So che molti tifosi dei rossoneri ri-vorrebbero un bel Ibra-bis, e attenzione, chi scrive l'articolo è un'interista che ricorda con un sincero affetto le magie di IbraCadabra (le lacrime per la doppietta di Ibra al Parma non si scordano), ma siamo sinceri, il Milan ha bisogno di un altro attaccante centrale? Ne ha davvero bisogno?

Bhe, in realtà si, soprattutto se Gattuso vuole puntare sulla convivenza possibile e potenzialmente molto pericolosa di Higuain e Cutrone. Se il nuovo modulo sarà un 4-4-2 allora altri attaccanti serviranno, per far panchina, per far turnover e per poter proseguire nella crescita e nell'apprendimento degli automatismi del gioco a due punte, che per ovvie ragioni saranno diversi da quelli di un modulo con un'unica punta centrale. Poi nulla vieta di ritornare, in caso di necessita o di esigenze tattiche, a quel 4-2-3-1 che poi in fase offensiva diventa un 4-4-2 adattando i vari Calhanoglu, Castillejo, ecc... al ruolo di seconda punta, però l'idea preminente è quella che le 2 punte siano la soluzione migliore per questo Milan.

E dopo aver semplificato al massimo la questione tattica torniamo a parlare di calcio giocato. 
Immaginiamo un Milan-Roma dove non entra Cutrone, ma entra un ipotetico Ibra. Sarebbe stata, in quel contesto, la scelta più logica, Ibra al Milan verrebbe gestito come uno spacca partite degli ultimi 20 minuti, perché, a detta di Ibra stesso, a 37 anni e dopo quell'infortunio deve anche sapersi gestire bene.
Ok, entra Ibra, e magari fa lui il goal che fece Cutrone, o manda in goal con una magia un'altro compagno, o meglio, il Milan vince 3 a 1, con Ibra che torna per quei 20 minuti a dettare legge in campo.
In tutto questo abbiamo un Milan che non fa entrare Cutrone, che finora si è fatto spazio a suon di rabbia e voglia di dimostrare il proprio talento.  Il Milan così guadagna una vittoria che però rallenta la crescita dei giovani della squadra.

E fine del discorso.
Il Milan si sta dimostrando un'ottima palestra per i giovani, e dimostra con l'acquisto di Paqueta che quella è la volontà della nuova dirigenza.  Calabria, Caldara, anche il semplice tenere Cutrone con l'arrivo di Higuain sono segnali da considerare. Il Milan punta sui giovani, e un Ibra che arriva a gennaio e sta in squadra pochi mesi non è un investimento come potrebbe essere puntare a far crescere altri giovani interessanti. Anche perché, e questo è un tasto molto dolente ma che va considerato, l'obbiettivo del Milan non è lo scudetto ma il ritorno in Champions, e il ricreare una squadra competitiva per il futuro, quando la Juve sarà, se mai lo sarà dalle italiane, raggiungibile.

In questo presente le milanesi costruiscono il futuro e Ibra, ahimè, di futuro nel calcio competitivo ne ha poco.