Nel mondo stanno imperversando sempre più le serie TV, o fiction che dir si voglia. Nel tempo da bistrattate da attori famosi e registi di fama mondiale, sono diventate, invece, molto gradite e ricercate. Arrivate in Italia negli anni ottanta, con l'arrivo di Dallas e Dinasty, molto americane, poi con le telenovela sud americane come Ciranda de Pedra e anche i ricchi piangono. Poi grande successo per i giovani con Beverly 90210, e Friend's, da lì una continua escalation che ha raggiunto oggigiorno livelli mondiali. Oggi non è difficile imbattersi in qualche serie TV con attori premi Oscar, o comunque di fama mondiale, come Kevin Spaecy, Russel Crowe, Naomi Watts, Anthony Hopkins, o registi del calibro di Roman Polansky. Troviamo canali TV interamente dedicati alle serie TV e ne troviamo di tutti i generi e per tutti i gusti per ogni età.
Qual è il segreto per una serie TV di successo? A grandi linee le strade da seguire sono principalmente due. La prima, avere un regista con degli autori che abbiano una trama intensa, avvincente o comunque che abbia la capacità di tenere il pubblico appeso al filo, e che abbiano gli attori giusti per ogni ruolo, non necessariamente attori da Oscar, ma adatti alla situazione. In questo caso il clamoroso successo avuto da La casa di carta, ne è la dimostrazione più lampante. Seconda strada percorribile, affidarsi a grandi attori che da soli possono fare la differenza anche a scapito di una trama o di una scenografia non di primissimo ordine. Cercando delle affinità col mondo del calcio, la prima ipotesi potrei affiancarla ad un Ajax o Atalanta, squadre che hanno e stanno appassionando i tifosi grazie a delle regie di primissimo ordine e con gli attori perfetti per quelle "serie TV", mentre nella seconda potrei vedere il Real Madrid galattico delle tre Champions consecutive, che avrei probabilmente potuto dirigere pure io, tanto era ls grandezza di quegli attori protagonisti.
Ma una cosa vale per tutti, una serie per continuare ad avere successo deve sapere reinventarsi, innovarsi e progredire sempre per non scadere nella noia nelle ripetizioni. E per scongiurare queste situazioni si interviene nelle trame, cercando nuove idee, e negli interpreti cercandone di nuovi in grado di inalzare il livello.
Ed ecco che il mio discorso, strano, incontra la Juve. La Juve, la serie TV Juventus, iniziò quasi nove anni fa, quando in maniera abbastanza inaspettata si è messa in evidenza, con la regia di Conte e i suoi autori, vincendo subito alla prima stagione, e ripetendo i successi per altre due stagioni, fino al cambio in regia, con l'arrivo del nuovo staff di Allegri, che mantenendo inizialmente il filone del passato, pian piano non solo mantiene i livelli straordinari in Italia, ma addirittura si fa notare e rispettare anche in Europa dove esistono delle serie TV mostruose, come quelle del Real Madrid e Barcellona. Dopo sette stagioni si inizia ad avvertire il bisogno di un cambiamento, e si punta forte su un attore da ben cinque premi Oscar, come Cristiano Ronaldo, che arriva a impreziosire un cast già di grande qualità e livello. Però, poco dopo l'inizio dell'ottava stagione prende sempre più piede l'idea che il problema, il punto debole sia proprio la regia e gli autori non più in grado di proporre trame e sceneggiature degne delle migliori europee.
Così al termine dell'ottava stagione si punta al cambiamento radicale, e si cambia regia. Arriva il nuovo regista con i suoi autori e scenografi, per dare nuova linfa a questa serie TV bianconera. L'impressione, dopo alcuni mesi è che gli attori fatichino molto ad interpretare i nuovi ruoli voluti dal regista, che sicuramente ci sono margini di miglioramento ma che senza ombra di dubbio, bisognerà trovare attori più adatti a questa nuova stagione. Si perché nel calcio, come nel cinema, i giocatori come gli attori non sono tutti uguali, e tutti non possono fare tutto. Ci sono attori da commedie leggere, da drammi, da thriller, e quelli specializzati in certi ruoli difficilmente li vedremo emergere in situazioni diverse. Se togliamo una Marylin Streep, un Tom Hanks, un Anthony Hopkins una Julia Roberts che potrebbero recitare qualsiasi cosa, per gli altri la faccenda è un po' diversa. In Italia se devo raccontare una storia mafia, di cosche mafiose o simili, sicuramente potrei affidarmi ad una Giulia Michielin o un Michele Placido che si sono affermati in questo genere di situazioni, se voglio una serie leggera e divertente magari penso a Bisio o a Checco Zalone, giusto per rendere l'idea, ma se invertisco i ruoli, potrei, quasi sicuramente incappare in qualche spiacevole sorpresa. Nel calcio non è poi così diverso. Per ogni ruolo per ogni modo di interpretare tale ruolo, tale sceneggiatura ci sono dei calciatori più o meno adatti a quei ruoli e a quel modo di vedere la recitazione da parte del regista, la cosa va al di là del nome e del blasone degli attori e giocatori, ma più precisamente sulla funzionalità di questi.
La Juve ora, una volta scelto il regista e il copione da seguire, dovrà essere brava e attenta a trovare i giusti interpreti per non rischiare di mandare tutto all'aria. I casting sono aperti...