Secondi in classifica e qualificati ai quarti di Coppa Italia, basterebbero questi dati per essere sufficientemente soddisfatti. Eppure guardando la partita vinta dal Milan contro il Genoa, i limiti di una squadra che, è bene sottolinearlo, da due anni raccoglie risultati più che confortanti, sono  talmente evidenti che anche il tifoso più tenace e accanito, non può evitare di vederli. Il tutto accentuato se, come successo a me, si vede la partita subito dopo aver assistito alla sfida di coppa inglese, Liverpool contro Arsenal, finita a reti bianche.

Battere il Genoa, fin troppo preoccupato della situazione di classifica, in un campionato che per la squadra ligure si preannuncia complicato fino all'ultima giornata, non doveva essere particolarmente difficile. Una semplice sgambata, possibilmente da risolvere presto, considerando che nella fredda serata milanese la cosa più importante era non incorrere in infortuni. Obiettivo completamente fallito, non solo perchè la partita si è protratta oltre ai novanta minuti, dovendo disputare anche i due tempi supplementari, ma specialmente perchè Tomori è uscito dal campo per un infortunio già rivelatosi grave e Maignan ha sentito un dolore alla coscia che ci auguriamo non abbia conseguenze. Le inquadrature alla panchina del Genoa, anche dopo il momentonea vantaggio, hanno evidenziato un Sheva fin troppo consapevole non solo  dell'esito finale dell'incontro, ma anche sul suo futuro e quello di Mister Tassotti, per l'immediato, con un esonero già scritto. Lo sguardo sempre serio dell'allenatore che per tanti anni proprio a Milano e in quello stadio ha regalato gol e sorrisi, era fin troppo eloquente. Quando Giroud a metà del secondo tempo, con un colpo di testa "chirurgico" ad inviare il pallone sul sette, ha siglato il meritato pareggio, tutti, genoani compresi, speravano non si dovessero giocare anche i due tempi supplementari, come viceversa successo. Troppo grande la differenza fra le due squadre e i cambi operati dai due allenatori ne hanno dato una ulteriore dimostrazione. Così con il passare dei minuti il Milan ha finito in crescendo mentre il Genoa ha rivolto, mente e attenzioni, al prossimo impegno di campionato, a Firenze, per loro ben più importante del turno di Coppa Italia.
Finisce 3 a 1 grazie ai due gol nei tempi supplementari di Leao, un cross che si trasforma in un pallonetto imparabile e Sealemekers che conclude in gol da pochi passi una ripartenza veloce.
Il Milan vince, ma non convince. Vince perchè l'avversario di turno era modesto, perchè ha certezze e motivazioni ben superiori a molte altre squadre, anche più attrezzate, perchè si gioca un calcio "modesto", dove è sufficiente avere pochi giocatori con qualità tecniche superiori alla media per sembrare forti. Non è questione di essere tifosi ottimisti o critichi, è il dover constatare che i risultati più che positivi sono ottenuti nonostante limiti fin troppo evidenti. Le note positive sono rappresentate da Kalulu, in costante crescita, sicuro e intraprendente, da Gabbia che ha solo bisogno di giocare con continuità, da Maignan, Theo, Tonali, diventati insostituibili, dai "vecchietti" Florenzi e Giroud, dalle cui giocate si percepisce sempre quella qualità di cui si sta sempre più perdendo traccia, o da un Leao incontenibile. Fanno tutti parte di quel bicchiere "mezzo pieno" in cui affidiamo il nostro ottimismo da tifosi. Viceversa il bicchiere "mezzo vuoto" propone un Krunic non all'altezza di ruolo e situazione, un Bakajoko più pericolo che utile, un Daniel Maldini troppo giovane e inesperto, bisognoso di quella "gavetta" fondamentale per poter giocare a San Siro da titolare, la stessa riservata a Pobega o Colombo, un Messias ben lontano dal meritarsi la conferma, un Diaz volitivo, ma inferiore come rendimento al turco triste e un Sealemekers tanta corsa e tanta confusione, spesso in difficoltà nella gestione di entrambe. Se a tutto ciò aggiungiamo le assenze per infortuni o malattie e un Rebic ancora ben lontano dai rendimenti esibiti nelle scorse stagioni, diventa difficile guardare avanti con ottimismo, in ottica vittorie.

Purtroppo questa squadra non ha risolto le lacune evidenziate a settembre e, a quanto pare, non vi è alcuna intenzione di intervenire a gennaio. Continuiamo a pensare che senza infortuni la squadra possa battere qualsiasi avversario, forse sarà vero, ma gli infortuni ci sono, oltretutto ben superiori a quelli di altre squadre, Napoli e Juventus a parte. Infortuni oltretutto che in calcio sempre più fisico e veloce, con scontri spesso fortuiti ma violenti, vanno tenuti in seria considerazione, anche perchè si giocano ben oltre le cinquanta partite in dieci mesi di attività.  Fortunatamente abbiamo finalizzatori che possono risolvere le partite e quindi potremmo ancora affidarci a loro per ottenere i gol e i punti necessari per arrivare fra le prime quattro squadre del campionato. La sensazione è che per alzare l'asticella delle ambizioni ci voglia ben altro, più qualità e l'inserimento di quei tre titolari che continuano ad essere solo sogni.  Dispiace vedere che altre formazioni e faccio riferimento alla Fiorentina, solo perchè Commisso ne è Presidente e poteva esserlo del Milan, si stiano attrezzando per essere competitive e non mi stupirei se già il prossimo anno riuscissero a superarci, sia nel bilancio, anche grazie a sacrifici ben remunerati, che a livello sportivo. Ultima considerazione, mentre gli stadi italiani tornano a svuotarsi di pubblico e il gioco è sempre meno qualitativo, oltre manica gli stadi sono pieni, in ogni ordine di posto e le partite sempre più avvincenti, un ulteriore rammarico per chi, come me, ha visto tanto calcio e anni gloriosi.