Ormai non stiamo più sfociando, ma siamo già ben al largo nel mare del RIDICOLO.
E' passata una settimana e siamo ancora qui a tener vivo un argomento che fosse successo tra altri protagonisti probabilmente non sarebbe nemmeno stato riportato, allusioni su allusioni nel tentativo di trovare del marcio che non c'è.

Siamo arrivati al punto di volere il razzismo per poter dire che non vogliamo il razzismo.

22 giocatori in campo, altrettanti in panchina, allenatori e staff, terna arbitrale, quarto uomo, dirigenze di società internazionali, nessuno di questi ha pronunciato la parola razzismo, ma la FIGC decide di aprire un'inchiesta per interrogare l'arbitro Valeri... sul nulla.
Perché non si ha il coraggio di dire che l'errore più grande è stato commesso proprio dall'arbitro, da quella classe che ormai è più cinematografica che calcistica (Rizzoli dove sei?), dove il fallo viene dato a chi urla più forte e a chi simula meglio, dove viene permesso a due calciatori di tirar su un teatrino durato più di cinque minuti e il problema grosso è proprio questo, i due calciatori dovevano essere cacciati dal campo, quello sarebbe stato insegnamento.
Ma a quanto pare no, rimangono in campo, più per il nome che hanno sulla maglia che per la poca veemenza dei gesti che hanno compiuto, e qui entra in scena tutto il ridicolo che può esserci, si inizia a scavare e scavare e scavare per cercare qualcosa che non c'è.
"Scava scava, dobbiamo trovare il razzismo".
"Ma delle persone in campo nessuno ha nominato il razzismo".
"Lascia stare, tu scava".
Vogliamo vedere il brutto in tutto quello che succede per poi dire che il brutto non va bene e in tutto questo intanto lasciamo impunite le reali cose da punire.
Negli ultimi anni calcisticamente e socialmente ogni passo che facciamo lo facciamo all'indietro, e non solo per il razzismo, ma per questa visione buonista che ci acceca.
Lasciamo che almeno uno sport come il calcio rimanga tale, cerchiamo di dare insegnamento sulle regole e i comportamenti senza sempre tirare in ballo quello che ci fa comodo per sembrare "buoni" o vendere giornali, andiamo ad intervenire su quei giocatori che simulano, ululano e recitano come i migliori protagonisti di Hollywood.
Questa mentalità sta rovinando lo sport più bello del mondo... e non solo.
Grazie.