Le dichiarazioni di Wanda Nara in qualità di agente di Icardi, benché mal digerite dai tifosi interisti, non rappresentano una novità. Piuttosto ci si chiede se il capitano nerazzurro si sia mai sentito a disagio per le affermazioni pubbliche di sua moglie, evidentemente più incline a discutere i termini del rinnovo via social che nelle sedi opportune.
La scelta di lanciare messaggi alla società al fine di mettere pressione alle parti in causa attraverso i media, salotti televisivi e social, significa esporre mediaticamente una trattativa delicata come quella relativa all’uomo simbolo dell’Inter di questi anni.
Diciamolo, una volgare bassezza, e nemmeno tanto corretto dal punto di vista professionale.
Ma in guerra e (per) amore tutto è lecito e, di conseguenza, la Sig.ra Nara porta avanti la sua battaglia per consentire ad Icardi di guadagnare quanto un top player e, perché no, intascarsi una lauta commissione.
Tuttavia, se qualcuno avesse dei dubbi sul fatto che tanto chiacchiericcio potesse - in qualche modo - infastidire il capitano nerazzurro, da ieri è chiaro che Icardi è felice del lavoro fin qui svolto dalla moglie. Tant’è vero che ribadisce che la show girl (o personalità mediatica argentina come riporta wikipedia) sarà la sua procuratrice per tutta la sua carriera. Ma non si limita a questo, punzecchia la società ammettendo che il rinnovo si farà quando l’Inter avanzerà una “offerta corretta e concreta”. E questa volta si, è una novità.

Ora, al di là di quelle che saranno le decisioni in merito da parte della dirigenza nerazzurra, c’è qualcosa che non torna. Marotta può tranquillamente decidere per il rinnovo andando incontro alle richieste di Icardi e consorte, salvaguardando un patrimonio della società, in termini valore di mercato, e della squadra per rendimento. Tuttavia, pur riconoscendo come legittime le aspettative personali del giocatore (in quanto professionista), dirigenti e allenatore potrebbero chiedersi se è ancora il caso di fare di Icardi l’uomo simbolo di questa Inter, nonché il capitano. Nessuno azzarda paragoni con i Capitani (volutamente con la lettera maiuscola) del passato o ci si aspetta che anteponga il suo interesse personale a quello della squadra che rappresenta. In fondo Icardi è figlio dei tempi social, dove contano più i like ai post pubblicati che le “palle” per farsi riconoscere leader in campo e fuori. Di più, si è voluto anche dimenticare atteggiamenti da “bullo” nei confronti degli ultrà, tra l’altro anche riportati sulla sua biografia (…) e poi, miseramente, rimossi.

Ma mettere in imbarazzo l’Inter no, questo è davvero troppo. Di conseguenza, sarebbe opportuno che Marotta & co. diano un segnale forte in questo senso: sì al rinnovo e no alla fascia. In fondo, la storia recente ci insegna che per crescere, costruire e vincere, c’è bisogno di una società solida e coesa, giocatori che fanno la differenza in campo e uomini “spogliatoio” che lavorino sul gruppo. Una società forte non può cedere su tutta la linea sulla vicenda Icardi, sarebbe piuttosto un segno di debolezza.
Ad Icardi il compito di continuare a fare la differenza in campo, ma a rappresentare il gruppo ci penserà qualcun altro, evidentemente con le qualità che all’argentino difettano.