In settimana l'intervista di Don Garber alla ESPN, Commissioner della MLS (sostanzialmente il capo della Lega Calcio USA, non uno qualunque dunque, ndr), rimbalzando da oltre oceano qui da noi, ha riportato sulle prime pagine dei quotidiani sportivi e non, la ricorrente questione del ritorno di Zlatan Ibrahimovic al Milan.

Dal 18 luglio 2012, quando venne annunciato il doloroso passaggio al PSG, i tifosi rossoneri hanno desiderato il suo ritorno, mentre da parte sua il calciatore non ha mai nascosto né lo stretto legame affettivo con la Società oggi di Elliot né quello preferenziale della sua gentil consorte con la città di Milano.

Sarebbero state due formidabili motivazioni per un ritorno in pompa magna del fuoriclasse svedese in Italia e nel Milan, viceversa le voci non si sono mai concretizzate, neppure due stagioni or sono quando sembrava che fosse finalmente arrivata la volta buona con Leonardo e IBRA ad un passo dall'accordo e neppure l'estate scorsa, quando nuovamente si aprì uno spiraglio che, però in quella circostanza, fu proprio Elliot a chiudere, col famoso diktat "acquistare solo giovani di belle speranze".

Ecco spiegato perchè le dichiarazioni rilasciate da Don Garber hanno immediatamente trovata vasta eco mediatica e soprattutto terreno fertile presso la tifoseria rossonera, che sui social non si è trattenuta dal manifestare il proprio entusiasmo per questa notizia, ammesso che possa considerarsi tale.
Già, perchè solo qualche settimana fu IBRA che sembrò chiudere la porta in faccia al Milan, quando la GdS il 19 ottobre pubblicò una significativa intervista col giocatore, che sui rossoneri si espresse in questo modo: "...Vorrei andare in una squadra che punti allo scudetto... Il Milan non è lo stesso che ha fatto innamorare migliaia di tifosi in Italia e nel Mondo. E' un DISASTRO: molte parole e pochi fatti".

In questo contesto si sono aggiunte altre voci che davano lo svedesone vicino ad altri club, in Italia Napoli e Bologna e all'estero. Dunque a Zlatan non mancano valide alternative al Milan, soprattutto il Napoli, che nonostante le attuali difficoltà potrebbe ancora essere considerato in lotta per vincere lo scudetto o la champions, indicati dallo stesso Ibra, come validi motivi per indirizzare le sue preferenze.
La realtà peraltro appare più complessa: Ibra non sembra essere tentato dalla piazza partenopea e ha lasciato trapelare che potrebbe anche cessare la professione; dunque tutto è ancora possibile.

Volendo esaminare i pro e i contro che si avrebbero col tesseramento dello  svedese, la prima cosa che va rimarcata è la sua età; Zlatan è nato il 3 ottobre 1981, ha quindi da poco compiuto 38 anni; è un calciatore sufficientemente integro, avendo sopportato infortuni gravi, ma "nella norma", da cui è guarito sempre perfettamente; è quindi in grado di giocare un gran numero di partite, senza problemi; inoltre le frequenti immagini e video giunti dall'America rassicurano circa la sua perdurante capacità di segnare a raffica anche gol pregevoli e difficili.

Se tecnicamente è ancora un buon affare altrettanto se non meglio è l'aspetto relativo alla personalità e leader ship; si tratta di un vero e proprio trascinatore, un vincente per natura che apporterebbe al gruppo esempio, professionalità, spirito di sacrificio e voglia di vincere: un bel salto di qualità per qualunque club se lo accaparrasse.

Le perplessità derivano unicamente dall'aspetto economico e dalle motivazioni; Ibra è rappresentato da Mino Raiola ed è all'ultimo contratto della sua vita; inoltre è padrone del suo cartellino quindi non ci saranno altre spese da sostenere oltre il suo ingaggio, che in MLS ammontava a circa 10 mln annui, al netto delle tasse.
Difficile che Raiola si accontenti di meno su base annuale, mentre qualche riduzione concederebbe nel caso di contratto biennale: ma qui si fa dura per un club impegnarsi con un importo comunque elevatissimo, per un calciatore che avrebbe a scadenza più di 40 anni, seppur della levatura dello svedese.

Costi irrecuperabili, da ammortizzare  nel giro di uno o due anni, che appesantirebbero qualunque bilancio, figuriamoci quelli già pesantemente in rosso... col rischio di trovarsi un calciatore ormai "scarico" di motivazioni e comunque con la certezza di doverlo sostituire nel breve periodo, sostenendo un nuovo importante investimento.

Questi i pro e i contro che i club interessati a Ibra stanno valutando: Milan in primis; scelta non facile, ma proprio per i suoi esiti sarà determinante non sbagliarla.