Oggettivamente possiamo affermare con dovizia di particolari che, con Ibra, il Milan è ritornato a competere. Ha portato esperienza, ambizione e carisma. Il lavoro fatto è degno di nota, e bisogna attribuirgli questa rinascita.
Esaminando le statistiche, emerge un dato allarmante. Ibra è anche un flop, infatti ha giocato solo il 45% dei minuti disponibili, troppo poco se consideriamo la reale necessità della squadra. 
Il rendimento dei giocatori di Pioli, è stato buono anche senza Zlatan, che però in troppe occasioni è mancato. Le sue assenze sono state determinanti per la lotta scudetto. Sarò duro nel dire che giocando con Leaõ e praticamente senza mai poter contare su Mandzukic abbiamo regalato lo scudetto all’Inter, ma é la triste realtà.
Gli infortuni alla sua età, sono più frequenti e richiedono tempi di recupero maggiori, Maldini lo sapeva, quando ha deciso di puntare solo su di lui, in una stagione particolare dove si gioca ogni 3 giorni. 
Il caso Sanremo, ora la convocazione in nazionale, distolgono e non poco, l’attenzione dal Milan. 

Non è una novità, ma la mancanza di tanti titolari richiama una certa diligenza e professionalità. Ritornare a 39 anni in Nazionale è affascinante, molto romantico e motivante, ma è assolutamente irresponsabile nei confronti di un Milan a pezzi, che ha bisogno del miglior Ibra, ora più che mai. 
È già tempo di bilanci, Maldini, Massara e Moncada devono guardare oltre e puntare ad attaccante di peso, che possa garantire al reparto offensivo stabilità. 
Con Ibra si può proseguire magari con un contratto vincolato alle presenze, altrimenti ringraziamo e salutiamo affettuosamente. 
Il futuro non aspetta!