Ehi piccolo! Il calcio è morto. Non sono in vena di condoglianze o opere di bene. Dico solo che è finito. Tutta questa fottuta technologia ci ha rubato l'emozione. Ci ha spezzato l'urlo in gola. La nostra Inter segna ed ho quasi il timore di festeggiare per non essere beffato da quel geometra con i calzoncini neri che disegna un quadrato per aria e rivede l'azione. Passano i minuti e quasi ti dimentichi chi ha segnato o com'è stato il gol.

Piccolo! Il calcio è finito. Perché tua madre non ti vedrà più tornare sporco di fango e felicità, ma ti accompagnerà dall'oculista per regalarti un paio di occhiali ed una stazione di gioco con cui sfidare i tuoi amici virtuali. Il profumo di carta stampata, il fruscio di un foglio girato, il rosa tra le dita, le liti al bar concluse con un brindisi alla birra, hanno lasciato il posto all'esibizionismo degli pseudointenditori. Ora la tua finta cultura calcistica la imprimi sui social e si trasforma in rabbia, insulti ed in un mare di ignoranza.

Piccolo, il calcio è finito! Perché tra i fili d'erba non c'è più l'abbraccio all'amico qualsiasi sia il suo colore di pelle, di occhi o di Anima, ma ci stanno i titoli di giornali che lo insultano nonostante ti abbia dato la mano quando sei caduto o ti abbia aiutato a segnare e tutto questo solo per vendere e fare denaro. Il denaro! Piccolo, il calcio è morto soprattutto per questo. I calciatori da uomini si sono trasformati in scimmie da zoo e ci inducono ad esserlo altrettanto. Ora giocare a calcio è la passerella dei calzettoni firmati, la maglia originale ed i cerchietti alla testa. Eppure i più bravi sono sempre quelli con l'alluce fuori dalle scarpe. Piccolo, il calcio è finito, lo spettacolo si è concluso. Si cali il sipario!