All’ottava giornata di ritorno arriva Verona-Napoli, il big match che non ti aspetti. I gialloblù di Juric sono andati oltre le più rosee aspettative e si ritrovano dopo la brillante e convincente vittoria nel recupero con il Cagliari ad un punto dalla Europa League dietro proprio ai Partenopei, già qualificati alla competizione europea in virtù della vittoria ottenuta in Coppa Italia contro la Juventus.

La storia del match:
Per entrambe le città non è una partita come le altre, una forte rivalità infatti divide le due tifoserie. Alla base di questo astio c’è la solita diatriba tutta italiana tra Nord e Sud, che poi sfocia in maniera becera nel calcio.
Sul campo da gioco però tutto comincia nel lontano 1962, quando alla vigilia di un Verona-Napoli la società azzurra fu accusata e poi scagionata di un tentativo d’illecito cercando di corrompere il portiere gialloblù Ciceri.
L’apice della rivalità si raggiunge intorno agli anni ottanta, quando le due squadre acquistano una certa notorietà nel nostro campionato, dove alla corazzata di Osvaldo Bagnoli si contrappongono gli azzurri guidati da Diego Armando Maradona, che esordisce nella massima serie proprio in una sconfitta al Bentegodi nel 84/85. Sugli spalti spesso ci si è abbandonati a spiacevoli scene di violenza, tanto da essere considerato oggi una partita ad alto rischio secondo il Viminale.
Ma oltre questi episodi ci sono anche sani sfottò, come ad esempio il coro di scherno di tutto lo stadio veronese per celebrare una loro vittoria sui campani intonando “Oj vita Oj vita mia..” , ma come non dimenticare anche il famoso striscione della curva B riferito a Giulietta come una donna di facili costumi e il conseguente cornuto dato al povero Romeo. Molti sono i giocatori che hanno vestito entrambi le casacche si va dai meno conosciuti Coppola e Corrent, per passare a Pecchia e i portieri Giuliani e Garella o ai più blasonati Dirceu, Penzo e Jorginho. Anche Maurizio Sarri per due mesi è stato sulla panchina veneta, subentrato a gennaio e poi esonerato a fine febbraio causa gli scarsi risultati ottenuti.

Le probabili formazioni:
Oggi le due squadre arrivano a questa partita in uno stato di forma ottimale. Il Napoli galvanizzato dal fresco successo in Coppa contro i bianconeri, sembra aver trovato in Gattuso un nuovo timoniere. Il suo 4-3-3 ha cominciato a dare i giusti frutti. Davanti all’esperto Ospina ci sono il dinamico Di Lorenzo e Hysaj spostato all’occorrenza sulla corsia sinistra, rispolverato dal tecnico calabrese. Al centro Maksimovic sostituisce l’infortunato Manolas a completare il reparto con Koulibaly. La mediana è formata da Demme, un centrocampista dai piedi eleganti più propenso però al gioco di rottura e a schermare gli attacchi avversari che all’impostazione del gioco. Mentre ai suoi lati agiranno due mezze ali di qualità come Fabian Ruiz e Zielinski, dotati di un buon tiro dalla distanza e una buona capacità negli inserimenti. I tre tenori davanti sono Callejon Mertens e Insigne, con il belga in non perfette condizioni fisiche insidiato da Milik. Anche se sulla maglia azzurra ci sarà una dedica speciale per celebrare il record dei 122 goal del folletto partenopeo. 
Gli scaligeri come già detto in precedenza partiti da sicura cenerentola si ritrovano ad un passo del sogno europeo, sotto la sapiente regia del croato Juric. Il 3-4-2-1 prevede Silvestri in porta la difesa titolare Rrhamani Kumbulla nel mirino di tutte le big della serie A e Gunter.
Sulle fasce il fido Lazovic sulla corsia mancina e la freccia Faraoni sull’altra fascia con compiti di spinta e copertura. La cerniera di centrocampo sarà occupata dal tutto polmoni Amrabat e dal recuperato Veloso vero e proprio cervello della squadra. Dietro la punta Di Carmine data in buona forma dopo la doppietta ai Sardi, agiranno Zaccagni con i sui dribbling ubriacanti e Verre che dovrebbe essere preferito al claudicante Pessina, che all'ombra del Arena pare aver trovato la giusta consacrazione grazie alla sua buona tecnica che gli permette di sfruttare gli inserimenti sotto porta.
Ora spetterà al campo dare l’ardua sentenza.