Calcio: questa parola è un perfetto esempio di come una semplice cosa possa acquisire molteplici significati; passione, gioia, delusioni, senso di appartenenza. Riesce a rappresentare allo stesso tempo momenti indimenticabili e momenti che mai più vorremmo rivivere. Insomma, per tanti il calcio è come uno di famiglia e come tale spesso facciamo fatica a riconoscerne i difetti o le problematiche. Di cose da correggere ce ne sarebbero diverse ma all'orizzonte non vedo grandi strategie di intervento. Forse, così come accade in famiglia, è arrivato il momento di allontanare le cattive amicizie. Non si possono più chiudere gli occhi davanti alle speculazioni delle proprietà e alle tante società professionistiche che ogni anno chiudono bottega per ripartire tra i dilettanti e spesso rifare lo stesso percorso dopo qualche tempo. Non possiamo permettere che le società più piccole vivacchino di soli diritti TV nella speranzosa attesa di piazzare qualche Under 20 dopo una manciata di apparizioni in gare ufficiali. Continuando su questa strada, credo che il buco nero che stiamo alimentando finirà per inghiottire tutti senza fare distinzioni di storia o blasone.

Ma come fare a porre un freno allo scellerato aumento dei costi? Un tetto massimo agli stipendi potrebbe essere un buon inizio; dal salary cap potrebbe innescarsi un effetto a catena che nella mia immaginazione potrebbe forse dare la sterzata tanto attesa al mondo del calcio. Per cominciare si darebbe un grande aiuto alle società, che sarebbero costrette ad abbandonare la guerra agli ingaggi faraonici, vinta e stravinta da procuratori e assistiti. Inutile soffermarsi su Messi, Ronaldo e Neymar, ma per i vari Icardi, Dybala, Lukaku etc. la fascia di ingaggio (netto) richiesta sfiora ormai i 10 milioni. Dai dati reperibili il belga ha appena firmato per 8,5 milioni e gli argentini e molti altri non si muoveranno per meno se non addirittura di più; Griezmann ha firmato al Barcellona un ingaggio a salire che sfonderà i 20 milioni, come i vari Hazard, Bale etc.. Ai più curiosi consiglio di fare un giro tra gli ingaggi dei top team europei per capire che se il metro di paragone è quello allora i 3 milioni di Kean, i 6 milioni di un paio di anni fa a Donnarumma o le richieste dei vari Zaniolo e in generale della nuova generazione di baby “fenomeni” in proporzione non sono poi così assurde. Di assurdo c'è solo il perseverare di un mondo, ormai infettato da costi insostenibili coperti da sponsorizzazioni e bilanci gonfiati o plusvalenze fantasiose che servono solo a "sistemare" i numeri e nascondere il problema.

Il calcio italiano non è ovviamente immune a questa infezione e pur non potendo competere economicamente con i costi degli altri top campionati europei affonda nelle stesse problematiche. Con il salary cap gli ingaggi dovranno plasmarsi e riassestarsi su parametri più sostenibili e a giovarne dovrebbe esserci anche la competitività nei campionati nazionali e nelle coppe europee dove, più club potrebbero ambire ai giocatori migliori, oltre che per i costi più contenuti per l'impossibilità di un club a poter inserire troppi ingaggi top in rosa. A giovarne potrebbe essere anche la crescita dei giovani a cui non potrà più essere regalato un ingaggio super dopo una mezza stagione in serie A;  per sedersi al tavolo delle trattative con certe richieste bisognerà portare argomenti seri come la costanza e l'esperienza acquisita in almeno 2/3 stagioni. Magari la cultura del lavoro tornerà di moda...A giovarne potrebbero essere contemporaneamente anche i club meno blasonati che potrebbero mantenere in rosa i loro giovani più rappresentativi e migliorarsi migliorandoli nel cammino che li porterà ad essere (forse) dei veri calciatori. Belotti ormai è un top del Toro e farebbe bene anche altrove mentre in altre circostanze, oggi Pellegri potrebbe raccontarci una storia differente. Questi due esempi spero possano aiutarvi a capire quello che è il mio pensiero.

Una volta avviato, l'effetto a catena andrebbe tenuto in vita lavorando costantemente anche sulle altre problematiche. Le commissioni dei procuratori e i costi dei cartellini vanno anch'essi regolamentati perchè onestamente i trasferimenti alla Neymar sono una vergogna, ma i 45 milioni per Barella, gli oltre 70 per i vari Lukaku, De Ligt, Maguire... o i 30 per i vari Leao non fanno certo onore. Non credo molto nell'attuale FFP. Se da un lato è innegabile che abbia contribuito ad un primo controllo sulle spese, dall'altro ha favorito l'abbassamento della competitività e ha indotto i club che vogliono rimanere nel giro che conta ma non giocano in Premier o non si chiamano Real Madrid, Barcellona, PSG e pochissimi altri a cercare soluzioni alternative e spesso fantasiose come le famose plusvalenze. Con una seria e decisa legislazione sui costi, le società avrebbero un assist fondamentale per cercare di dare una ripulita a tutto il movimento e vivere di un calcio più sostenibile.

A questo punto però la domanda da porsi è: siamo davvero sicuri che ai legislatori (FIFA, UEFA, Federazioni Nazionali..) e ai gruppi industriali che oggi hanno in mano i maggiori club europei convenga davvero fare pulizia? Forse come ogni rivoluzione bisognerà attendere che la bolla scoppi e la miccia si accenda da sola...