Forse questo Milan (non) si giocherà le ultime chance in un campionato, bloccato dal virus, per il semplice fatto che di chance non ne ha. La prospettiva dei preliminari della coppetta degli sfigati immagino non attiri nessuno: d'altronde questo è l'andazzo che ci accompagna da due lustri e, dalle premesse della stagione che si va plasmando, le prospettive non sono diverse. Mentre gli altri, quelli che giocano a calcio, segnano, passano la palla di prima, hanno una società  alle spalle e dei giocatori in rosa, si spartiranno bottini vari, dallo scudetto alla Champions, noi saremo ostaggi delle paturnie americane.

La pseudo proprieta' ha infatti deciso che Gazidis solo al comando e' la strada maestra per tornare invincibili, così come Rangnick alla Ferguson e un manipolo di nomi impronunciabili, giovani, poco costosi e probabilmente scarsi la via della seta per la resurrezione; oltre al mantra imprescindibile: nessun genoma milanista che, si sa mai, tiri cazzotti sul tavolo per una conduzione tecnica imbarazzante (alla Boban o Gattuso per intenderci). L'equivalente sportivo e finanziario, soprattutto finanziario, di chi ha stabilito che il popolo deve girare in spiaggia con guanti e mascherine, rischiando l'ipercapnia perché continua a respirare la propria anidride carbonica. È un dogma, pertanto non si discute.

Almeno qualche soddisfazione ce la togliamo: Bonaventura che sarà stato determinante 10 partite ad esagerare e Biglia che determinante lo è stato bel provocare due anni di conati per un gioco tutto "tu la dai a me, che la ripasso a te, all'indietro e a due all'ora", seguono le orme di Montolivo levandosi dagli zebedei! Alleluia!
A questo tipo di soddisfazioni e' ormai ridotto il popolo rossonero, null'altro. L'infortunio di Ibra è ininfluente per via dell'ennesima stagione buttata per manifesta inferiorità: sullo svedese una rapida considerazione: gente come lui e Rebic rappresentano con Kjaer le pochissime colonne tecniche e temperamentali in mezzo ad una zangola di burro, perciò... non verranno riscattati!

Al gigante di Malmö vanno solo ringraziamenti: per aver fatto vedere ad un branco di smidollati, anche da scrivania, cosa significa essere professionisti, oltre che immensi dal punto di vista tecnico. E vanno delle scuse: ti hanno mentito, giocando sul tuo milanismo: Boban e Maldini erano solo due cartonati senza alcun potere.