Ci sono in ogni squadra dei ruoli che potrei chiamare "iconici" dove si susseguono con maggiore frequenza giocatori di grande livello se non autentici fuoriclasse.
Nel Milan penso di individuarne tre: il centravanti, il libero, ormai non più in uso, e il terzino sinistro. Giocatori di grande livello e ovviamente per più anni almeno 5 e quindi non meteore con qualche eccezione che indico più avanti. Comincio dal centravanti e qui ci sono giocatori di levatura mondiale, Palloni d'Oro. 

Ho buoni ricordi del "Pompierone" Nordhal. Arriva a gennaio del 49 e rimane fino al 56. Strapotenza fisica, velocità, nonostante il fisico possente, tiro fulminante, fece 268 presenze con 221 gol, una stratosferica media di 0,82 gol a partita.

Nel 56 arriva un altro centravanti forse più seconda punta centrale. Carletto Galli, poco ricordato dai tifosi. Chiamato "Testina d'oro" per le sue straordinarie qualità acrobatiche, rimane dal 56 al 61. 128 presenze e 57 gol, 0,45 gol a partita, niente male davvero.

Nel 58, riserva di Vava del Brasile campione del mondo, arriva il biondo "Mazola", José Altafini. Mi ricordo i primi tempi, ricordava proprio Nordhal, progressioni fulminanti, tiro di rara precisione, ottima tecnica. Cominciò a prendere legnate che forse non aveva mai preso in Brasile. Arriva 20enne e dimostra subito la sua classe. Ha contrasti con Viani che lo chiama "coniglio" e esce male dal Milan per continuare nel Napoli e nella Juventus una carriera straordinaria. Nel Milan rimane 7 anni fino al 65. Colleziona 246 presenze con 161 gol, 0,65 gol a presenza. Fantastico!
Angelo Benedicto Sormani arriva nel 65. Giocatore di classe sopraffina, non velocissimo, ma presenza sempre intelligente in area. Punizioni devastanti, gran colpitore di testa con fisico potente. Fa parte del mio Milan preferito, gusto personale ovviamente, quello di Rocco che manda a casa, maggio 69,  il tanto osannato Michels e l'astro Cruijff e calcio olandese a tutto campo incluso. 180 presenze e 65 gol, alcuni decisivi. Media 0,36.
Nel 71 arriva Albertino Bigon, altro campione milanista poco considerato. Nonostante sia un centravanti di manovra segna ben 90 gol in 329 presenze. 0,27 gol a partita. Famoso, peccato che lo sia anche per quello, per un gol segnato di deretano. Grande intelligenza tattica. Non un gran periodo quello fino all'80. Nella sua carriera c'è lo scudetto della stella.
Bisogna attendere il 1987 per rivedere per più anni un grande, anzi un grandissimo. Ce n'è uno notevole Mark Hateley ma rimane poco e quindi non lo considero in questa carrellata iconica.

Marco Van Basten arriva nell'87 dopo molti anni controversi. Inaugura l'era sacchiana di calcio olandese all'italiana. Giocatore di classe purissima, essenziale e al contempo spettacolare nelle sue giocate. Il Cigno di Utrecht chiude nel 95 anzitempo a 30 anni una carriera formidabile. Per me il più grande in assoluto per completezza nel ruolo della storia qui raccontata.  201 presenze e 124 gol per una media di 0,62. Formidabile!!!
Nel 95 arriva un altro grande George Weah. Grande fisico, arriva quasi trentenne. Velocità,  potenza, gioco di testa sono le sue armi. Famoso il suo coast to coast forse unico nella storia del moderno San Siro del settembre del settembre 96. Colleziona 147 presenze con 58 gol, 0,39 gol a presenza. Rimane fino al 2000.
Nel 99 arriva un altro campione: Andriy Shevchenko. Forse più seconda punta. Formidabile giocatore, fisico, tecnica, potenza. Accelerazioni brucianti, fortissimo di testa nonostante la sua statura non altissima. Baricentro basso, ambidestro. Realizza 323 presenze con 176 gol, media 0,54. Sheva lascia nel 2006, fa una breve riapparizione nel 2008.

Nel 2001 arriva un altro grande. Pippo Inzaghi. Forse il meno dotato in tutto dei precedenti, ma letale in area di rigore. Specialista indiscusso del filo del fuorigioco giocato sempre con tempismo e furbizia perfetta. Forse oggi il fuorigioco automatico gli toglierebbe qualche gol giocato sui centimetri e sulle capacità  oculari dei guardalinee di un tempo. Ma rimane un grande di questa storia di quasi  70 anni. 300 presenze e 126 gol testimoniano un grande campione. 0,42 gol a partita. Lascia il Milan nel 2012. 
Altri ottimi giocatori si sono succeduti nel ruolo ma mai per tempi che potessero metterli in una Hall of Fame di almeno 5 anni di presenza continuativa.
Ce ne sono due che però, oltre al già citato Hateley, io metto con aura iconica e sono Ibra e Giroud. Due grandissimi per me. Ibra fu ceduto per motivi economici e avrebbe fatto una grande carriera nel Milan, e Giroud è  arrivato, unico caso a fine carriera in maniera continuativa e determinante. Idealmente sono da includere in questa impressionante carrellata di campioni che idealmente o no, hanno il mitico numero 9 sulla maglia.
Li ho visti tutti, è  stato bello vederli.

Alla prossima