La domanda che viene fatta costantemente alla Dirigenza del Milan è in merito ai rinnovi contrattuali di Donnarumma e Calhanoglu, liberi dal 1° febbraio di potersi accordare con squadre disponibili ad accontentare le loro richieste economiche. Anche se è più di un anno che si scrive e commenta su quale potrà essere il finale, sono tutti convinti, tifosi e addetti ai lavori, che il Milan e la Proprietà siano obbligati ad accontentare i giocatori e i loro rispettivi procuratori, per non perderli a zero, senza alcun rimborso economico.

CONSIDERAZIONE TOTALMENTE SBAGLIATA e a certificare questa mia affermazione è proprio il fatto di essere arrivati a febbraio senza accettare imposizioni o ricatti, ma lasciando liberi gli interlocutori di valutare quale sia la soluzione migliore. E' innegabile che la pandemia ha totalmente cambiato la situazione economica mondiale. L'assenza del pubblico negli stadi e le minori entrate economiche dai diritti televisivi hanno prodotto un ridimensionamento di quasi tutte le Società Sportive. Oggi la priorità è: non fallire, non certo aumentare contratti che già sono al limite del sostenibile. Va oltretutto evidenziato che non ci sono ancora certezze su quando questa pandemia verrà sconfitta, potendo tornare alla normalità e ciò non fa altro che aggravare la situazione.

Fra i tanti meriti da attribuire a Maldini e a tutta la Dirigenza vanno segnalate la chiarezza e trasparenza con cui si sono sempre proposti. Ecco che affermando che il Milan aveva iniziato già prima che arrivasse il covid a tagliare gli stipendi e le spese, espone chiaramente quale sia il percorso intrapreso e che la Proprietà ha fissato limiti che non possono essere oltrepassati. Parole chiare, precise che possono non essere gradite, specialmente ai tifosi, ma non per questo, prive di un valore preciso. Il Milan ha fatto pervenire le proprie offerte, attende ora solo le risposte, ma non accetta ricatti e aggiungo, giustamente. Sa benissimo che i due giocatori potrebbero andare via, ma l'effetto domino che scatterà con tutti gli altri giocatori, in scadenza, non può essere sottovalutato e sarà di fondamentale importanza nel futuro di questa squadra.

Gigio Prodigio è indubbiamente fortissimo e infatti il Milan gli propone un contratto importantissimo. Un quadrennale da sette milioni o poco più, più bonus, cifre rilevanti, specialmente per un giocatore che avrà almeno altri dieci anni di carriera a questi livelli, ma il suo procuratore chiede almeno nove. L'ingaggio di Donnarumma sarà il riferimento per tutti gli altri giocatori, è questo il reale nocciolo della trattativa. Ci sono squadre disponibili a riconoscere un ingaggio di 10 M per il nostro portiere? Probabilmente sì, oltre la parcella di Raiola.
Calhanoglu è meno forte, ma ugualmente importante. Vale lo stesso ragionamento fatto in precedenza. La cifra scritta sul suo contratto sarà quella che verrà poi richiesta da Romagnoli, Kessie, Theo e Bennacer. Tutti conti che la Società sa fare benissimo.
Ecco che, volendo fare una delle mie consuete provocazioni, cedere o perdere Donnarumma, sarebbe a livello finanziario un affare ben superiore che rinnovargli il contratto. Ritengo quindi che il Milan non stia assolutamente bleffando, sono viceversa i giocatori e i rispettivi procuratori che devono prendere decisioni definitive. Sono loro che aspettano offerte da altri club, non ancora arrivate, o rilanci alquanto improbabili.

Andare via dal Milan non è una scelta molto facile, specialmente adesso che si ricomincia ad assaporare il piacere delle vittorie e non sono pochi i giocatori, svincolati, che sognano di vestire questa maglia. Spetta a NOI tifosi sostenere le scelte della Società, i proverbi calzanti per questa situazione non mancano certamente, penso a: "morto un Papa, se ne fa un altro", oppure: "Chiusa una porta, si apre un portone", ma ciò che è più importante è: "Tutto passa, ma il Milan resta".
Allora continuiamo a scrivere, commentare, in attesa della soluzione che speriamo sia positiva. Donna e Calha, due splendidi giocatori, che dichiarano di trovarsi benissimo al Milan, di "amarlo", ecco, questa è l'occasione di dimostrarlo, perchè i soldi nella vita non sono l'unica cosa importante, o almeno è quello che pensa chi ha stipendi ben più bassi.