Abbiamo appena lasciato la nazionale del 1978, che aveva scaldato i cuori dei tifosi italiani, e che finalmente strappava consensi anche se non aveva vinto, ma aveva comunque fatto  intravedere un percorso pieno di speranze per il futuro del nostro calcio. 

Non si possono comunque tralasciare i fatti e le situazioni sociali che interessavano l'Italia dell'epoca. A marzo il Presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro veniva rapito dopo un conflitto a fuoco sanguinario, e veniva poi ritrovato cadavere il 9 Maggio dello stesso anno 1978 in via Caetani a Roma, dentro  un'auto rossa. Era il culmine di una stagione terroristica, che durava dai primi anni settanta e che si sarebbe esaurita solo nel 1988, con la cattura degli ultimi brigatisti. Nella stessa Argentina, dal 1976 era al potere una giunta militare, guidata dal generale Galtieri, che si rese protagonista della continua violazione di diritti umani ed atrocità, tra queste il dramma dei "Desaparecidos", gli scomparsi. Molte persone venivano arrestate, portate in caserma e, se fortunate, se la cavavano con qualche tortura e poi riuscivano a tornare a casa. Altri sparivano nel nulla, e pare che lo sport preferito della giunta militare era farli salire su un aereo, decollare, e quando erano in quota li obbligavano a saltare giù, senza paracadute. Per protestare contro questi atti di violenza, si era costituito il movimento delle madri di  "Plaza de Mayo", dal nome della piazza di Buenos Ayres, dove si riunivano per reclamare a gran voce i nomi dei loro cari scomparsi  mai più rivisti. In quegli anni Papa Francesco, allora cardinale, lottò contro il regime, con le poche armi che aveva a disposizione, riuscendo a salvare qualche sacerdote ed  altri giovani, intervenendo con la sua capacità diplomatica presso le autorità Argentine. Il regime crollò nel 1983, dopo la disastrosa guerra delle Falklands, invase dagli Argentini, ma riprese dagli Inglesi dopo una guerra lampo dove la superiorità militare inglese, spalleggiata dagli USA, si fece valere. Alla fine il regime crollò, ma ancora oggi, le madri ed altre donne, continuano ad andare in plaza de Mayo, a gridare i nomi e a chiedere notizie dei Desaparecidos. 

Ma per non farci mancare nulla, anche in ambito sportivo ci furono guai. Nel 1980, scoppiò il caso "totonero", con diverse squadre di calcio di Serie A e molti giocatori che incapparono nelle denunce di "combine" sportive, per guadagnare sulle scommesse, tramite partite truccate. Le vicende furono molto complesse, ma per brevità, vorrei ricordare che nelle maglie della giustizia sportiva finirono Bruno Giordano, della Lazio, Lionello Manfredonia, sempre della Lazio, entrambi nella nazionale italiana, e seppure per mancata denuncia, Paolo Rossi, allora giocatore del Perugia. 
Con gli europei in quello stesso anno in Italia, la Nazionale perse diversi titolari, e perse anche l'Europeo, vinto dalla Germania. Paolo Rossi fu squalificato per diversi mesi, ma la sua squalifica, dopo qualche sconto, finì proprio alla vigilia dell'avventura in Spagna 1982. Nel frattempo, era tornato alla Juventus e Bearzot, contro tutto e tutti, lo portò lo stesso al Mondiale, credendo ancora in lui e nelle sue capacità. 
La spedizione italiana fu sistemata a Vigo, nel nord della Spagna, vicino all'Oceano Atlantico. Nel girone dell'Italia c'erano Polonia, Perù e Camerun, dove giocava il mitico portiere N'Kono, primo grande portiere africano, rimasto negli annali del calcio per classe e longevità sportiva.

La prima partita si disputa il 14/06/82 contro la Polonia di Boniek, giocatore della juventus, molto potente e con grande progressione di corsa. La partita finisce 0 a 0 , con Tardelli che colpisce una traversa. L'Italia, comunque gioca un'ottima partita. La formazione titolare è Zoff, Gentile, Cabrini, Marini, Collovati, Scirea, Conti, Tardelli, Rossi, Antognoni, Graziani.  Nella spedizione doveva fare parte anche Roberto Bettega, ma in uno scontro nella partita di coppa contro il portiere dell'Anderlecht, Muneron, si rompe il legamento del ginocchio, rimanendo fuori campo per sei mesi. Nella partita seguente l'Italia gioca un bel primo tempo contro il Perù di Cubillas, e al 19' Bruno Conti con una splendida finta dal limite dell'area, libera il destro all'incrocio dei pali del portiere peruviano. Conti era mancino, e quindi la performance fu notevole. Ma dopo un brutto secondo tempo, il Perù a 6 minuti dal termine della partita trova il pareggio con Diaz. Finisce 1 a 1. La squadra comincia a ricevere le prime critiche. Il 23 giugno, incontriamo il Camerun, squadra poco tecnica, ma molto fisica. Ed infatti la partita non si sblocca, l'Italia attacca sempre, ma solo al 61' "Ciccio" Graziani trova un colpo di testa che piega la resistenza degli africani. Ma neanche il tempo di ripartire,  che M'Bida, in una fortunosa azione nella nostra area, riesce ad allungare il gambone e beffa così Zoff. Dopo un minuto eravamo 1 a 1. Il risultato non cambia, ma grazie alla Polonia che travolge il Perù con una cinquina, e a un gol in più segnato rispetto al Camerun, passiamo per secondi nel girone. E questo ci costa l'inserimento in un mini  girone infernale, con l'Argentina di Maradona e il Brasile di Zico. In Italia le critiche montano a dismisura, ed arrivano anche a cenni di tipo omofobo, da parte di giornalisti che alludevano a proposito di giocatori della nazionale travisando la loro grande amicizia. La reazione fu istantanea. La squadra si chiuse in silenzio stampa, con solo Zoff che era il capitano autorizzato a parlare con la stampa. Intanto, ci davano per spacciati, perchè l'Argentina era campione in carica, con in più il fenomeno Maradona. Ma anche il Brasile non scherzava, tra le sue fila c'erano, oltre a Zico, che giocava nell'Udinese, Falcao, della Roma, Junior del Torino, Tonino Cerezho, Napoli e Roma, Socrates, qualche anno dopo alla Fiorentina, insomma dei fuoriclasse.  
Nella prima partita il Brasile liquida l'Argentina 3 a 1. L'Italia, inaspettatamente, batte a sua volta l'Argentina con il punteggio di 2 a 1, con le reti di Tardelli, Cabrini e gol su punizione di Passarella(Inter). La svolta dell'incontro fu cambiare la marcatura su Maradona, anzichè come al solito prenderlo in consegna Tardelli, lo marcò Gentile, che con le buone o le cattive, lo fermò. Questo permise a Tardelli di giocare più libero e agire indisturbato nel centrocampo italiano, rivelandosi come uno dei più grandi interpreti del ruolo.
La partita seguente, il 5 luglio, il Brasile si presenta con il vantaggio della differenza reti a suo favore. Gli basta un pareggio, ma i brasiliani, un pò per indole, ed un pò per mania di grandezza, fanno la partita per vincere. Ma non avevano fatto i conti con due giocatori di quella nazionale, Bruno Conti e "Pablito" Rossi. Il primo, gioca una partita stratosferica, portandosi a spasso gli avversari, come se il brasiliano fosse lui, l'altro si "sveglia" improvvisamente e segna una storica tripletta, per i verdeoro vano a segno Socrates e Falcao, rincorrendo sempre il risultato, ma all'ultima prodezza di Rossi, si devono arrendere anzi, prendono anche il quarto gol con Antognoni, ma il guardalinee inspiegabilmente annulla per fuorigioco, inesistente. Lo stadio Sarria di Barcellona, diventa testimone  di qualcosa di straordinario, noi in semifinale, Brasile e Argentina a casa. In semifinale incontriamo la Polonia, stavolta senza Boniek, squalificato per somma ammonizioni. Vinciamo 2 a 0, naturalmente doppietta di Rossi. 

In finale incontriamo la Germania Ovest, è l'11 luglio, i tedeschi in semifinale avevano battuto ai supplementari la Francia di Michel "Le Roi" Platini, giocatore della Juventus, fuoriclasse indimenticabile. Questa volta la squadra cambia, in difesa viene messo un giocatore in più, Giuseppe Bergomi, appena diciottenne dell'Inter, in mediana spunta Gabriele Oriali, anche lui dell'Inter e, a partita iniziata, complice un'infortunio a Graziani, entra "Spillo" Altobelli, mentre Antognoni, per squalifica, salta la partita. La Germania ha giocatori di grande temperamento, come Rummenigge (Inter), Briegel, "decatleta" del Verona, Breitner (Inter), Stielicke, Hrubesch(Amburgo) , Paul Breitner, Kaltz(Amburgo) e in porta Schumacher.  Il primo tempo finisce 0 a 0, anche se sbagliamo un rigore con Cabrini, per atterramento di Conti da parte di Briegel. Ma la squadra non si scoraggia, e nel secondo tempo Rossi, Tardelli ed Altobelli mettono il sigillo alla partita, solo a pochi minuti dalla fine Breitner trova il gol del 3 a 1 finale. A pochi minuti dalla fine, come Rivera 12 anni prima, Causio entra per uno scampolo di partita, al posto di Conti, ma stavolta è un premio al campione, che tocca l'ultimo pallone della partita, poco dopo l'arbitro Coelho, brasiliano, fischia la fine. E' l'apoteosi, Nando Martellini urla trevolte "Campioni del Mondo", il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, ospite di Juan Carlos, re di Spagna, esulta in tribuna d'onore, lo stesso Juan Carlos, nato a Roma, sembra soddisfatto.
L'Italia aveva vinto e convinto. Il Santiago Bernabeu era un ttripudio di bandiere tricolori, mentre i giocatori, giravano per il campo, con i poliziotti spagnoli che sembravano rincorressero dei briganti, tanto era la loro severità. Il regime franchista aveva ancora il suo peso nella società e nella polizia spagnola. Paolo Rossi con sei reti divenne capocannoniere del torneo (dalle stalle alle stelle). Vinse anche il premio miglior giocatore del Mondiale. Lo stesso anno vinse il pallone d'oro europeo. 

Cosa dire di quel Mondiale? La prima cosa, come accennato, anche la Spagna veniva da una lunga dittatura con il "Caudillo" Franco a governare per oltre quarant'anni. Solo otto anni prima il regime era cambiato, e nel 1979 la Spagna ebbe finalmente una sua Costituzione democratica, che conteneva molti  riferimenti  contenuti nella  Costituzione italiana.  
Tornando alle vicende calcistiche, lo stadio Sarria, teatro delle due partite contro Argentina e Brasile, venne in seguito demolito, al suo posto fu costruito lo stadio olimpico, nella zona del Montujch, dove oggi gioca l'Espanol, seconda squadra della città, mentre il Barcellona gioca al Camp Nou. Infatti Barcellona nel 1992 fu la sede  delle Olimpiadi. Bearzot fece capolavori, ad esempio, la scoperta di Oriali, che giocò le ultime partite come titolare, ma con un dinamismo eccezionale, che ispirarono  a Ligabue "Una vita da mediano" canzone capolavoro. La scelta di inserire un giovane di diciotto anni, Bergomi, che aveva la stessa caratura di Cabrini quattro anni prima. Avere creduto in Paolo Rossi, abbandonato da tutti, ma non dal suo "mentore"calcistico. Un'altra novità fu la dieta rivoluzionaria dei calciatori italiani, prima di allora si consumava poche ore prima della partita del riso e carne. Con il professor Vecchiet, si passò alla pastasciutta, perchè forniva apporto di carboidrati e quindi di energia subito disponibile, e si ebbe anche l'abitudine di bere molta acqua prima delle partite, soprattutto con il caldo, mentre fino ad allora si raccomandava di bere poco. Il corpo veniva così adeguatamente idratato, ed in grado di sopportare fatica e caldo. In aiuto venne anche la farmacologia, infatti Vecchiet introdusse la carnetina, un energetico non dopante, che permetteva di migliorare prestazioni e resistenza allo sforzo.
In quella nazionale giocavano sei giocatori della Juventus, più uno, Bettega, sfortunato non partente e due dei migliori giocatori del mondo Boniek e Platini. Eppure quella Juventus, subì la "vendetta" di Hrubesch e Kaltz, che nella finale di Atene di Coppa dei Campioni nel 1983, sconfissero con l'Amburgo quella Juve stellare, ma che faceva già i conti con la maledizione Champions.
Alla prossima.