La prima giornata di campionato non ha fatto in tempo a concludersi che già una parte della tifoseria biancoceleste ha pensato bene di far parlare di sé per un gesto disdicevole.
Li avevamo lasciati con le polemiche scaturite dalle figurine di Anna Frank con la maglia della Roma, attaccati allo stadio, ma evidentemente la lezione non è servita a nulla.

Sabato sera, prima della gara all'Olimpico con il Napoli, alcuni tifosi della Lazio presenti in Curva Nord hanno fatto girare sugli spalti un volantino che invitava le donne a posizionarsi dalla decima fila in poi, perché la Nord, a detta di questi pseudo-tifosi, rappresenta una 'linea trincerata' all'interno di 'un luogo sacro con un codice non scritto da rispettare', e per chi, come 'Donne, Mogli e Fidanzate' (rigorosamente con la lettera maiuscola) 'sceglie lo stadio come alternativa alla spensierata e romantica giornata a Villa Borghese' che vada in altri settori.

Un messaggio talmente allucinante da far venire quasi da ridere, se non ci fosse da piangere per tanta ignoranza e becero sessismo. Per coloro che chiedono di riservare ai soli maschi i posti in prima fila andrebbe vietato l'ingresso allo stadio, ma non per un periodo di tempo limitato (con i famisi DASPO), ma a vita! 
Una notizia che ha trovato poco spazio, se non nullo tra i principali organi di informazione, e a chi fa presente che nel volantino non si rilevano profili penali, vorrei far evidenziare che anche il sessismo è violenza. Carolina Morace, allenatrice della squadra femminile del Milan, ha commentato l'episodio sottolineando come il calcio debba contribuire a superare tutte le forme di discriminazione, non ad espanderle.

Ed è un peccato constatare, nell'era del #metoo, l'indifferenza generale. Tutta la sottovalutazione per un gesto così grave la si può cogliere chiaramente nelle parole del commissario strordinario della Figc, Roberto Fabbricini, che a Rai Radio 1, si limita a parlare di 'battutaccia estiva'. La stessa Lazio, che si dice contraria ad ogni forma di discriminazione, ha minimizzato il tutto parlando di una iniziativa autonoma di una sparuta minoranza della tifoseria, che non rappresenta affatto la posizione della società. E trattandosi appunto di una iniziativa di pochi, in confronto al quantitativo enorme dei tifosi della Lazio, la società ha ritenuto opportuno non dare rilievo alla cosa: "Non possiamo sempre intervenire per evitare che ci siano manifestazioni politicamente scorrette come questa", ha tenuto a sottolineare Arturo Diaconale, portavoce della Lazio. Un vero pugno allo stomaco le sue parole, che mostrano tutta quell'insensibilità che non ci si aspetterebbe dalla voce ufficiale di una società sportiva in generale, e calcistica in particolare, soprattutto dopo lo sforzo che ha fatto e sta facendo il calcio femminile per ritagliarsi il posto che le spetta.

Sono una donna che è andata spesso in curva e ne rispetta la sacralità che i tifosi le attribuiscono, ma che è rimasta indignata nel leggere quelle righe nero su bianco su un volantino a firma di un sedicente gruppo ulras biancoceleste 'Direttivo Diabolik Pluto'.
Oggi, nel 2018, queste cose non sono più tollerabili né giustificabili.
È vero che si è trattato di una minoranza, di qualche imbecille, ma è altrettanto inaccettabile che nessuno abbia preso una vera presa di posizione per condannarne il gesto a tutti i livelli, che nessuno si sia assunto le proprie responsabilità, ridimensionando, invece, il tutto a un gesto isolato. So che la maggioranza del pubblico da stadio è costituita da persone passionali e corrette, ma non sono solo i responsabili dell'iniziativa che vanno condannati, ma anche tutti quelli che hanno mostrato indifferenza o non curanza. Ci sono moltissime donne tifose, e i club hanno attuato numerose iniziative per far avvicinare il mondo delle donne a quello del calcio, ma persiste ancora una sorta di declassamento nei confronti dello sport femminile, considerato da taluni quasi alla stregua di uno sport di serie b, ed è una cosa non più tollerabile.

Infine vorrei sottolineare agli autori del messaggio che sono loro per primi a non dare valore alla curva, sono loro con questi comportamenti inadeguati e incivili. E vorrei ricordare agli stessi che sono stati messi al mondo da una Donna, proprio come quella donna, mamma, moglie o fidanzata che sia, che non è degna di stare con 'voi' in prima fila, ma dalla quale pretendete un pasto a tavola, panni stirati e puliti ogni giorno, che si occupi di crescere i 'vostri' figli... Quelle stesse donne che, fin da piccoli, vi hanno sempre supportato, che vi hanno amato e protetto a costo di sacrifici, sforzi e fatiche.

Ed allora voglio fare un appello a tutte le donne, tifose e non, ribellatevi, non accettate in silenzio questo scempio.
E per finire una considerazione personale: ma chi ci vuole andare all'Olimpico in Curva Nord, nelle prime dieci file, ma chi ci vuole stare in mezzo a questi individui!