Un bagno di sangue (economico) turco: si risolverebbe così la trattativa per il rinnovo del contratto di Hakan Calhanoglu, fantasista turco del Milan che, in assenza della firma, a giugno sarà libero di muoversi verso un altro club a parametro zero.

Voci sempre più insistenti e confermate raccontano di una richiesta da 6 o addirittura 7 milioni di euro all'anno, più del doppio del suo attuale ingaggio, mentre il procuratore del numero 10 avrebbe proposto il suo assistito in giro per l'Italia e per l'Europa. Ed avrebbero espresso gradimento - il condizionale è d'obbligo -  club come Atletico Madrid (in pole position), Manchester United ed addirittura Juventus ed Inter.

Una richiesta economica sproporzionata quella del turco tramite il suo disinvolto procuratore, eccessiva sia sul versante prettamente tecnico che su quello ambientale. Sotto il primo aspetto, il giocatore non può essere considerato nella "fascia" di Ibrahimovic e Donnarumma: nonostante le buone, talvolta eccellenti prestazioni degli ultimi mesi, il fantasista turco viene da anni di alti e bassi. Ha 26 anni, deve firmare l'ultimo contratto importante della sua carriera, ma probabilmente l'ha sparata grossa: non è mai stato un top player assoluto e, senza l'avvento di Ibra, forse non sarebbe diventato neanche il buonissimo giocatore che è oggi.

Poi c'è l'aspetto ambientale: nel mondo calcistico (meglio lasciar perdere il resto..) del Covid 19, degli stadi vuoti, degli sponsor che fuggono via, dei diritti televisivi ballerini, presentarsi con questa richiesta di aumento quasi scellerata, dimostra poco senso del reale o, forse, la volontà tacita di liberarsi dal vincolo della maglia rossonera. Per quanto Calhanoglu non abbia mai lesinato impegno, sudore ed abnegazione, il dubbio ci sovviene.
Accettare la bozza proposta dal procuratore, pur di non perdere il giocatore a parametro zero? O lasciare Calhanoglu al proprio destino, magari considerandolo fuori dal progetto tecnico sin da ora?
Posto che la seconda alternativa è sempre la peggiore immaginabile (nonostante i 24 milioni spesi nel 2017 siano stati ammortizzati), scendere ad un compromesso così pacchiano avrebbe troppe ripercussioni negative, proprio nel momento migliore della recente storia rossonera.

In primis, un Calhanoglu da 7 milioni netti a stagione, porrebbe i vari Kessie, Bennacer e Romagnoli nella condizione morale di fare richieste non inferiori. Per non parlare dei raioliani Donnarumma e Ibra, che avrebbero davanti una prateria sconfinata di pretese e rivendicazioni.
Poi ne risentirebbe la nostra autostima rossonera, sempre fondamentale: Calha, se lo vorrà, avrà il suo ricco rinnovo da 4/4,5 milioni a stagione (ed è già tanta, tanta roba..). Altrimenti arrivederci e grazie.
Vedremo quale top club gli darà un ingaggio ed un posto da top player.