"Mentre l'intero mondo si blocca, c'è chi ancora ci spera..."

Sono momenti di "shock" generale quelli che stanno mettendo a dura prova l'intero mondo sportivo, specie quello riguardante lo sport più amato di sempre il "calcio".
Basti pensare che fino a qualche settimana fa tutto il palinsesto europeo calcistico sembrava in piena regolarità, per poi ritrovarsi in un profondo "incubo" sportivo-economico.

Se da una parte c'è la volontà di soffermarsi a ciò che in questo momento sembra esser l'emergenza e la priorità per tutta Europa (inclusa quella dei giocatori), dall'altra sponda c'è quella più "avara", che pensa soltanto al business e al proprio interesse, c'è chi senza rendere conto alla salute di tutti gli sportivi in modo generico proclama e prefissa eventuali date e tempi di ripresa delle attività.

Ebbene, è pur vero che progettare il futuro in questo momento possa essere anche una sorta di auto-difesa personale per non farsi cogliere impreparati poi, ma... completamente da irresponsabili è la "volontà forzata" di sottovalutare questa emergenza, sopratutto se presi in considerazione gli ultimi fatti accaduti nella più ambita delle competizioni, la Champion's League.

Per un singolo momento, per un singolo istante, bisognerebbe mettere da parte questa seguitissima attività che regala ogni anno momenti di gioia, tristezza, adrenalina a milioni di tifosi in tutto il mondo e dare la priorità senza mettere in disparte le vite umane che, a modestissimo parar mio e spero anche di tutti i lettori, hanno molta più importanza di uno bellissimo gioco chiamato "calcio".




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