La Superlega è una truffa, perché vuol vendere al pubblico una merce per un'altra: la finzione dello spettacolo, per la realtà della competizione. Lo spettacolo è una bella cosa, ovviamente. Ci si può appassionare allo spettacolo, basta essere consapevoli che si tratta di finzione. Qui sta il punto: la distinzione tra sport e spettacolo. Lo sport si basa sul principio della competizione onesta, basata sul rispetto di regole condivise e sul RICONOSCIMENTO del VALORE. Questo accordo tra poche squadre auto-nominatosi "migliori" esclude a priori la possibilità di competere per la maggior parte delle altre società, per ragioni indipendenti dai meriti sportivi. Un orrore morale, prima ancora che giuridico o sportivo.

Detto questo, quello che mi fa davvero rattristare non è il cinismo delle società responsabili di questa disgraziata iniziativa. Quello che mi deprime è la reazione, o meglio la mancata reazione dei cosiddetti "appassionati". Mi sarebbe piaciuto vedere i tifosi di Milan, Inter e Juve protestare in massa contro questo imbroglio colossale, come hanno fatto i tifosi inglesi. Ma i sostenitori italiani sono in gran parte cinici, o rassegnati. Il loro ragionamento è: il calcio è già un teatrino, dove conta il denaro più del merito, quindi perchè scandalizzarsi se questo sistema viene portato alla luce e ufficializzato? Credo anzi, leggendo molti pareri espressi proprio su questo sito, che molti preferiscano veder le loro squadre vincere in qualsiasi modo, anche grazie a cause che con lo sport non c'entrano niente. Da questi commenti si ha la conferma di un fatto addirittura banale: il VALORE in italia interessa a pochissimi. Soprattutto nel calcio. ma anche nello sport in generale, così come nella società nel suo insieme. Questa è l'Italia. Cinica, stanca, disillusa e afflitta da secoli di mafia e corruzione,  settant'anni di p2 e quaranta di lavaggio del cervello delle tv commerciali di B. Ma se il calcio diventa ufficialmente una finzione, un teatrino di marionette, regolato da leggi di mercato, qual è la ragione per cui un cosiddetto "sportivo" dovrebbe appassionarsi alle imprese di una qualche squadra? Questa semplice domanda i Presidenti e Proprietari avrebbero dovuto farsela. Anche senza sondaggi avrebbero capito che il loro progetto sarebbe fallito immediatamente. Miseramente. Ignominiosamente.

Ora quello che potrebbe forse ancora salvare l'onore dei 3 club italiani coinvolti sarebbero le dimissioni in tronco dei dirigenti colpevoli di questa impressionante prova di disonestà mista a sprovvedutezza. Altrimenti, cari tifosi milanisti, interisti e juventini, dovreste essere voi ad abbandonare le vostre squadre del "cuore". Se cuore avete ancora...