Ogni tanto ascoltando le notizie del telegiornale,  ci imbattiamo nei cosiddetti furbetti del cartellino, ben visibili dalle telecamere a circuito chiuso, con le quali vengono inquadrati impiegati di ogni genere che, dopo aver timbrato l'entrata in ufficio, tranquillamente spariscono dal luogo di lavoro per andare a svolgere le più disparate funzioni. C'è chi ha un'attivitá parallela, chi porta i figli a scuola, chi li deve andare a riprendere, chi va a fare la spesa e chi lo shopping. Ogni volta che vediamo queste scene ci viene naturale meravigliarci e metterli giustamente sotto accusa, così come ci succede nel caso di falsi invalidi o magari nei confronti di chi percepisce una pensione d'invaliditá senza averne diritto. Più raramente i notiziari ci informano che esiste un'altra categoria, quella dei pianisti, che garantiscono ai colleghi politici la presenza nelle attività istituzionali. Diciamo che ci eravamo fatti un'idea abbastanza completa sull'andamento di questo genere di cose, ma quello che sta accadendo nel mondo del calcio ha dell'incredibile. Anche nel dorato e ovattato mondo del calcio sono arrivati i furbetti del cartellino, calciatori tutti ad un anno, o giù di li, dalla scadenza del contratto. Ma cosa fanno esattamente? È una brutta storia, ma vecchia come il mondo, si danno malati o in alcuni casi non si presentano proprio al lavoro come i più banali degli assenteisti. Ma perchè fanno questo? Semplice perchè vogliono cambiare societá e spuntare contratti migliori. Sembrerebbe, detto così, assolutamente lecito e comprensibile, se non fosse che loro decidono di farlo con un contratto in corso invece di aspettare la naturale scadenza. È vero ci sono delle sanzioni da pagare, ma pagare 100 / 150 mila euro per i calciatori, non produce lo stesso effetto che può avere il taglio di parte dello stipendio, se non addirittura il licenziamento in tronco, per il comune impiegato. Ma quali possono essere i rimedi per frenare sul nascere questo malcostume chi ci guadagna con questo sistema: sicuramente procuratori e calciatori che con questo sistema riescono a tenere sotto scacco le societá che li dovranno cedere anche a cifre più basse rispetto alle offerte ricevute; sicuramente non ci guadagnano i presidenti che si troveranno ad essere una volta incudine ,quando costretti a cedere, ed un'altra volta martello nel caso di acquisto; certamente non ci guadagnano i giovani calciatori che vivono lo sport in quanto tale che hanno ormai davanti agli occhi questi atteggiamenti. Prima che questo sistema dilaghi si auspica l'intervento della federazione con sanzioni più forti e mirate a squalifiche sul campo, piuttosto che a quelle economiche proposte dalle societá, che hanno l'effetto di togliere a dei milionari, un secchio d'acqua dal mare. Ora si è fatto tardi e torno seduto sul divano mentre scorre il telegiornale, chissá forse ci sará di nuovo qualche servizio e le telecamere inquadreranno di nuovo qualche furbetto del cartellino, sicuramente mi verrá ancora di biasimare certi comportamenti, ma sarò più moderato sapendo quello che sta succedendo nel dorato mondo del calcio.