Dopo un calvario interminabile, circa otto mesi, Ibrahimovic è pronto al rientro. Ha preannunciato i suoi propositi in una intervista esclusiva sulle reti Mediaset affermando tra l’altro: “Sono ancora il numero uno, adesso torno e la musica cambia.” con la sua solita indole, con l’immancabile ego smisurato, quello che ne ha fatto un personaggio oltre il campo da gioco. A questo punto i “fedeli” sono in palpitante attesa del Messia, da non confondere con l’altro Messias, compagno di squadra, molto più scarso e compassato.
Durante il recupero dall’infortunio, Zlatan ha dilettato i suoi discepoli con dichiarazioni qua e là, sempre divertenti e provocatorie che hanno avuto il sapore di “Non dimenticatemi, eh!!” stile Renato Zero. In aggiunta, un paio di pubblicità dove si esibiva danzando sotto gli occhi dei suoi seguaci adoranti e nei panni del legionario Caio Antivirus, anche qui davanti a migliaia di proseliti schierati, nel film Asterix & Obelix: Il regno di mezzo.
Ibrahimovic nella sua carriera ha dimostrato di essere un calciatore fenomenale, con un crescendo costante e implacabile che lo ha portato a vincere ripetutamente, ovunque abbia giocato. Una carriera sulla quale nessuno può dire nulla.
Fuori dal campo, invece, quel modo di proporsi, inizialmente divertente, è diventato stucchevole. Ora, purtroppo per lui e per i suoi tifosi, iniziamo a ricordare più le sue affermazioni sopra le righe che le prestazioni sportive. Sempre più cabaret e sempre meno minuti in campo.
A seguire solo alcune delle massime rilasciate negli ultimi anni.
Ibra dixit:
- “Non posso che compiacermi di quanto sono perfetto"
- Ad Ancelotti: "Credi in Gesù Cristo?". "Sì", rispose Carlo. "Allora credi in me, e rilassati"
- "Una cosa è sicura: una Coppa del Mondo senza di me non merita di essere seguita"
- "Oggi è il compleanno di mia moglie. Quale regalo le ho fatto? Niente, ha già Zlatan no?"
- "Se Parigi rimpiazzasse la Tour Eiffel con la mia statua, rimarrei di sicuro"
- "Io non ho bisogno dei media, sono i media che hanno bisogno di me.”
- Alla domanda su chi vincerà gli spareggi per la Coppa del Mondo: "Solo Dio lo sa", replica alla quale il giornalista ironizza: "È un po' difficile chiedere a lui". E Zlatan: "E perché? È qui davanti a te, adesso"
- "Non sono un tipico ragazzo svedese, ma ho messo la Svezia sulle cartine mondiali"
- Ad Amadeus, al festival di Sanremo: "È un onore per me essere qua, ma è anche un onore per te avermi qua”
- "Sono come il vino, più invecchio e più divento buono"
Ecc,ecc,…
Ora, la domanda sorge spontanea (grazie Lubrano). Il Milan ha davvero bisogno di “questo Ibrahimovic?”
Nell’immediato forse sì. Ma la prossima stagione probabilmente no.
Il Milan visto nelle ultime settimane ha bisogno di altro. Lui potrà magari stupire ancora con qualche gol spettacolare o prestazione di rilievo, ma poi? I rossoneri devono pensare al futuro, investire su giovani talenti. All’ombra di Giroud facciano crescere un attaccante, che al Milan manca come l’aria. Anche perché lo stesso Olivier non è più giovanissimo. Origi non è pervenuto. Rebic non da continuità. Leao, se rimane, da solo non basta.
Zatlan invece, dovrebbe rassegnarsi, avendo più rispetto per la propria carriera.
“Milano non ha mai avuto un re. Loro hanno un DIO.” ha affermato.
Ahimè, con molto, molto rammarico, forse sarebbe ora che nostro Signore andasse in pensione.
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