Non c’è un altro posto del mondo dove l’uomo è più felice che in uno stadio di calcio” affermava un certo Albert Camus dai piedi della sua scrivania colma di sapienza.
Un modo unico per dettare le dinamiche che solo lo sport è in grado di offrire, con la passione per una squadra che si incunea nel proprio carattere e con l’emozione di vedere trionfare all’estero anche i club di medio/bassa classifica, come il Leicester di Ranieri che raggiunse la vetta più alta della perseveranza.
Sogni, tradizioni, colpi di scena che si instaurano alla perfezione all’interno di uno stadio, dotato di quella magia più unica che rara che in certi momenti della vita riesce a colmare le ingenti lacune lavorative e gli inganni inattesi che spesso mirano a prendere il sopravvento; lo stadio, quello cantato da Tiziano Ferro e animato dalla musica, armonia che si ispira al calcio, al gioco totale e alla conquista di un popolo che sogna l’onore personale e l’abbraccio verso i propri beniamini. Emozioni che si percepiscono durante la stagione, quella in cui dalle radici del campionato di Serie A si innalza il valore della Premier, spalleggiata dalla tecnica sopraffina della Liga e coadiuvata dall’incertezza della Bundesliga, con lo scozzo epocale tra l’eterno Bayern Monaco e l’urlo di vendetta del Borussia Dortmund. Tutto va avanti nel migliore dei modi, con l’appartenenza al proprio ideale e con l’amore per la tua squadra del cuore, quel club che emoziona sempre e che quando viene sconfitto è un po’ come se al posto dei giocatori ci fossi stato tu, trafitto dal successo altrui e sconsolato davanti agli uomini di casa. Poi, alla fine della stagione, con le ultime partite degne di nota subentra la malinconia estrema, quel sentimento di apparente abbandono che sfocia nella mentalità del tifoso all’inizio dell’estate.
Ma anche qui il calcio aiuta, come ha sempre fatto, perché se la sfera sul campo di gioco si prende una pausa per le vacanze, subentra quel fenomeno essenziale per le conquiste future: il calciomercato. Subito si collocano sui più alti sgabelli dell’editoria italiana giornalisti animati dal flusso delle trattative, quelle che fanno sognare e che rendono fieri nel momento in cui tutto si verifica secondo le previsioni pattuite in precedenza.


Un po’ quello che sta succedendo a me e al mio carissimo amico Niccolò, fedele tifoso nerazzurro e rappresentante di un tifo sfrenato dal primo all’ultimo minuto nelle partite dell’Inter, proprio come il sottoscritto. 
Ecco che allora, inseriti a pieno titolo nel momento delicato che affligge la squadra nerazzurra, ci è venuto in mente un semplice pronostico di mercato, visti i numerosi nomi che imperversano nei giornali e che ruotano attorno alla società di Corso Vittorio Emanuele. Tengo a precisare che i calciatori che nominerò per il futuro derivano da una semplice previsione che nei giorni scorsi abbiamo fatto, e ovviamente non si basano su fatti interni di gestione conosciuti dagli esperti del settore.  La prima domanda che ci siamo posti, visto e considerato che una squadra senza guida non può essere considerata tale è: chi sarà il nuovo allenatore dell’Inter?

UN SOLO NOME: ANTONIO CONTE

Ormai sembra scontato, anche perché tutto ruota attorno alla splendida amicizia e al corteggiamento preciso che Marotta ha fatto dalla sua venuta a Milano nei confronti di Antonio Conte. L’ex allenatore del Chelsea e della Nazionale Italiana, anche per noi, appare il predestinato, l’uomo da cui ripartire per un futuro roseo e animato dalla spinta emotiva di San Siro, desideroso di tornare al vertice dopo anni bui. Un nome, quello di Conte, che si fa da tempo e che potrebbe trovare l’ufficialità, insieme al ritorno di Lele Oriali, appena finito il campionato, quando anche Spalletti sarà costretto a confrontarsi con la proprietà nerazzurra per fare il punto della situazione, anche se ormai il destino del tecnico toscano sembra segnato. Antonio Conte simboleggia il futuro immediato, grazie ai suoi metodi di lavoro molto pesanti sulle gambe dei giocatori, ma anche funzionali ad una preparazione atletica importante, per non avere cali durante l’intera stagione; nonostante il trascorso bianconero che molti tifosi denunciano apertamente, riteniamo che Conte sia l’uomo giusto per ripartire, e il futuro allenatore dell’Inter.

CAPITOLO CESSIONI

Appare assai difficile iniziare a interpretare il capitolo cessioni, anche perché l’Inter soffre ancora un Fair Play Finanziario noioso e complicato da arginare. Ci siamo concentrati immediatamente sul nome più importante che hanno i nerazzurri in rosa: Mauro Icardi. L’ex capitano rappresenterà sicuramente il vero ago della bilancia, visto e considerato che la situazione con la Curva Nord non accenna e placarsi e nonostante le dichiarazioni di Wanda Nara, in caso di offerte irrinunciabili Mauro Icardi lascerà sicuramente l’Inter.
Chi potrebbe abbandonare la nave nerazzurra, sempre secondo le nostre previsioni è Joao Miranda, messo ai margini dall’innesto dell’amico Godin, anche se con una difesa a tre, il centrale brasiliano risulterebbe assai utile ad Antonio Conte per fare un po’ di rotazione. Diversa anche la situazione di Gagliardini, relegato ad una posizione subordinata dallo stesso Spalletti e protagonista di una stagione non all’altezza per la maglia che indossa; accanto all’ex Atalanta si piazza Dalbert, figura colma di incertezza che non ha stupito in queste due stagioni e che potrebbe essere spedito altrove dal nuovo allenatore. Ma se, come dice il detto “non è tutto oro ciò che luccica”, si capisce presto che Ivan Perisic, dalla luce immensa del Mondiale, è tornato il semplice giocatore che alterna prestazioni illustri a gare prive di mentalità e qualità; ecco che allora, con una buona offerta dalla Premier League, il croato potrebbe lasciare Milano, dando vita a quel sogno rievocato diverse volte nel corso dell’anno. Un fattore, quello legato all’ex Wolfsburg che trova libera espressione anche nella mentalità tattica di Conte, poggiata sul 3-5-2 e desiderosa di un giocatore diverso da Ivan, magari con più qualità difensiva e con una maggiore propensione nel fare il terzino a tutto campo.   

E CHI ARRIVA?

Sembra un interrogatorio in stile poliziesco, ma quello che preoccupa maggiormente i tifosi nerazzurri è proprio il mercato in entrata. Una preoccupazione che trova le sue radici già nel passato, anche perché Suning, da quando è arrivato in Italia, ha contribuito solo con le parole a far sognare i sostenitori nerazzurri e questo in un ambiente come Milano alla lunga stona con la credibilità e la serietà professionale. Tralasciando le ultime dichiarazioni e i recenti arrivi estivi, secondo le previsioni che ho gestito con il mio amico, la vera luce del mercato nerazzurro potrebbe essere Niccolò Barella, giovane centrocampista del Cagliari che si è tirato addosso le attenzioni di diverse big europee. Un innesto che per Antonio Conte sarebbe importante in virtù del fatto che il nazionale italiano garantisce quella corsa e quello spirito battagliero che in determinati momenti risulta essere la chiave vincente per trionfare. Acquisti e trattative che, com’è facile immaginare, riguarderanno anche la zona offensiva, vero punto debole di questa Inter. Ecco che allora io e Nik ci siamo concentrati sulla stella olandese del Psv Eindhoven, Steven Bergwijn, forte ala sinistra che ha incantato in Eredivisie e che si è aggiudicata l’ormai stabile presenza nella nazionale olandese; un colpo importante e “nascosto”, anche perché l’Inter negli ultimi anni ha sempre acquistato calciatori distaccati dalle tante voci di mercato, e proprio per questo nel club di Van Bommel dovrebbero iniziare a preoccuparsi nonostante l’alta valutazione del ragazzo. Un po’ come l’ultimo nome che abbiamo fatto nel nostro mercato virtuale, nome che si distacca anzitutto dal primo sogno di Conte. Tutti ormai sanno che l’ex ct della nazionale italiana ha da sempre ammirato le qualità fisiche di Romelu Lukaku, attaccante del Manchester United che quest’anno ha trovato diverse difficoltà ad Old Trafford; secondo noi invece, l’unico nome abbordabile economicamente sul taccuino di Marotta potrebbe essere Edin Dzeko, desideroso di cambiare aria e animato dal desiderio di tornare a vincere qualcosa. Una pedina che abbiamo scelto alla luce anche del diverso approccio che il bosniaco possiede in confronto al nazionale belga; se da un lato Lukaku garantisce una potenza unica in area di rigore, dall’altra Edin Dzeko si è abituato al campionato italiano e al nostro tatticismo, qualità importanti che potrebbero garantire un effetto immediato e un impatto degno di nota in una squadra che non vuole più aspettare la vittoria.

SEMPLICE PREVISIONE

Insomma, una semplice previsione che non ricopre tutti i nomi accostati all’Inter, anche perché sarebbe difficile andare a scoprire i dettagli delle trattative e le vere possibilità europee e non. Il bello del calcio è anche questo, uno sport che sa unire e che stimola la conversazione con i tifosi e i veri amici. Arriverà l’estate, le partite finiranno e nonostante la voglia di ripartire, che si incunea nell’animo dei tifosi delusi dall’andamento della squadra, il calciomercato aiuta a sperare, a spingersi oltre l’ostacolo e a non essere personaggi teatrali, bensì a rappresentare con le proprie idee il fascino del ritorno, quello stadio che ti aspetta e che ti permette di sorridere, come aveva capito Albert Camus qualche anno fa.