A poche ore dal derby della Madonnina, sono ancora molti i dubbi e pochi gli indizi provenienti da Milanello su chi scenderà in campo dal primo minuto contro i cugini nerazzurri. Dopo le prime tre giornate di campionato, il Milan ha collezionato 6 punti, raccogliendo critiche contrastanti dai tifosi. C'è chi polemizza per i notevoli passi indietro fatti dalla squadra rispetto a quanto visto durante le amichevoli estive e chi, invece, si riserva dal giudicare l'operato di una squadra dopo così poche partite. La squadra di Marco Giampaolo ha dimostrato di poter poggiare su pochi punti fissi, fra tutti Gigio Donnarumma e il capitano Alessio Romagnoli. Proviamo ad analizzare quelli che possono essere i punti deboli del Diavolo in vista della stracittadina milanese, primo vero banco di prova per la società di via Aldo Rossi. 

Pericolo terzini - Con Calabria fuori per squalifica e il nuovo arrivato Theo Hernandez al rientro da un infortunio alla caviglia destra, i due terzini della squadra rossonera per il derby saranno quasi certamente Andrea Conti e Ricardo Rodriguez.

A meno di un improbabile utilizzo di Borini nelle vesti di terzino destro, Conti avrà l'occasione di dimostrare di potersi giocare una maglia da titolare per il resto della stagione. Sensi e Asamoah potrebbero essere due grosse gatte da pelare per chi, in due anni di Milan, a causa di due pesanti infortuni al ginocchio sinistro, ha collezionato solo 20 partite fra campionato e coppe, partendo quasi sempre dalla panchina. 

Sull'altro fascia ritroviamo Ricardo Rodriguez, il terzino svizzero arrivato al Milan grazie al duo Fassone-Mirabelli nell'estate del 2017. Nonostante sia vicino a raggiungere il traguardo delle 100 presenze in maglia rossonera, l'ex Wolfsburg non ha saputo esprimere al meglio le sue qualità, dimostrandosi sempre timido, soprattutto in fase offensiva. Ricardo utilizza poco il suo ottimo piede sinistro, non prova mai l'uno due o una sovrapposizione con i compagni di fascia, limitandosi a servire il più delle volte i compagni di reparto Musacchio e Romagnoli. L'acquisto di Theo Hernandez dal Real Madrid dimostra la necessità del Milan di voltare pagina al più presto.

Rebus centrocampo - Il centrocampo rossonero sembra essere il reparto più completo, composto da buoni nomi fra titolari e ricambi. Nonostante ciò, l'assenza di un modulo non ha ancora chiarito chi effettivamente ricoprirà il ruolo di titolare e chi quello di riserva.

In un ipotetico centrocampo a 3, Bennacer e Biglia si contendono il ruolo in mediana. Il primo ha giocato un'ottima partita contro il Brescia, mostrando buoni spunti e un atteggiamento propositivo, dote, quest'ultima, che è mancata al suo compagno di reparto in questi due anni di Milan. Vittima di alcuni infortuni, Lucas Biglia, centrocampista classe '86, ha perso lo splendore degli anni passati ed è un lontano parente del giocatore visto prima in Belgio all'Anderlecht e poi alla Lazio. Sembra inevitabile un passaggio di consegne fra l'argentino e il franco algerino, fresco vincitore della Coppa d'Africa e del premio come miglior giocatore del torneo.

Kessie, Calhanoglu, Paqueta e Bonaventura si giocano gli altri due posti. La presenza del centrocampista ivoriano sembra imprescindibile all'interno di un centrocampo tutt'altro che robusto, mentre più difficile è il discorso per gli altri tre. Calhanoglu rientra nella lista dei giocatori preferiti di Giampaolo, un ottimo centrocampista dal piede buono che deve ritrovare il feeling con la porta e una serenità mentale che sono mancati in questi due anni di Milan. Paqueta può diventare una colonna portante di questo Milan: piedi brasiliani, visione di gioco, giocate di alto livello. Non si può lasciar fuori un talento grezzo, ma cristallino come Lucas, ma c'è da limare il rapporto con il tecnico, scalfito da una lite a distanza in settimana. Jack Bonaventura rientra al Milan dopo un lungo infortunio che l'ha tenuto lontano dal campo di gioco per quasi un anno. Duttillità, inserimenti, capacità di andare in gol e fornire assist ai compagni sono i tratti principali del centrocampista marchigiano. Impossibile dare per morto uno dei pochi punti positivi del Milan in questi anni bui.

Piatek e chi? - Dallo scorso gennaio il Milan ha affidato le chiavi del proprio attacco a Krzysztof Piatek. L'attaccante ex Genoa ha ampiamente superato l'esame e le sue pistole hanno continuato a fumare anche a San Siro. Il problema principale dell'attacco rossonero è l'assenza di un'alternativa al polacco, che nelle prime giornate ha mostrato qualche difficoltà a trovare la via del gol, costantemente accerchiato dai difensori avversari.

Il Milan ha a disposizione quattro nomi da schierare accanto al pistolero, ma deve fare presto e trovare subito la quadra. Suso ha dimostrato che il suo unico ruolo è quello dell'ala destra, al limite la seconda punta, abile nel rientrare sul suo piede sinistro e creare scompiglio fra le difese avversarie. Discorso simile per Castillejo, giocatore veloce, ma poco duttile, con ampie difficoltà nel ricoprire il ruolo di seconda punta. Il Milan deve aspettare Rebic, appena arrivato dall'Eintracht nello scambio con Andre Silva, e, soprattutto, Rafael Leao, unica vera punta d'area di rigore, impiegato solo 15 minuti nelle prime tre giornate di campionato. Il ritorno all'attacco a 3 sembra attulmente la soluzione più semplice, una soluzione ampiamente utilizzata negli ultimi anni, l'unica che può concedere a Giampaolo un momento di tregua in attesa dei nuovi arrivati.

Il Milan si ritrova con tanti, forse troppi, punti di domanda a cui mister Giampaolo dovrà velocemente trovare una risposta. Fra tutte, il Milan può competere con Roma, Lazio e Atalanta per il quarto posto? Sabato sera, verso le 23, potremo avere una risposta positiva o, ahimè, negativa a questo primo quesito.