Bentornati al quindicesimo appuntamento de 'I Venti Portieri Più Forti Della Storia', oggi torniamo nella nostra bella penisola, dove troviamo un portiere che ha fatto la storia di tre club in carriera, ma anche della nazionale con vittorie storiche: Enrico Albertosi.

Enrico Albertosi nasce il 2 novembre 1939 a Pontremoli, nella provincia di Massa Carrara (Toscana). Enrico nasce poco dopo l'inizio della Seconda Guerra Mondiale, in un paesino nel massese, mentre la situazione critica mette a repentaglio l'intera nazione, che da lì a poco avrebbe subito l'attacco delle pattuglie tedesche. Il piccolo Enrico è figlio di un calciatore, già papà era il portiere della Pontremolese, e fin da bambino lo spinge a seguire le proprie orme, cosa che il segue, con grande passione. Seguiva le partite casalinghe e tra il primo e secondo tempo, entrava e si piazzava in porta dove il padre lo allenava. Tutta la sua prima adolescenza la passa tra le partite del papà e la scuola. Così a 15 anni, entra nella Pontremolese, dove resta per una stagione e si fa le ossa, prendendo il posto del portiere che era stato chiamato dal servizio militare in marina. Nel 1957 passa nelle fila delle giovanili dello Spezia restando fino al 1958 per poi passare in prima squadra nella stagione 1957-1958 con la squadra che gioca in IV serie, dove ha la possibilità di giocare quattro partite, con la promozione della squadra a fine stagione.

Nella stagione successiva passa alla Fiorentina, dove in breve tempo conquista la titolarità, esordendo in Serie A il 18 gennaio 1959 nello 0-0 contro la Roma allo stadio Comunale di Firenze, anche se i primi 5 anni è il secondo di Giuliano Sarti, che in quel periodo era tra i più forti portieri italiani in attività. Da riserva vince la Coppa Italia battendo la Lazio 2-0, prendendo il posto della Juventus che rinunciò a giocare la competizione. Nella stessa stagione, sempre da riserva, alza una Coppa delle Coppe contro i Ranger di Glasgow per 2-0, oltre ad una Coppa delle Alpi battendo lo Young Boys Berna per ribaltando un 3-2 con un 6-2 al ritorno.
Nel 1961 viene convocato nella Nazionale italiana, dove debutta in un'amichevole, vinta 4-1 dall'Italia contro l'Argentina, mentre partecipa al Mondiale 1962 in Cile, come secondo portiere alle spalle di Lorenzo Buffon. 
Nella stagione 1963-1964 diviene il titolare della squadra viola, dopo che Sarti passa all'Inter, da quel momento inizia la vera carriera a grandissimi livello di Albertosi. Con la Fiorentina fino al 1968, conquista la Coppa Italia 1965-1966, battendo il Catanzaro per 2-1, la Coppa Mitropa vincendo per 1-0 contro gli slovacchi del  Jednota Trencin. Mentre, da secondo portiere, aveva perso; una finale di Coppa Italia contro la Lazio nel 1958, una di Coppa Mitropa 1964-1965, una di Coppa delle Coppe 1961-1962 contro l'Atletico Madrid.

Nel 1966, causa grave infortunio di William Negri, portiere del Lanerossi Vicenza, con cui era in competizione, partecipa al Mondiale 1966 da titolare, dove la squadra azzurra venne estromessa a girone, piazzandosi terza. Nel 1968 arriva la chiamata del Cagliari, che in quegli anni stava formando una squadra che da li a poco avrebbe fatto la storia. La sfortuna vuole che proprio nell'anno del suo addio, la Fiorentina conquista lo scudetto 1968-1969, ma non sarà troppo amara... Viene convocato in Nazionale italiana per partecipare a tutte le qualificazioni per l'Europeo nel 1968, un infortunio nella fase finale gli fa saltare soprattutto la finale, che l'Italia vince in finale contro la Jugoslavia, con in porta Dino Zoff, conquistando il suo primo trofeo in azzurro.

Ma non è finita qui... visto che nella stagione 1969-1970 con il Cagliari si aggiudica il primo e storico scudetto della squadra sarda. Albertosi entra nella storia anche in base alle reti subite, soltanto 11 in campionato. Nella stagione successiva esordisce in Coppa Dei Campioni, e dopo un passaggio del turno ai sedicesimi di finale contro il Saint-Etienne, ma poi deve soccombere contro l'Atletico Madrid, dopo aver vinto per 2-1 nella gara in casa, per poi cadere in Spagna con un secco 3-0. Nel 1974 passa al Milan, dopo ben sei stagioni in terra sarda, con due stagioni a secco di vittorie, che compensa prima con la Coppa Italia 1976-1977 contro l'Inter per 2-0, e con il suo secondo scudetto in carriera nella stagione 1978-1979, mentre per il Milan fu il decimo che portò la stella sulle maglie rossonere a partire dalla stagione successiva.

Nel 1980 è il momento più buio della carriera del portiere toscano, tanto che nel giro di Calciopoli viene inserito tra gli indagati per una combine, venne prima radiato dal calcio, per poi ricevere, con il Milan spedito in Serie B, una squalifica di 4 anni. All'età di quarantanni, con quella squalifica, Albertosi pensa la ritiro, sarebbe tornato soltanto a quarantaquattro anni. Ma il portiere non si abbattè, ma la carriera nel grande calcio era finita, così considerà di tornare nelle serie minori nell'Elpidiense, squadra di Fermo, che in quell'anno giocava in Serie C2, piazzandosi al sesto posto nella prima stagione e poi retrocessa nella stagione seguente. La sua ultima stagione 1983-1984, la gioca in Interregionale ritirandosi al termine all'età di 44 anni, con 691 presenze in tutti i club, e 34 presenze in nazionale.

Dopo il ritiro, e una lunga distanza dal calcio, nel 2000 entra come supervisore dei portiere per la società calcio Margine Coperta, squadra succursale della Juventus a Massa Carrara. Nel 2004 viene colpito da una tachicardia ventricolare, mentre partecipa ad una corsa di cavalli all'Ippodromo di Montecatini, in una gara tra giornalisti, portato all'ospedale entra in coma farmacologico, si risveglia pochi giorni dopo senza complicazioni gravi, riprendendosi completamente con il tempo.