Andrea Pirlo è in bilico. Forse più per noi tifosi che per la società che continua a difenderlo, come non era mai capitato a nessun altro allenatore della storia della Juventus che avesse portato dei risultati così scadenti, a livello sia di punti che di proposta di gioco.
Sarebbe una visione oggettiva delle cose a metterlo in bilico, ma lui con la sua proverbiale calma si sente tutelato, tanto da risultare alcune volte troppo sbruffone o spavaldo. Come un figlioletto viziato assunto nell'azienda di papà grazie alla parentela, è ormai chiaro come Pirlo sia stato assunto come allenatore della prima squadra bianconera alla stessa maniera, ossia per amicizia, sulla linea di come pare che ormai Agnelli diriga la Juventus negli ultimi 3 anni, affidandosi agli "amici". Tant'è vero che alla prima esperienza di allenatore avrebbe dovuto allenare l'under 23 in origine, come sarebbe stato più giusto per la sua carriera appena sbocciata.
Il disagio di Pirlo sulla panchina bianconera è lampante, ma uno degli aspetti che meno vengono enfatizzati di tale disagio sono le conferenze stampa del "Maestro". Chiunque può vedere i mediocri risultati della Juventus guardando le partite, ma tale mediocrità risulterebbe ancora più motivata se si ascoltano le parole di Pirlo prima e dopo le partite, cogliendo come persino lui, potrebbe non aver capito cosa significhi essere e fare l'allenatore, nonostante ne abbia avuto numerosi tra i migliori esempi della scuola italiana quando era giocatore: Ancelotti, Conte, Allegri ecc.

I TORMENTONI
Chi, quando può, segue le conferenze stampa avrà ormai capito che c'è un copione scritto ogni volta che Pirlo apre bocca. Si comincia solitamente con gli ormai famosi "Sì sì, no no" e questo è un aspetto fondamentale. Perchè se abbiamo capito una cosa di Pirlo quest'anno è con quanta facilità cade in contraddizione. Parla del progetto Juventus da lui intrapreso come di un progetto basato sui giovani, salvo poi convocarli solo per farli stare in panchina o in tribuna, sottraendoli di fatto all'under 23, che è andata in crisi di risultati in serie C a casusa di queste mosse. Parla del suo come di un gioco propositivo fatto di costruzione dal basso e riaggressione alta, ma quello che vediamo dopo 8 mesi è una squadra sfilacciata, che non costruisce né riaggredisce di reparto, dalla manovra offensiva sterile se non inesistente, che vince le partite in maniera più episodica, con una giocata individuale, che di squadra. Quando la Juventus vince 2 partite di fila, non le vince mai nella stessa maniera, perché fondamentalmente nemmeno lei sa come ha fatto. Per questo molto probabilmente non siamo mai riusciti a fare 5 vittorie di fila in campionato, perchè non sempre gli episodi ti dicono bene (Porto, Napoli, Fiorentina e tanti altri), e quando non lo fanno la Juventus non sa come reagire di squadra e l'apporto in questo senso dell'allenatore è inesistente, semplicemente se la Juve vince... Capita!

CAPITA...
Un altro tormentone tanto caro al nostro Andrea è "Capita" che a mio avviso è la cosa più inascoltabile che può uscire dalla bocca di un allenatore. Cosa vuol dire capita? Capita che Ronaldo non salti in barriera (Parma), capita che salti e non ci sia nessuno dietro (Porto), capita che Bentancur, Kulusevski, Arthur, Bonucci, Chiellini e chi più ne ha più ne metta regalino il pallone agli avversari davanti alla porta che ci fanno gol. Capita, capita, capita... No caro Andrea, non può capitare e se capita è perchè non si sono curati i dettagli, perchè non ci sono soluzioni di scarico quando siamo prestati, perchè la costruzione dal basso è lenta e mal fatta e le colpe dei giocatori arrivano fino ad un certo punto. Può capitare una volta, due volte, ma se capita spesso allora l'errore è sistemico, è di concetto e non individuale. 

RESPONSABILITA'
L'assunzione di responsabilità no è esattamente il punto di forza di Pirlo, ha iniziato solo nelle ultime settimane a fare un pò di mea culpa, quando la classifica ha iniziato a farsi pesante, forse troppo pesante persino per la dirigenza che lo protegge come se fosse Guardiola. Quante volte abbiamo sentito dire che i giocatori non eseguono le sue idee? Quante volte la responsabilità è stata scaricata sul Bentancur, o Kulusevski di turno. Gli unici intoccabili sono i suoi amici senatori, che sa che hanno un peso (troppo) importante per la riconferma o meno di un allenatore e che se se li tiene buoni potrebbe uscirne vivo persino dopo il disastro di quest'anno. Attacchi continui invece ai giovani che non hanno esperienza e toppano le partite, nonostante a reggere la baracca quest'anno ci siano soprattutto Chiesa e De Ligt, per distacco i migliori questa stagione, mentre se Chiellini fa un fallo idiota facendoci perdere col Napoli, o se Bonucci perde l'uomo in marcatura (sai che novità) o Ronaldo fa quello che sta facendo nelle ultime giornate...Capita!

KULUSEVSKI 
Questo giocatore è l'equivoco tattico della stagione. Ogni anno da qualche tempo ce ne deve essere almeno uno. Colpa sì della dirigenza che acquista giocatori senza criterio, senza ponderare se siano o meno funzionali al modulo o al gioco dell'allenatore, ma seguendo la logica di Agnelli che si può vincere persino con un novellino in panchina con tale popò di squadra, questo ragionamento è per forza di cose secondario. Ciononostante Kulusevski è un ragazzo giovane su cui si è puntato con un investimento di 40 milioni (troppi), senza avere idea di dove collocarlo in campo. Con Sarri probabilmente avrebbe ricoperto il ruolo di ala come a Parma in un 4-3-3. Con Pirlo non si capisce mai dove stia e dove sia durante le partite. Il talento si è visto, qualche strappo, qualche gol e assist, ma il suo rendimento complessivo è stato insufficiente. Colpa sua? Pirlo non fa che ripetere ad ogni intervista che "Kulusevski ha 20 anni". Lo ripete come un mantra, forse per proteggerlo dalle critiche, per de-responsabilizzarlo, ma questo non pare sortire effetto alcuno sul rendimento dello svedese. Ciò di cui ha bisogno Kulusevski è semplicemente di giocare nel suo ruolo, in una squadra che abbia un gioco, con manovre precise. Se la squadra non funziona, non gira, è piena di equivoci tattici e non sa attaccare, come può rendere bene un giocatore giovane dalle caratteristiche di Kulusevski, alla seconda stagione in serie A? Evidentemente anche qui gli errori sono di natura tecnico-tattica e ascrivibili al mister.

BUGIE
Infine, come ho già detto e ripetuto in altre occasioni, Pirlo non è del tutto responsabile di questa stagione che rischia di essere fallimentare, ma a questo punto ne è complice, oltre che sintomo! Come i suoi "amici" in società e dirigenza sembra incapace di ammettere i propri errori, forse perchè la scelta di Agnelli che lo ha portato dove si trova, è figlia del medesimo problema, non saper ammettere un errore. Negli ultimi anni di errori ne sono stati commessi, ma non sono mai stati ammessi, non si è mai stati in grado di porvi rimedio con onestà intellettuale, si è cominciato e continuato a nasconder la polvere sotto al tappeto. La squadra aveva iniziato ad avere dei problemi gravi, ma lo scudetto a fine stagione, sempre più faticoso nascondeva gli errori, lavava via ogni macchia. Errori a catena e bugie che li mascheravano. Mentire sia a se stessi che ai tifosi e continuare a mentire e a mentire, questo ha fatto e fa la società e non da quest'anno. La catastrofe covid ha accelerato i tempi, ma la strada era già imboccata e difficilmente con tale mentalità si avrebbe avuto l'onestà di tornare indietro, per una società che vive nell'ossessione di vincere sempre e non riesce a guardare al futuro.

Parafrasando una famosa serie tv che rispecchia, con le dovute proporzioni, la situazione della Juventus attuale: puoi nascondere la verità fino a farla diventare invisibile, ma la verità non è sparita, è lì e prima o poi risalta sempre fuori per fare i conti.
Cosa è andato storto quest'anno?
Cosa porta una squadra Campione d'Italia 9 volte di fila a rischiare il quarto posto ed andare incontro ad un fallimento epocale? Le bugie!