E così, rincorrendo sempre il tempo per andare chissà dove, anche il mese di novembre ce lo siamo lasciato alle spalle.
Si entra ufficialmente nel periodo "oddio ce la farò prima di Natale?", quando, in realtà, non ho mai capito "a fare cosa" diventa, in un colpo solo, risposta e domanda insieme.
Spesa, cene, spesa, regali, spesa, trucco, spesa, parrucco, spesa...
È un circolo vizioso per arrivare poi, inevitabilmente, dopo aver addentato l'ultimo morso del panettone il giorno del pranzo del 25, a esclamare: "Che peccato, Natale è già finito...".
Pensiamo anche al significato, per chi vuole. Anche solo un minuto al giorno fermiamoci: ne vale la pena, credetemi. Sarebbe sciocco, con questa mania della corsa sfrenata, decisamente più mentale che fisica, proiettarsi già alla Sua crocifissione.
Pater, remitte illis, quia nesciunt quid faciunt...

Dove eravamo rimasti? Da dove si comincia? Carne al fuoco, oltre al mondiale, non manca. "Il silenzio è d'oro, la parola d'argento" è un antico proverbio italiano (citato a volte invertendo i due soggetti). Sta a significare che il silenzio ha un valore maggiore delle parole e che, a volte, astenersi dal parlare vale più che intervenire.
Infatti.
Di fronte alle dimissioni dell'intero Consiglio di Amministrazione della Juventus, il presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio Gravina invita alla prudenza perché "quel tema potrebbe riguardare anche altri soggetti". Presidente, non tiri il sasso ritraendo la mano; lei ha il dovere di dire quello che sa e agire di conseguenza. Che s'ha a scoperchiare questo vaso di Pandora?
Quest'ultima, che aveva ricevuto dal dio Ermes il "dono" della curiosità, non tardò però a scoperchiarlo, liberando così tutti i mali del mondo, che erano gli spiriti maligni della "vecchiaia", "gelosia", "malattia", "pazzia" e del "vizio".
Il mito di Pandora indica, come racconta Esiodo, che la speranza è un male, anche se di tipo particolare, distinto dagli altri mali che sono racchiusi nel vaso di Pandora. Essa è un male che sembra tuttavia buono, perché la speranza induce sempre ad attendere qualcosa di meglio.
Loro stanno friggendo. Sembrano non navigare più nell'oro. Chiaramente non entro in merito alle questioni giudiziarie; ma quelli che rappresentano, agli occhi di noi amanti del calcio, il potere assoluto alla faccia di tutto e tutti, dalla presunzione e assoluta prepotenza nel volersi elevare a una Superlega europea, alla capacità, pare, di falsare i bilanci, alla creatività sulle plusvalenze, devono, almeno una volta passare sotto le Forche Caudine.
La battaglia fu un importante avvenimento della seconda guerra sannitica, in cui i Sanniti di Gaio Ponzio sconfissero i Romani, imponendo loro poi l'umiliazione di passare sotto i gioghi. La società romana ne fu tanto scossa da ricordarlo per secoli come marchio negativo per la Repubblica associandolo alla disfatta dell'Allia e poi alla battaglia di Canne. Per quanto la loro esatta localizzazione resta oggetto di dibattito fra gli storici, l'opinione prevalente è che le Forche caudine si trovassero nella stretta di Arpaia fra Caserta e Benevento.
Speriamo che questa sia l'occasione giusta perché venga ristabilito l'ordine e si possa giocare in campionati dove tutti, tutti, seguono le stesse regole. Ho molti dubbi che si arrivi a ciò ma a volte i desideri si avverano.
La cosa che stuzzica la mia perfidia (qualche ulteriore peccatuccio consentitemelo visto che la nascita di Gesù è ancora lontana...) riguarda il futuro calcistico della seconda squadra di Torino. Quando leggo che, dopo le valutazioni degli organi competenti, potrebbe rischiare anche la retrocessione in B o addirittura l'iscrizione a un campionato di categoria inferiore, posso affermare tranquillamente, non essendo un doroteo, di gongolare. Far rivivere, come ha sottolineato amaramente il mio amico barista ieri (p.s. oggi il caffè l'ho dovuto pagare, Frankie), agli juventini quello che abbiamo passato noi dopo il fallimento, renderebbe giustizia alle sofferenze e umiliazioni che tutte le altre tifoserie ci hanno inferto in quel periodo. Mi ricordo con terrore quel mese di agosto in cui, ora dopo ora, c'era la sempre più concreta paura, poi divenuta realtà, che la mia Fiorentina sparisse. Non mi dispiacerebbe, dopo 20 anni dalla Florentia Viola, se una giratina in Lega Pro la facesse anche Lei.
Potete solo immaginare cosa si è scatenato sui social a Firenze. Sfottò che parlano del passaggio dalle luci natalizie a quelle delle auto della finanza, per finire con un'immagine di Chiesa e Vlahovic a fare le consegne a domicilio per una nota compagnia di rider.
A proposito.
Quello degli ex viola è un argomento rimbalzato in ogni anfratto cittadino con l'ipotesi, irrealizzabile, di un loro ritorno a Firenze se non saranno saldate le rate di pagamento. Stante che non accadrà, vederli a capo chino sul primo treno in arrivo a Campo di Marte non avrebbe prezzo. Il mio regalo di Natale sotto l'albero...
Cosa è successo ieri in Qatar? Via di corsa...
L'Australia ha vinto per 1-0 contro la Danimarca nella terza giornata del girone D e ha strappato il pass per gli ottavi di finale. Un successo meritato, grazie al gol di Leckie nella ripresa, per i Socceroos che sono stati superiori ai danesi per l'intero match. Nelle immagini da "anda e rianda" sul campo principale, si vede che la prima frazione di gioco si apre con le due formazioni che attaccano senza fare troppi calcoli alla ricerca del gol del vantaggio. Bene soprattutto la Danimarca sugli esterni, con Skov Olsen che trova molti spazi a destra e Maehle a sinistra. La partita vive di lampi, ma i due portieri non sono mai chiamati in causa grazie alle difese molto solide che non lasciano spazio soprattutto dentro l'area di rigore. Dopo la mezz'ora, l'Australia abbassa leggermente il proprio baricentro e lascia il pallino del gioco alla Danimarca, che però non trova lo spunto giusto. Il primo tempo si chiude sullo 0-0.
La seconda frazione di gioco si apre come si era chiusa la prima: la Danimarca spinge alla ricerca del gol qualificazione, ma l'Australia si chiude molto bene e riparte in contropiede. La stretegia di quest'ultimi paga al 60°. Ripartenza veloce in contropiede, palla al piede, di Leckie che supera nell'uno contro uno Maehle e insacca alle spalle di Schmeichel: una rete molto pesante in ottica qualificazione agli ottavi di finale. Nel finale i cambi nelle fila dei danesi non cambiano l'inerzia del match: l'Australia vince meritatamente per 1-0 nei confronti di una Danimarca che ha faticato molto in questi gironi risultando la prima vera delusione.
Australia-Danimarca 1-0
Marcatori: 60' Leckie.
AUSTRALIA (4-4-2) Ryan 6; Degenek 6, Rowles 6.5, Souttar 6.5, Behich 6; Mooy 6, Goodwin 6 (46' Baccus 6), Irvine 6.5, Leckie 7 (89' Hrustic SV); Duke 6 (82' Maclaren SV), McGree 6.5 (74' Wright 6).
Commissario tecnico: Arnold 
DANIMARCA (4-2-3-1) Schmeichel 6; Kristensen 6 (46' Bah 5), Andersen 6, Christensen 5, Maehle 5 (70' Cornelius 5); Hojbjerg 5, Jensen 5.5 (59' Damsgaard 6); Olsen 6 (70' Skov 5), Eriksen 5; Lindstrom 5.5; Braithwaite 5 (59' Dolberg 5).
Commissario tecnico: Hjulmand

 

Per Tunisia-Francia sarà il caso di riavvolgere il nastro, partendo dalla fine, quando mancano trenta secondi al termine degli otto di recupero.
Griezmann segna l'1-1: cross dalla tre quarti in mezzo, lì svetta e colpisce male un giocatore della Tunisia che, di fatto, regala palla all'attaccante dell'Atletico Madrid a centro area. Bel destro al volo (con deviazione) e palla in rete. 
Sembra tutto buono, tanto che arriva il fischio finale dell'arbitro Matt Conger. Le massicce telecamere tv entrano in campo, i guardalinee abbandonano le fasce, i giocatori escono, ma il neozelandese, improvvisamente, alza le mani e chiede calma: tutti fuori gli addetti ai lavori, tutti in campo i giocatori. Il gol forse non è buono.
Infatti il fischio finale viene subito "annullato" e Conger va alla Var per un possibile fuorigioco di Griezmann che disturberebbe il difensore tunisino, poi autore del maldestro colpo di testa diventato assist per Grizou. Passano i minuti: il paradosso è che qualsiasi decisione non andrebbe comunque a influire sulla classifica, già cristallizzata dalla fine di Australia-Danimarca.
Dopo una lunga analisi, alla fine, Conger valuta passibile di fuorigioco l'azione dell'attaccante francese. Il match si chiude al tredicesimo di recupero. La Francia perde ma è prima, alla Tunisia resta la gloria di aver sconfitto i campioni in carica.
Quanto accaduto andrà a fare statistica.
Deschamps opta per un profondo turnover (Camavinga terzino è davvero eccessivo), lasciando in campo tra i titolari solo Tchouameni e Varane; anche Azri cambia tanto affidandosi al 3-4-3 e al tridente Slimane, Khazri e Ben Romdhane. Parte forte la Tunisia che alza subito il ritmo mettendo pressione alla retroguardia francese trovando pure il gol con Ghandri che però parte da posizione di fuorigioco. La Francia fatica tantissimo a gestire il pallone e ogni volta che gli avversari si avvicinano all'area è un brivido continuo. Con il passare dei minuti però l'esperienza degli uomini di Deschamps viene fuori, di pari passo al calo dell'energia dei tunisini e la gara diventa più equilibrata. Al 25° il primo squillo della Francia con Coman che si libera in area e va al tiro spedendo però fuori. La replica della Tunisia è con un colpo di testa di Slimane bloccato da Mandanda. Al 35° tocca a Khazri impegnare il portiere del Rennes che respinge in maniera non impeccabile ma efficace. All'intervallo è ancora 0-0.
Dagli spogliatoi rientrano gli stessi 22 con lo stesso copione della prima frazione, ovvero equilibrio, con la Tunisia che va avanti a sfuriate improvvise e la Francia che prova a gestire. In tutto questo le occasioni latitano ma poi al minuto 58 il vantaggio tunisino: Fofana si fa rubare palla, Khazri si invola verso la porta, supera un paio di avversari e con un tocco mancino supera Mandanda in uscita. Lo stesso Khazri si infortuna e deve lasciare il campo a Jebali. Anche Deschamps attinge dalla panchina inserendo Saliba, Rabiot e Mbappé. La notizia del vantaggio dell'Australia sembra spegnere un po' l'ardore dei tunisini mentre dalla panca transalpina esce pure Griezmann nel tentativo di aumentare il peso offensivo. Inutilmente però, perché nonostante il lungo forcing la difesa della Tunisia tiene pur con qualche brivido creato da Mbappé e da Kolo Muani. Poi, quando arriva la notizia della vittoria dell'Australia, giunge anche il gol del pareggio della Francia annullato dopo revisione al monitor.
La vittoria più bella ma anche quella più amara. La Tunisia trionfa ma viene eliminata dal Mondiale complice il contemporaneo e inaspettato successo dell'Australia. Il gol di Khazri regala comunque una gioia ai nordafricani.
Tunisia-Francia 1-0
Marcatori: 58' Khazri.
TUNISIA (3-4-3) Dahmen 6.5; Meriah 6, Ghandri 6.5, Talbi 6; Kechrida 6.5, Skhiri 6.5, Laidouni 7, Maaloul 6; Ben Slimane 5 (83' Abdi SV), Khazri 7 (60' Jebali 6), Ben Romdhane 5 (74' Chaaleli 6).
Commissario tecnico: Kadri
FRANCIA (4-3-3) Mandanda 6; Disasi 6, Konaté 6, Varane 5 (63' Saliba 6), Camavinga 6; Fofana 5 (73' Griezmann 5.5), Tchouaméni 6.5, Veretout 6 (63' Rabiot 5); Coman 5 (63' Mbappé 5.5), Kolo Muani 6, Guendouzi 5 (79' Dembele 6).
Commissario tecnico: Deschamps


Le emozioni più grandi, però, arrivano dalle partite all'ora di cena.
L'Argentina vola, da prima del girone, agli ottavi di finale grazie al 2-0 alla Polonia firmato Mac Allister e Alvarez: entrambe le reti nella ripresa, dopo che nel primo tempo Szczesny aveva parato un rigore inesistente a Messi. La compagine di Scaloni nel prossimo turno affronterà l'Australia, mentre la Polonia passa grazie alla differenza reti rispetto al Messico che subisce il gol inutile saudita nei minuti di recupero.
La prima chance è di marca sudamericana e porta la firma di Messi: al 10° incursione in area e sinistro potente sul primo palo, bravo Szczesny a chiudergli lo specchio e a respingere. Alla mezz'ora altra doppia ottima occasione per l'Argentina: prima la girata di Alvarez sotto misura viene murata, poi la sassata di Acuna da fuori si perde a lato di poco. Al 38° l'episodio chiave del primo tempo: la Var richiama l'arbitro per una manata (assolutamente involontaria dopo un'uscita plastica senza poter vedere l'avversario) in area di Szczesny sul volto di Messi, il direttore di gara assegna il penalty ma dal dischetto il portiere della Juventus ipnotizza la Pulce e fa un paratone mettendola in angolo. Prima dell'intervallo ci prova anche Alvarez a giro, l'estremo difensore polacco si salva in due tempi e blocca la sfera. Si va così al riposo sullo 0-0. 
A inizio ripresa l'Argentina la sblocca: Molina mette in mezzo rasoterra, girata di Mac Allister sul secondo palo ed è gol. La Polonia risponde subito dopo su un piazzato: il colpo di testa di Glik si perde a lato di un soffio. Il dominio territoriale della Albiceleste è schiacciante e la situazione non cambia anche dopo il vantaggio, con Messi e compagni che premono a caccia del raddoppio. Che arriva al 67°: Fernandez serve Alvarez che da dentro l'area la mette sotto la traversa per il game over. Al minuto 73 Messi innesca ancora Alvarez che tira solo sull'esterno della rete. Nel finale, retropassaggio errato di Kiwior, Lautaro raccoglie e incrocia ma non trova la porta. E' l'ultima emozione della gara: Argentina agli ottavi da prima, Polonia seconda.
Polonia-Argentina 0-2
Marcatori: 46' Mac Allister, 67' Alvarez.
POLONIA (3-4-1-2) Szczesny 7.5; Cash 5, Glik 6, Kiwior 6; Bereszynski 5 (73' Jedrzejczyk 6), Bielik 5 (62' Szymanski 5), Krychowiak 5 (83' Piatek SV), Frankowski 5 (46' Kaminski 6); Zielinski 5; Swiderski 5 (46' Skoras 5.5), Lewandowski 5. 
Commissario tecnico: Michniewicz
ARGENTINA (4-3-3) E. Martinez 6; Molina 6.5, Otamendi 6, Romero 6.5, Acuna 6.5 (59' Tagliafico 6); De Paul 6, Fernandez 7 (79' Pezzella SV), Mac Allister 7 (83' Almada SV); Di Maria 6.5 (59' Paredes 6), Julian Alvarez 7 (79' Lautaro SV), Messi 5.5. Commussario tecnico: Scaloni

 

Il Messico saluta Qatar 2022 con gli stessi punti in classifica della Polonia ma una peggior differenza reti e, fino al gol degli arabi, un numero più alto di cartellini gialli. 
Una partita combattuta e che ha visto l'Arabia dismessa per buona parte della gara, limitata da infortuni ed emergenze. Al Messico, nonostante i due gol e il punteggio finale favorevole, è forse mancata un po' di lucidità per la ricerca del terzo gol. Salutare il Mondiale con 4 punti rende orgogliosi. Per l'Arabia, dopo la vittoria all'esordio con l'Argentina, la consolazione di aver dato il massimo nonostante una situazione davvero difficile dal punto di vista delle assenze. 
Dagli highlights si vede un primo tempo frizzante e di netto dominio del Messico in cui dimostra di crederci fin da subito. L'arbitro, dopo sei minuti di recupero, però, decreta uno 0-0 che rimanda tutto alla seconda frazione.
Che inizia con due cambi ma soprattutto il vantaggio del Messico. Serviva un guizzo, ed è quello che giunge sugli sviluppi di un calcio d'angolo dove Montes la spizza di tacco, Martin si fa trovare pronto a due passi dalla porta. L'Arabia va in bambola, il Messico ne approfitta: ancora un calcio piazzato, stavolta è Chavez a sfruttare un'incertezza di Al-Owais.
Nel frattempo l'Argentina segna il secondo alla Polonia, la panchina chiama a gran voce i giocatori in campo e li invita a segnare un terzo gol che garantirebbe il passaggio agli ottavi. Con entrambe le partite del girone C sullo 0-2, il Messico sarebbe fuori per il numero maggiore di cartellini gialli raccolti nelle tre gare.
Il Tata nel finale si gioca tutto: dentro le punte, cambia l'assetto in uno spregiudicato 4-2-4. Pochi secondi più tardi Antuna trova il gol, ma ancora una volta l'assistente annulla per fuorigioco prima che Al-Dawasari, nel recupero, condanni i messicani al terzo posto e all'eliminazione da Qatar 2022. 
Arabia Saudita-Messico 1-2
Marcatori: 47' Martin, 52' Chavez, 95' Al-Dawasari.
ARABIA SAUDITA (4-4-2) Al-Owais 6; Al-Ghannam 5 (88' Bahbri SV), Al-Amri 5, Al Tambakti 5, Ali-Albulayhi 6 (37' Sharahili 5); Al-Buraikan 5, Al-Hassan 5.5 (46' Madu 6), Abdulhamid 5, Al-Dawasari 7; Kanno 6, Al-Shehri 5 (62' Alobud 5). 
Commissario tecnico: Renard
MESSICO (4-2-3-1): Ochoa 6; J. Sanchez 5 (86' K. Alvarez SV), Montes 6.5, Moreno 6, Gallardo 6; E. Alvarez 6 (86' Funes Mori SV), Chavez 7.5; Lozano 7, Pineda 6 (77' Rodriguez 6), Vega 6 (46' Antuna 5); Martin 7 (77' R. Jimenez 6). 
Commissario tecnico: Martino


Altri due ottavi sono già stati delineati:
Argentina-Australia: sabato 3/12 ore 20:00;
Francia-Polonia: domenica 4/12 ore 16:00.

L'ultimo pensiero è per Davide Rebellin, ottantottesimo ciclista morto sulle strade quest'anno.
Ha pagato tanto nella vita, forse troppo. Espressione di gentilezza, educazione, amore viscerale per la sua due ruote. Gli hanno rubato la vita in Italia dove si muore in bicicletta e nell'indifferenza.
"Quando stacchi tutti e arrivi da solo, la vittoria ha il sapore del trionfo" - diceva Pantani. Adesso, insieme, potrete tagliare da campioni il vostro traguardo.
Alla prossima...