Ora basta. Dalla terza categoria alla serie A, ogni tifoso merita rispetto. Dopo aver passato un'estate all'insegna di ricatti, dopo aver visto il proprio idolo, il campione su cui ricostruire una squadra che merita ben altri obbiettivi che il sesto posto in campionato, ad un passo dall'addio, la telenovela si ripete. Raiola sa di avere fra le mani una pepita d'oro e vuole farsela fruttare, forse giustamente per i suoi conti personali ma, ingiustamente per il rispetto e la pazienza già ampiamente dimostrata da ogni tifoso rossonero.

Iniziamo a chiarire un concetto, cioè che Donnarumma non è il burattino in mano a Raiola perchè, se così fosse, potrebbe liquidarlo in quattro e quattr'otto come il buon Hamsik ha dimostrato. Ne è complice.

Guadagnare sette milioni di euro a diciotto anni (6 lui + 1 il fratellone), avere un ruolo fondamentale all'interno di una società gloriosa come il Milan, essere il numero uno della nazionale italiana (A   D-I-C-I-O-T-T-O   ANNI), essere amato da tutti i ragazzini italiani....cosa volere di più?

Se realmente il suo procuratore non  ha firmato la clausola rescissoria, perchè il Milan dovrebbe impazzirsi ad inserirla quando è palesemente sconveniente alle sue tasche?

Il Milan è un'istituzione più grande dei portieri Donnarumma quindi, se loro ed il loro procuratore vogliono andarsene, facciano in fretta le valigie e non si facciano rivedere per Milano; i vali Perin, Skorupski, Leno, aspettando Brignoli, farebbero a morsi per prenderne il suo posto, magari non assicurerebbero un futuro lungo ed al top come calcisticamente potrebbe rappresentare il portiere di Castellammare ma, assicurerebbero il rispetto, violato, dello stufo tifoso rossonero.