Gustavo Thoeni contro Ingemar Stenmark, in uno slalom parallelo passato giustamente alla storia dello sport. Due assi della neve dai destini paralleli, rappresentati mirabilmente dalla sfida del 23 marzo 1975, che richiamò quarantamila persone ad Ortisei, nel magnifico scenario della Val Gardena e che tenne circa venti milioni di italiani incollati davanti alla tv.

Gustavo era di Trafoi, una frazione del comune di Stelvio, provincia di Bolzano; Ingemar eta di Joesjo, svedese di Lapponia, trasferitosi da bimbo a Tarnaby. Gustavo aveva 24 anni e già un grande passato vincente alle spalle, Ingemar aveva appena compiuto 19 anni e un luminoso futuro davanti. Entrambi lanciati dal Trofeo Topolino, scoperti e valorizzati da Ermanno Nogler (che poi avrebbe seguito lo svedese per tutta la carriera, ritirandosi contemporaneamente con lui).
Per comprendere come fu vissuta questa gara, bisogna capire la diffusione dello sci in Italia quando questo sport nel 1975 attraversava il periodo d’oro. Questo sport inizialmente era praticato dai soli appassionati che risalivano le piste con gli sci e le pelli di foca. Negli anni 60 si diffusero gli ski-lift e le seggiovie che consentivano anche a sciatori non proprio provetti, di salire in cima alle montagne per ridiscendere scivolando piacevolmente sulla neve. La diffusione dei “gatti delle nevi” che battevano e spianavano le piste, con il perfezionamento degli skj-lift, consentirono un afflusso in montagna sempre maggiore. Venne la moda delle settimane bianche e degli sciatori “mordi e fuggi” della domenica. Furono costruite località sciistiche dal nulla e gli anni settanta costituirono il cosiddetto boom dello sci di montagna.
Probabilmente divenne uno sport popolare anche grazie alla “Valanga azzurra!” …. Semplicemente con quel titolo si celebrò il mito dell’epoca dello sci. Il 7 gennaio 1974 al gigante di Berchtesgaden, in Germania, la classifica fu Piero Gros primo, Gustavo Thoeni secondo, Erwin Stricker terzo, Helmuth Schmalzl quarto, Tino Pietrogiovanna quinto. 5 italiani nei primi 5, incredibile! Soprattutto Pietrogiovanna, che con il pettorale 43 fece urlare al miracolo.
E non finì quel giorno perché, solo 6 giorni dopo, Il 13 gennaio, nel gigante di Morzine, vinse di nuovo Gros, Thoeni fu terzo, Stricker quarto e Schmalzl quinto, unico straniero fu l’austriaco Hansi Hinterseer, secondo.
La Valanga Aazzurra si mise a spadroneggiare nelle gare di coppa del mondo. Erano Erwin Striker detto “cavallo pazzo” ottimo specialista in tutte e tre le discipline, Herbert Plank (libera), Fausto Radici, Tino Pietragiovanna, Helmuth Schmalzl, Piero Gros, Paolo de Chiesa e naturalmente Gustav Thoeni, con Direttore Tecnico Cotelli.

Quello era il contesto dello sci di allora. Adesso vediamo come andò il famoso slalom parallelo, Thoeni aveva già vinto tre sfere di cristallo della Coppa del mondo ed aveva 24 anni, mentre Stenmark ne aveva 19 e davanti a se un fulgido futuro.
Thoeni, nonostante il suo italiano che invitava a nozze gli imitatori dell’epoca, era diventato una bandiera. Quando gareggiava in Coppa del Mondo, nelle scuole superiori molti bidelli ascoltavano la prima manche mattutina per poter rispondere agli allievi che nell’intrvallo facevano immancabilmente la domanda: «Che ha fatto Thoeni?».
Insomma, lo slalom parallelo a conclusione della stagione 1974-75, disputato di domenica, tenne tutti davanti al piccolo schermo, ancora in bianco e nero, a tifare per Gustav che inseguiva la sua quarta sfera di cristallo. I tre aspiranti alla coppa erano appaiati con 240 punti in classifica. Uno uscì subito di scena: Klammer (specialista in discesa libera), eliminato già nel primo turno. Gustavo e Ingemar avanzano verso l’atto finale senza perdere un colpo. Lo svedese rischia di vanificare tutto inforcando un paletto nella gara con il polacco Bachleda: ne seguì un passaggio da moviola che alla fine assolse Ingemar, con il ct azzurro Cotelli che sportivamente accettò il verdetto.

Finalmente i due contendenti in cima alla pista, per un duello western alla “mezzogiorno di ghiaccio” in Val Gardena. Siamo alla prima manche.
Lo sparo dello startman li fa schizzare dai cancelletti all’unisono. Thoeni impone un ritmo molto alto e Stenmark cerca di tenere forzando un po', ma alla 6° porta non riesce a stare in pista e salta, 1-0 per Thoeni, che si avvia con prudenza al traguardo tra la folla in Tripudio.
Alla seconda manche Stenmark si gioca tutto. Thoeni è molto avantaggiato, conosce tutta la pista, mentre il rivale no. Gustav si aspetta un errore di Ingemar nella seconsa parte del percorso. Partono con perfetto sincronismo, il ritmo è sempre sostenuto, entrambi sciano molto bene. All’intertempo Thoeni ha un leggero vantaggio, ma Stenmark non cede, ci dà dentro, forza il suo slalom, recupera, ma alla terz’ultima porta paga dazio, inforca e cade: la sua corsa finisce lì. Dopo aver tagliato il traguardo, Gustav si avvicina al rivale sconfitto e gli stringe sportivamente la mano, riconoscendogliene comunque il valore.
Gustavo Thoeni ha vinto: la quarta Coppa del Mondo è sua. Gli italiani esultano, in Val Gardena, in tutte le località sciistiche italiane e davanti alla TV.
Gustavo Thoeni
ha avuto modo di ricordare l’enorme tensione di quella giornata e di ammettere: «Quando lui uscì provai un senso di liberazione. Avevo paura di vivere un incubo perdendo la Coppa all’ultima gara, invece realizzai il mio sogno». Come immediato premio, inoltre, l’annuncio della moglie Ingrid, che gli rivelò di essere in dolce attesa della figlia Petra.

Per comprendere il contesto dello sci negli anni '70, occorre ancora considerare altri due fattori.
E' doveroso ricordare Alessandro Casse (Oulx, 30 aprile 1946) ex sciatore alpino italiano.
Negli anni '70 del XX secolo ha partecipato a numerose edizioni dei campionati mondiali di chilometro lanciato, stabilendo il primato mondiale nel luglio 1971 sulla pista di Plateau Rosà con la velocità di 184,143 km/h. Nel 1973 portò il limite a 184,237 km/h.

In ultimo dobbiamo parlare di un’altra “valanga”. Abbiamo parlato della Valanga Azzurra, ma è opportuno ricordare in quale gara nacque la definizione di “Valanga Rosa” per le sciatrici italiane: fu lo slalom femminile dello Stelvio di martedì 28 novembre 1978, valido per le World Series. Ebbene, su un tracciato difficilissimo e ghiacciatissimo vinse una 17enne nata e cresciuta a Milano Maria Rosa Quario, già allora chiamata “Ninna”, che in quelle condizioni si esaltava e che fece il miglior tempo in entrambe le manche rifilando un distacco totale di ben 1”87 alla sua “capitana”, la 23enne Claudia Giordani, figlia del Telecronista Aldo Giordani, Terza a 3”07 fu la svizzera Brigitte Glur, quarta e quinta altre due azzurre, Wilma Gatta e Daniela Zini, sesta la francese Fabienne Serrat, settima e ottava ancora due nostre rappresentanti, Wanda Bieler e Thea Gamper.
L’Epopea della “Valanga Rosa” dura ancora adesso: Sofia Goggia ha vinto ieri la 7° libera consecutiva e oggi l'ennesimo slalom SuperG, entrambe le vittorie in Val d'Isere.
La Storia della Valanga Rosa merita un racconto a sé che sarà oggetto di un blog successivo.