Il 5 maggio per molti non significa nulla, ma per i calciofili soprattutto interisti nel bene o nel male è una data che la si ricorda sempre. C'è chi la ricorda per quel fatidico e maledetto (per gli interisti) campionato del 2002 perso nel modo in cui tutti conosciamo, all'ultima giornata in quel di Roma, dopo una partita clamorosa con una rimonta della Lazio inutile per se stessa quanto dannosa per i nerazzurri, ma il 5 maggio di 8 anni dopo ha rappresentato il riscatto per il popolo nerazzurro, il giorno in cui non ci si è più "vergognati" di questa data, l'inizio di un sogno coronato poi qualche settimana dopo con la vittoria della Champions League e col triplete che mai aveva fatto una squadra italiana, e che resta tutt'ora l'unica, quindi penso che dal 2010 l'interista viva il 5 maggio non più come la maledizione di "Poborsky", ma come il preambolo di quel che poi fu dopo, un gruppo di ragazzi che fecero un impresa, grazie ad una grande società, ad un gruppo di grandi uomini prima di essere grandissimi giocatori, e di un condottiero, quel Mourinho che siederà sulla panchina del allora acerrima rivale Roma. Quindi passati ormai svariati anni non posso fare che augurare buon 5 maggio a tutti gli interisti, godiamoci questo 5 maggio da campioni d'Italia, sperando in altri 5 maggio e non gioiosi per noi. Viva l'Inter, amala.