Mancano solo due giorni al derby di Milano numero 295. Il Milan arriva alla sfida con i cugini neroazzurri dopo aver collezionato due vittorie di misura contro le due neopromosse, Brescia e Verona. Il campo non ha mostrato i frutti desiderati dal tecnico Giampaolo, ancora impegnato a trovare un modulo e uno schema di gioco in grado di valorizzare i nuovi talenti del mercato estivo e dar lustro ai giocatori in ombra delle scorse stagioni, fra tutti Hakan Calhanoglu. Nonostante l'inizio poco convincente, il Milan deve poggiare su alcuni punti cardine, giocatori in grado di rendere meno destabilizzante la panchina di Giampaolo, finito nell'occhio del ciclone di quei tifosi impazienti di vedere una trama di gioco degna del blasone della squadra rossonera. Andiamo ad analizzare i quattro nomi che possono rappresentare lo scheletro del presente (e del futuro) del Milan.

Gigio Donnarumma - Abbastanza ovvio il primo nome della lista. All'età di vent'anni, il portiere originario di Castellamare di Stabia vanta 145 presenze in Serie A e 14 presenze nella Nazionale italiana. I numeri parlano per lui: è il più giovane portiere ad aver esordito nella Nazionale italiana (17 anni e 189 giorni), il più giovane portiere sceso in campo da titolare con la Nazionale italiana (18 anni e 31 giorni) e il più giovane calciatore di sempre a raggiungere le 100 partite in Serie A (19 anni e 49 giorni). Gigio ha promesso amore eterno alla squadra che l'ha cresciuto calcisticamente e umanamente e un rinnovo di contratto, con adeguamento dello stipendio, potrebbe definitivamente ricucire lo strappo creatosi durante la rocambolesca estate del 2017. Le capacità innate e la maturità acquisita in questi anni lo proiettano verso un futuro da superstar e da pilastro della difesa rossonera e azzurra. Un solo gol subito nelle prime tre giornate di campionato sono un bel cartellino da visita per chi fra due giorni si troverà davanti un cecchino come Romelu Lukaku.

Alessio Romagnoli - Diventare capitano del Milan a 23 anni non è roba da tutti. Soprattutto se la stagione precedente hai messo in ombra un vero fuoriclasse come Leonardo Bonucci. Il difensore romano arriva al Milan nell'estate del 2015 per una cifra intorno ai 25 milioni. Sembrano tanti per un ragazzo la cui unica esperienza di spessore è una stagione in prestito dalla Roma alla Sampdoria. Eppure Alessio Romagnoli diventa il cardine della difesa del Milan in poco tempo, guidando il reparto difensivo, nonostante accanto a lui nel corso degli anni vi siano centrali più esperti come Mexes, Zapata e Bonucci. Se il Milan è la squadra ad aver subito meno gol nel 2019, il merito è anche e soprattutto suo: concetrazione, tenacia, capacità nel palleggio sono i punti di forte di un difensore di soli 24 anni, pronto ad ereditare il controllo della difesa azzurra da Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci.

Lucas Paqueta - Brasile e Milan è un connubio che va avanti da anni. Prima Kakà, Cafu e Serginho, poi Thiago Silva e Pato, adessso Lucas Paqueta. Il centrocampista di Rio de Janeiro può essere il fiore all'occhiello del centrocampo di Giampaolo, nonostante le prime frizioni dopo appena tre giornate. Il mister gli ha chiesto di essere "meno brasiliano": un messaggio criptico, non colto a pieno dal fantasista brasiliano, che ha preso molto sul personale la dichiarazione. Giampaolo gli chiede di essere più cattivo, più determinante: poche giocate, ma essenziali. Lucas ha mostrato in poco più di sei mesi di Milan di avere grandi qualità, ottima visione di gioco e uso dei piedi, capacità di giocare in più ruoli del centrocampo. Può, e deve, assumersi delle responsabilità all'interno di un centrocampo ancora poco reattivo e ancora meno brillante. Lucas ha la fiducia della dirigenza e dei tifosi. Tocca a lui.

Krzysztof Piatek - Per la Serie A 2018-2019 Piatek è stato un fulmine a ciel sereno. Da attaccante semisconosciuto, in un solo anno, il centravanti polacco si è preso Milan e Nazionale. Nonostante le scialbe contestazioni estive, a causa di un rendimento al di sotto della norma, Piatek ha tutte le carte per trascinare l'attacco del Milan. E' l'unico punto fermo su cui può puntare Giampaolo lì davanti: Castillejo e Suso hanno dimostrato di non essere delle vere seconde punte, Rebic è appena arrivato e Rafael Leao non è accora apparso sui radar di San Siro. L'esultanza polemica dopo il rigore contro il Verona ha mostrato tutta la frustrazione e la voglia di riscatto dell'attaccante polacco. Le pistole di Krzysztof fumeranno molte altre volte durante questa stagione: l'innesto dei nuovi arrivati, un modulo su misura per lui e la costante voglia di gol di questo ragazzo possono rappresentare il punto di svolto per l'attacco del Milan, ancora scarno di gol dopo le prime tre giornate.

Il derby di Milano potrà darci le risposte ai molti quesiti di questo nuovo Milan, qualunque sarà il risultato di questa sfida. Il Milan può sfruttare questo poker di talenti cristallini da qui fino alla fine della stagione e sperare di raggiungere quel tanto agognato obiettivo che è la qualificazione alla prossima Champions League (fpf permettendo). Non ci resta che aspettare, osservare, valutare, ma, soprattutto, continuare a tifare per il vecchio diavolo.