperienza gallese fu una valle di lacrime.

In questi 13 anni, pure la Nostra nazionale ha sfiorato un grande successo. Era il 2012, all'Europeo che si disputò in Polonia e Ucraina, i ragazzi di Prandelli furono protagonisti di una fenomenale cavalcata che li condusse sino alla finale di Kiev. Qui, la Spagna li massacrò e si portò a casa la coppa con un secco 4-0. In quella comunque ottima esperienza non si possono dimenticare le vittorie con le quali gli azzurri rispedirono a casa Inghilterra e Germania. Detto questo, Euro 2012 resta un barlume di luce nel buio pesto. Con l’eccezione della Confederations Cup del 2013, dal 2006 al 2019, ogni altra esperienza della Nostra Nazionale ha rappresentato un autentico disastro culminando con la clamorosa mancata partecipazione al Mondiale russo disputatosi la scorsa estate.

Quella vittoria francese, però, potrebbe davvero avere chiuso il cerchio rispetto a quanto accaduto 13 anni fa. “La calma è la virtù dei forti” e la precedente narrazione manifesta in maniera evidente di quanta pazienza si siano dovuti dotare ultimamente gli italici appassionati di calcio. E' in questi momenti che si creano i presupposti per i successi futuri. In tali istanti si deve comprendere, apprendere e cercare di modificare la situazione. E' necessario che lo sconforto non prenda il sopravvento. Bisogna avere serenità e l'occasione arriverà. Questo accadde alla Spagna e alla Germania dopo le delusioni nel Mondiale del 2006. Non è un caso se iberici e teutonici hanno conquistato 2 degli ultimi 3 Mondiali e 7 Champions League in 9 anni. Il dominio inglese della recente stagione è figlio pure della debacle vissuta dal calcio britannico sia in Brasile nel 2014 che in Francia 2 anni più tardi. Insomma, dalle grandi delusioni nascono le più favolose rivincite. Urge essere pazienti e attendere il momento opportuno.

In effetti anche per noi si intravede una luce in fondo al tunnel. La Nazionale sta crescendo. Mancini sta svolgendo un ottimo lavoro e, ora, si appresta a disputare due sfide fondamentali per la qualificazione a Euro 2020. Sabato, gli azzurri sfideranno la Grecia. Il martedì successivo, invece, se la vedranno con la Bosnia. Queste avversarie sono le immediate inseguitrici dell'Italia nel girone. Due successi aprirebbero davvero scenari importanti in vista della kermesse itinerante. Dopo tali fondamentali impegni, i vari Chiesa, Barella, Kean e Zaniolo dovrebbero trasferirsi da Coverciano a Bologna per iniziare l’avventura in Under 21. Tra poco più di 15 giorni, infatti, comincerà un Europeo di categoria che si disputerà nel Nostro Paese. L'occasione è ghiotta. La rappresentativa Under 20, invece, sta ottenendo ottimi risultati nel Mondiale polacco e, con l'eliminazione di molte big del torneo potrebbe davvero regalare importanti soddisfazioni. Venerdì giocherà i quarti di finale contro il Mali. Anche le ragazze di Milena Bertolini si apprestano a prendere parte al più prestigioso torneo del globo e lo fanno con discrete aspettative. Insomma, si vive il classico momento di speranzosa crescita.

La nuova generazione del nostro calcio fa ben sperare. Ai citati giocatori, si aggiunge l’esperienza di Bonucci, Chiellini, Jorginho, Verratti e Insigne. Non si può poi dimenticare "la freschezza" di altri interpreti come Donnarumma, Emerson, Spinazzola e Bernardeschi. Vedremo se Mancini riuscirà a recuperare pure Balotelli. E' presto per dirlo, ma ci sono tutti i presupposti per un futuro roseo. Ora è il momento più difficile. Dopo aver recuperato un minimo di speranza, si deve provare a raccogliere i primi frutti. Non è mai facile e se non arriveranno diventerà fondamentale mantenere la calma senza gettare al vento tutto il prezioso cammino svolto sino a oggi. Si dovrà imparare e proseguire con grande coraggio.

Lo stesso vale per i club. Questo è un periodo fondamentale per loro stagione. Si stanno gettando le basi per la cavalcata che inizierà ad agosto. Bisogna avere pazienza e non farsi prendere dall'ansia. Le squadre più titolate della nostra serie A, infatti, stanno apportando importanti aggiornamenti del sistema. Si consideri la Juventus e le parole di Paratici relative al nuovo allenatore. La Vecchia Signora ha le idee chiare, ma è necessario non avere fretta. L'ansia di chiudere una data situazione nel più breve tempo possibile può essere cattiva consigliera. E' necessario attendere l'evolversi degli eventi con estrema calma e osservando l'aforisma di Nervo. Siamo solo all'inizio di giugno. Il tempo non è mai un nemico.

L'Inter si trova in una situazione leggermente diversa, ma dovrà affrontare questo periodo con lo stesso spirito. L'arrivo di Conte provoca leciti voli pindarici. Smaltita la soddisfazione per l'ingaggio di un tecnico vincente e per lo "sgarbo" ai bianconeri, è necessario tornare con i piedi ben ancorati al suolo e concentrarsi sul calciomercato. Prima dell'inizio del campionato trascorreranno 3 mesi fondamentali in cui la Beneamata si formerà. E' una specie di adolescenza e come tale non deve essere vissuta con aspettative eccessivamente elevate o con troppa foga onde evitare grandi amarezze future. E' un periodo molto delicato. E’ un momento simile a quello che sta vivendo la nostra Nazionale. Sicuramente il tecnico salentino e la società sapranno tenere a bada eventuali esuberanze.

Sta nascendo pure un nuovo Milan che dovrà vivere un tipo di pazienza diverso da quello dei cugini nerazzurri. Invece di frenare l'euforia, i rossoneri saranno obbligati a mantenere la calma e scacciare la delusione. Il lavoro di Gattuso, infatti, non è assolutamente da gettare. Tutt'altro. Il calabrese è stato in grado di sfiorare la qualificazione in Champions con una squadra che non è apparsa competitiva come la concorrenza. Ringhio ha riavviato il motore della macchina svolgendo un’opera molto complessa. Ha fatto ripartire i lombardi trasferendo al gruppo concetti importanti e insegnando cosa significhi lottare per quella maglia. Insomma, le basi sono state gettate. I successori dovranno riuscire a definirle e costruire l’edificio. Non sarà semplice. Difficile chiederne ulteriore ai tifosi, ma servono calma e pazienza. D’altronde, erano anni che il Milan non sfiorava la “Coppa” fino all’ultima giornata.