Rischiava di essere una giornata interlocutoria nel mondo pallonaro e invece di "cosucce da chiacchiere da bar" ne sono successe diverse...
Mai mischiare le tragedie, vere, con speculazione e meri interessi economici, il più delle volte di facciata, ma una notizia mi ha fatto strabuzzare gli occhi specialmente dopo aver assistito, impotente, all'immane distruzione di vite umane a Casamicciola.
Tra i maggiori interventi edilizi, con relativi impatti ambientali, che hanno interessato il Qatar, dopo l'assegnazione dei Mondiali, sicuramente quello per la costruzione degli alberghi. La disponibilità di camere non è altissima e i prezzi, neanche a dirlo, sono alle stelle: per una camera superlusso si può spendere fino a 3.200 euro a notte. Se 270 euro sembrano pochi, il turista potrebbe ripiegare su una stanza in un container di quelli che a noi italiani ricordano situazioni incresciose dove abbiamo maledetto non solo la natura.
Al di là dei prezzi "in linea", con lo sfarzo che abbiamo potuto più volte sottolineare, sono a evidenziare il termine "interventi edilizi". 
C'è chi dal niente, nel deserto, ha costruito cattedrali per un evento mondiale. C'è invece chi, da un paese, splendido, ha voltato lo sguardo dall'altra parte volendo condonare la propria coscienza.
Doveroso fermarsi qui...

Ieri mattina la prima partita del programma televisivo è stata Camerun-Serbia; impossibile perderla visto che i Viola Milenkovic e Jovic dovevano essere "attenzionati". Bella partita, avvincente, ma i nostri uno strazio! Il difensore è stato responsabile di entrambi i gol subìti per errato movimento sul fuorigioco; la punta si è fatto ammonire dalla... panchina.
Passiamo oltre.
Finisce 3-3, dopo il vantaggio inatteso dei primi, la schiacciante supremazia dei secondi e l'intuizione di Song, che manda in campo Aboubakar; in tre minuti gol spettacolare e assist che ribalta la gara e consente alla squadra africana di pareggiare. Dopo le rispettive sconfitte all'esordio, le compagini si concedono una ulteriore speranza nell'ultima giornata del girone. 
La novità è quella che regala la lettura delle formazioni: Onana, per motivi non precisati ma che dovrebbero afferire a qualche diverbio con il proprio allenatore, e riconducibili a dinamiche disciplinari, è escluso dall'undici titolare. La scelta ricade inevitabilmente su Epassy, che in quanto a esperienza internazionale non può certo competere con il portiere dell'Inter.
Nei primi minuti qualche perplessità la lascia la marcatura su Mitrovic, lasciato libero, in piena area di rigore di colpire di testa: tentativo velleitario, ma posizione e libertà concesse potenzialmente letali. Nel calcio raramente i segnali sono casuali, e qualche minuto più tardi, sebbene con altra dinamica, è proprio l'attaccante serbo a liberarsi con una certa facilità in area di rigore: uno-due e l'ariete del Fulham, con una finta efficace, mette a sedere un ingenuo Nkoulou e calcia a rientrare con il sinistro, vedendosi negata la gioia del gol dal palo.
La risposta del Camerun è affidata a Kunde: Pavlovic è in versione allegra nella marcatura, il centrocampista esibisce un buon tiro su cui Vanja oppone guantoni e manda in calcio d'angolo. Visto che tutto il mondo è paese, anche ai mondiali in Qatar, ad ogni modo, ci sono problemi di auricolari; buffo vedere, immortalati dalle immagini televisive, gli indaffarati ufficiali di gara con la sistemazione della propria strumentazione. Quando il gioco riprende, i contrasti a centrocampo non si risparmiano rimandando al made in Serie A tra due colonne portanti del nostro campionato: il "laziale" Milinkovic e il "napoletano" Anguissa.
L'episodio che cambia la partita arriva alla mezz'ora. Un'ingenuità di Zivkovic regala un calcio d'angolo al Camerun, sugli sviluppi, e dopo una torre di Nkoulou in area, Castelletto imbuca da pochi centimetri a porta praticamente sguarnita sul palo più lontano.
Nel finale di tempo la Serbia prova la reazione e chiude il Camerun nella propria metà campo, ricercando costantemente quel pizzico di qualità in più che garantirebbe agli attaccanti di presentarsi alla conclusione in maniera efficace. Servirebbe un guizzo, come quello di Tadic che serve Kostic in area, ma Mitrovic viene anticipato da una spaccata avversaria. Come se non bastasse, in alcune circostanze la Serbia pecca di presunzione (un classico delle squadre dell'ex Jugoslavia), che peraltro difficilmente potrebbe concedersi in un momento così delicato. In uno di questi momenti, Lukic viene attaccato e recuperato in fase di costruzione; ci vuole un intervento reattivo del numero 1 granata per respingere il tentativo di Kunde, che sulla seconda palla spreca malamente con relativa disperazione per il primo tentativo non andato a segno.
Dove non arriva il gioco, nel calcio, arriva quasi sempre una palla da fermo: Tadic pennella, Pavlovic stacca tra Choupo-Moting e un distratto Anguissa e trova il gol del pareggio. Si tratta dell'episodio che scuote la Serbia e getta nello sconforto più totale Song e il suo Camerun. Pochi minuti più tardi è ancora Anguissa (irriconoscibile) che tratta con inspiegabile sufficienza il pallone al limite dell'area regalandolo a Milinkovic, preciso a scambiare con Zivkovic che poi conclude dalla distanza con il mancino: Epassy potrebbe forse fare di più e non trattiene la sfera, la Serbia in appena tre minuti capovolge la partita. Ci sarebbe, dopo una manciata di secondi, il tris se Mitrovic in un contropiede non gettasse alle ortiche un'azione potenzialmente letale. Ma ai grandi bomber, tendenzialmente, si perdona sempre l'egoismo, almeno quando si vince. Si va al riposo dopo uno scoppiettante primo tempo con la Serbia in vantaggio di un gol.
Si ricomincia con gli stessi ventidue della prima frazione. Epassy trova riscatto su un'uscita bassa efficace su Kostic, ma l'arbitro alza il braccio per segnalare la ripresa del gioco con una punizione per fuorigioco sulla combinazione che aveva liberato il laterale serbo, annullando di fatto la giocata del portiere del Camerun, riscattatosi quantomeno nel morale.
Non basta, però, perchè il Camerun sembra essere rimasto negli spogliatoi e perde l'ennesima palla sanguinosa a centrocampo. Su una di queste si fionda Mitrovic, che è poi il terminale di un'azione ben gestita che vede nell'apertura di Milinkovic e nel dribbling decisivo di Zivkovic giocate altrettanto pregevoli. Il tap-in del calciatore cresciuto nel Partizan, iscrive anche il bomber al registro dei marcatori.
Il Camerun prova la reazione, quantomeno di orgoglio e nervi, prima ancora che tattica. Tra tentativi velleitari e combinazioni che non portano alla conclusione, la sensazione è però di una strada tutta in salita e di un match chiuso. Ma il calcio non è una scienza esatta e la sua capacità di ribaltare gli equilibri è nota. Dal nulla, quasi con una disattenzione che colpisce per eccessiva platealità, la Serbia viene imbucata: lancio di Castelletto, Milenkovic è pigro nel salire e consente al neo entrato Aboubakar di presentarsi davanti a Vanja ed esibire un pallonetto (sembra più uno scavino). L'arbitro inizialmente annulla per fuorigioco su segnalazione del proprio assistente, poi la VAR corregge la chiamata: posizione del numero 10 regolare, il gol è valido. II Camerun riprende fiducia e in un clima surreale ripete la stessa e identica azione, con gli stessi e identici protagonisti: lancio dalle retrovie, ancora Milenkovic a sbagliare il fuorigioco, ancora Aboubakar ad approfittarne, ancora Veljkovic incapace di leggere lo sviluppo del gioco e di guardare alle spalle il proprio compagno. Il finale è diverso nell'apparenza, assist e gol di Choupo-Moting, ma non nella sostanza. Il Camerun l'ha ripresa in poco meno di tre minuti.
La reazione della Serbia non è costante e soprattutto poco efficace: solo nel finale, complice la girandola dei cambi e l'inevitabile palpitazione, arriva qualche occasione. Ennesima marcatura rivedibile dei difensori africani, Mitrovic calcia da buona posizione ma angola eccessivamente. Non c'è più tempo per occasioni realmente concrete, sebbene i sospiri non si contino più.
Camerun-Serbia 3-3
Marcatori: 29' Castelletto, 46' Pavlovic, 48' Milinkovic-Savic, 53' Mitrovic, 64' Aboubakar, 66' Choupo- Moting.
CAMERUN (4-3-3) Epassy 5; Fai 5.5, Castelletto 7.5, Nkoulou 5, Tolo 5.5; Hongla 5.5 (55' Aboubakar 8), Anguissa 4.5 (81' Gouet SV), Kunde 6 (67' Ondoua 6); Mbeumo 5.5 (81' Nkoudou SV), Choupo-Moting 7, Toko Ekambi 5.5 (67' Bassogog 6).
Commissario tecnico: Song
SERBIA (3-4-1-2) V. Milinkovic-Savic 6; Veljkovic 5 (78' Babic 6), Milenkovic 4, Pavlovic 7 (55' Mitrovic 5); Zivkovic 7.5 (78' Radonjic 6), Lukic 5.5, Maksimovic 5, Kostic 6.5 (90' Djuricic SV); Milinkovic- Savic 7 (78' Grujic 6), Tadic 6.5; A. Mitrovic 6.5. 
Commissario tecnico: Stojkovic

Incredibile episodio occorso negli ultimi istanti di Brasile-Svizzera, gara valevole per la seconda giornata. Poco prima di un calcio d'angolo in favore della formazione verdeoro, le luci dello stadio "974" di Doha si abbassano notevolmente per un calo di tensione, lasciando al buio l'intero impianto tra giocatori in campo e tifosi sugli spalti. Episodio subito rientrato e duplice fischio sul punteggio di 0-0 in attesa della ripresa.
Bolletta troppo cara? Altro tasto da non toccare, passiamo alla gara.
Un gol strepitoso di Casemiro basta al Brasile per vincere e accedere direttamente agli ottavi. Sono Militao e Fred i prescelti per sostituire gli infortunati Danilo e Neymar, mentre la Svizzera schiera Freuler a centrocampo ed Embolo davanti. Il Brasile, senza il numero 10, suddivide le responsabilità e gioca in scioltezza, anche se la Svizzera si difende bene. Richarlison si sbatte parecchio in cerca di un altro gol, ma è Vinicius ad avere la prima grande occasione su bella palla di Raphinha. L'attaccante del Real però calcia scoordinato e agevola la parata di Sommer. Ci prova poi il giocatore del Barca dalla distanza: troppo centrale. I verdeoro restano sempre in comando del gioco, ma si rendono pericolosi solo su qualche calcio piazzato. Troppo poco e la fine del primo tempo recita uno 0-0 noioso, come nella gara d'esordio della squadra di Tite.
Il mister del Brasile ricomincia con Rodrygo al posto di Paquetà, che era stato comunque tra i migliori in campo. Il nuovo entrato prova subito a mettersi in mostra ma senza frutti. La Svizzera allora prova a rispondere con un'iniziativa corale, ben chiusa da Alex Sandro. Inizia il giro dei cambi anche per la squadra elvetica, che toglie dal campo Vargas e un deludente Rieder. Al 65° la squadra sudamericana trova l'azione perfetta con l'assist di Casemiro per il tocco vincente di Vinicius, ma dopo la lunga e sempre plateale esultanza, la VAR ravvisa un fuorigioco di rientro di Richarlison, considerato attivo. Casemiro si conferma uomo in più della nazionale brasiliana, ed è lui a risolvere la situazione al minuto 83, con un siluro di destro di controbalzo su assist di Rodrygo che si spegne all'incrocio dei pali, anche grazie a una leggerissima deviazione di Akanji. E' vittoria, altro clean sheet, qualificazione e quasi primato anche se, come per la partita di esordio, si ha la sensazione che non sia una "macchina" così perfetta.
Brasile-Svizzera 1-0
Marcatori: 83' Casemiro.
BRASILE (4-2-3-1): Alisson 6; Militao 6, Thiago Silva 6, Marquinhos 6.5, Alex Sandro 6.5 (86' Telles SV); Fred 6 (58' Guimaraes 6), Casemiro 7.5; Raphinha 6 (74' Antony 6), Paquetá 6.5 (46' Rodrygo 7), Vinicius jr 6.5; Richarlison 5 (74' Gabriel Jesus 6).
Commissario tecnico: Tite
SVIZZERA (4-3-3): Sommer 6.5; Widmer 5 (86' Frei SV), Elvedi 5.5, Akanji 6, Rodriguez 5.5; Freuler 5.5, Xhaka 6, Rieder 5 (59' Steffen 5.5); Sow 5.5 (76' Aebischer 6), Vargas 6 (59' Fernandes 6), Embolo 6 (76' Seferovic 6). 
Commissario tecnico: Yakin

Lo ribatterò fino al giorno dopo il termine della competizione: ma anche nelle altre edizioni mondiali si parlava più di fatti "fuori palla", piuttosto che di tattiche e risultati?
Birretta?
Si è venuto a sapere che Budweiser, brand del colosso Ab Inbev, ha versato alla Fifa 75 milioni per sponsorizzare il torneo. Il problema è che, secondo quanto ricostruisce il New York Times, la famiglia reale qatariota è intervenuta direttamente chiedendo e ottenendo dalla Federazione lo spostamento degli stand di Budweiser adiacenti agli stadi, così da renderli il meno evidenti possibili e "non turbare" la popolazione locale. Una birra, durante il torneo, costerà poi 13,20 euro, così da disincentivare gli estimatori. E non si potrà trovare allo stadio: lì solo surrogati analcolici. Si sa che l'Islam ha un rapporto un po' conflittuale con l'alcol. Il problema è che chi investe su una sponsorizzazione vorrebbe la massima evidenza per favorire il consumo dei propri prodotti. Guai però a frignare sui soldi investiti: sarebbe come piangere sul latte (birra) versato.

Uno spettacolare 3-2 tra Ghana e Corea del Sud tiene vivissime le speranze di qualificazione degli africani mentre complica la vita agli asiatici. Ghana in vantaggio con Salisu e Kudus, Corea che recupera con una doppietta di Gue-Sung Cho prima che ancora Kudus infili il secondo gol personale che vale la vittoria per i suoi.
Bento conferma la squadra che ha pareggiato con l'Uruguay con Son Heung- min inamovibile sulla trequarti e Gue-Sung Cho al centro dell'attacco; Addo invece cambia modulo e uomini, inserendo Jordan Ayew insieme al fratello André alle spalle di Inaki Williams. L'avvio di partita è tutto della Corea del Sud che attacca con regolarità e qualche brivido dalle parti di Ati-Zigi lo crea. Nulla di trascendentale, tuttavia, e il Ghana può resistere in attesa che passi la tempesta. E al 24° gli africani vanno in rete: punizione velenosa di Jordan Ayew, palla che resta nell'area piccola, Salisu si avventa per primo e scaraventa in porta. La reazione sudcoreana tarda ad arrivare e allora il Ghana raddoppia al 34°: altro cross di Jordan Ayew, stavolta direttamente sulla testa di Kudus che si infila nella difesa avversaria e spizza di testa quel tanto che basta per segnare il 2- 0. Il resto del primo tempo trascorre senza ulteriori emozioni.
In avvio di ripresa cambio per i sudcoreani che tolgono Geong Woo-Jeong e inseriscono Na Sang-ho nel tentativo di dare più verve alla manovra, tentativo peraltro riuscito perfettamente. C'è subito una occasione per la testa di Gue-Sung Cho che chiama all'intervento Ati-Zigi. Poi al 58° arriva il gol: cross del neo entrato Lee Kang- in, colpo di testa ancora di Gue-Sung Cho che brucia Salisu e stavolta non sbaglia. Passano 3 minuti e Gue-Sung Cho concede il bis sempre di testa, stavolta su assist di Kim Jin-su sovrastando Mensah. Corea del Sud padrona del campo ma che subisce al 69° un improvviso e micidiale contropiede ghanese con Mensah che mette in mezzo, Williams liscia ma c'è Kudus pronto a ribattere in rete. Passano alcuni minuti prima che la Corea si ripresenti in attacco con una punizione di Lee Kang-in che trova attento Ati-Zigi e con un tiro a colpo sicuro di Kim Jin-su che trova l'opposizione di Salisu. Dopo una girandola di cambi da entrambe le parti, a dieci minuti dalla fine, altra palla buona sul sinistro di Kim Jin-su che però spedisce alto. Il forcing finale degli asiatici non produce effetti, il Ghana porta così a casa una vittoria preziosa.
Bisogna ammettere che, dopo aver visto tre quarti di partite, quando in campo ci sono squadre asiatiche e africane, il divertimento è sempre assicurato.
Corea del Sud-Ghana 2-3
Marcatori: 24' Salisu, 34' Kudus, 58' Gue-Sung Cho, 61' Gue-Sung Cho, 69' Kudus.
COREA DEL SUD (4-2-3-1): Kim Seung-Gyu 5.5; Kim Moon H-wan 5.5, Kim Min-jae 5 (92' Kwon Kyung-won SV), Young Kwon-Kim 5, Kim Jin-su 6; Hgwang-in-beom 6, Woo Young-Jung 5.5 (79' Hwang Ui-jo SV); Chan Hong-Kwon 5 (57' Lee Kang-in 6.5), Geong Woo-Jeong 5 (46' Na Sang-ho 6), Son Heung-min 6; Gue-Sung Cho 7.5
Commussario tecnico: Bento
GHANA (4-2-3-1): Ati-Zigi 6; Lamptey 5 (79' Odoi 6), Amartey 5.5, Salisu 6.5, Mensah 6 (88' Baba SV); Partey 6.5, Samed 6; A. Ayew 6 (79' Kyereh SV), Kudus 8 (83' Djiku SV), J. Ayew 7 (79' Sulemana 6); I. Williams 5.5
Commissario tecnico: Addo

Nell'altro big-match, il Portogallo ha immeritatamente superato per 2-0 l'Uruguay nella seconda giornata della fase a gironi. Decisiva la doppietta di Bruno Fernandes nella ripresa che regala ai lusitani la qualificazione agli ottavi di finale.
La prima frazione di gioco si apre con le due squadre che giocano molto la palla dal basso e il ritmo di gioco ne risente. Dopo il primo quarto d'ora in cui il Portogallo sembra costruire di più, si sveglia l'Uruguay che cresce con il passare dei minuti e al 32° ha la grande occasione di passare in vantaggio con Bentancur che si libera con una serpentina splendidamente di tre uomini ma spreca davanti al portiere lusitano. I portoghesi si affidano alle giocate di Cristiano Ronaldo, che però è sempre chiuso molto bene dalla difesa avversaria. Il primo tempo si chiude sullo 0-0.
La seconda frazione si apre con la rete del vantaggio del Portogallo: al 54° Bruno Fernandes pesca in area di rigore Cristiano Ronaldo che però, non toccando palla, trae in inganno Rochet e porta il risultato sull'1-0. L'Uruguay alza il baricentro alla ricerca del gol del pareggio e lascia molto spazio libero agli avversari sulle ripartenze, non sfruttate però in un paio di occasioni, da Joao Felix. Al 78° arriva la grande occasione per l'Uruguay con De Arrascaeta che però pasticcia davanti al portiere avversario e non sfrutta la bella giocata di Valverde. I cambi di Alonso, nel finale, non cambiano l'inerzia del match grazie a una solida difesa (Pepe con i suoi "anta" è sempre una colonna) del Portogallo che regge molto bene. I lusitani trovano anche la via del raddoppio nel finale con un calcio di rigore improbabile realizzato ancora da Bruno Fernandes che chiude così il risultato.
Portogallo-Uruguay 2-0
Marcatori: 54' e 93' Bruno Fernandes.
PORTOGALLO (4-3-3): Costa 6.5; Cancelo 6.5, Dias 6.5, Pepe 6, Mendes 6 (42' Guerreiro 6.5); Bernardo Silva 6.5, Carvalho 6 (82' Palhinha SV), Neves 6 (68' Leao 6); Bruno Fernandes 7.5; Ronaldo 6.5 (82' Ramos SV), Joao Felix 6 (82' Nunes SV).
Commissario tecnico: Santos 
URUGUAY (4-3-3): Rochet 6; Gimenez 5.5, Godin 6 (62' Pellistri 6), Coates 5, Olivera 5.5 (86' Vina SV); Valverde 6, Bentancur 6, Vecino 5 (62' De Arrascaeta 6); Varela 5, Cavani 5 (62' Suarez 5), Nunez 5.5 (72' Maxi Gomez 6).
Commissario tecnico: Alonso


La "bomba", come avrebbe dichiarato il compianto Maurizio Mosca, arriva nell'ora dell'amaro, dopo cena, quando gli effluvi di un sigaro Toscano inebriano non solo il palato.
Il Consiglio di Amministrazione della Juventus si è dimesso in blocco, lascia anche Andrea Agnelli. A rassegnare le proprie dimissioni, in un "board" straordinario, che si è tenuto alla Continassa, sono stati oltre al Presidente, il suo vice Pavel Nedved, l'Amministratore delegato Maurizio Arrivabene e i membri Laurence Debroux, Massimo Della Ragione, Katryn Fink, Daniela Marilungo, Francesco Roncaglio, Giorgio Tacchia e Suzanne Keywood. 
A pesare sulla decisione il coinvolgimento nell’indagine Prisma (ne parlai sulla nostra piattaforma il 16 aprile u.s. con il pezzo "Valgono più le valenze o le plusvalenze" dove articolavo la necessità di fare luce), aperta dalla Procura di Torino con l'accusa di falso in bilancio, e le ultime contestazioni della Consob, che hanno spinto a rivedere il progetto di bilancio da approvare e far slittare per due volte l’assemblea degli azionisti, fissata al momento per il 27 dicembre.
L'edizione odierna de "La Gazzetta dello Sport" svela il motivo che ha spinto il CdA della Juventus, Agnelli compreso, a rassegnare le dimissioni in blocco: "La scelta è stata fatta per paura delle ricadute della 231, che prevede il principio della responsabilità amministrativa per specifiche tipologie di reato commesse da amministratori e dipendenti delle aziende: oltre alle sanzioni, la responsabilità penale può portare come conseguenza anche l'inibizione dell'operatività".
Abbiamo capito dettagliatamente da dove possa derivare il terrore da parte di tutti. Un nuovo piccolo Gioiellino si potrebbe intravedere all'orizzonte.
Passatemi come sempre la battutaccia dicendo che, in periodo di Black Friday, la Juventus non poteva che pensare, come sempre, di fare le cose in grande...
Dopo quell'articolo, venni apostrofato perché "anche gli altri...", come se fosse una sorta di giustificazione. Attribuirono al mio personale pensiero una "rancorosa spinta" dovuta all'acredine sportiva che, peraltro, in quel contesto non era assolutamente pertinente. 
I fatti, altresì, devono essere raccontati in maniera asciutta; le valutazioni, successivamente, possono anche, se non necessariamente (ed era il mio caso), essere di parte ma nulla toglie il sacro diritto di farle presenti.
La gioia si manifesta ogni volta che vince la giustizia. E non dobbiamo aspettare gli altri per fare sì che ciò succeda.
Alla prossima...