Rieccomi qui, con il racconto dei mondiali e degli aneddoti collegati agli avvenimenti di quegli anni, un misto di calcio e di costume, curiosità e fatti a volte incredibili.
Avevo lasciato con il resoconto degli anni sessanta, fulcro di novità ed eventi determinanti, che avevano consegnato a quel periodo il testimone del passaggio da un'era, quella post-bellica, a quella dell'economia di mercato e di nuove scoperte scientifiche, ma soprattutto, la libertà dei costumi, della musica rock e l'apice negativo della guerra fredda e la divisione dei blocchi, che invece di garantire la pace, consentiva purtroppo la spartizione di teatri di guerra. 
E così arrivò il mondiale del 1974, in Germania. La nazionale tedesca, reduce dal terzo posto del 1970, ma ancora ferita per la partita dell'Azteca, persa in semifinale  con l'Italia, affilava le armi

In quegli anni, c'era stata l'egemonia in campo europeo dell'Ajax di Johann Cruijff, e quella squadra, insieme al blocco Fejenoord, formava l'ossatura della nazionale "Orange". L'unico punto debole era forse il portiere Jongbloed, considerato non all'altezza dei compagni più titolati, che si diceva facesse il tabaccaio. Nel frattempo, Cruijff e Neeskens erano emigrati al Barcellona, inaugurando l'uscita di altri giocatori (ad esempio Krol al Napoli). Ma all'orizzonte si profilava un'altra nazionale, la Polonia. Aveva fatto il primo capolavoro eliminando l'Inghilterra nelle fasi eliminatorie,  vincendo 2 a 0 a Katowice e pareggiando 0 a 0 a Wembley. In quella partita, il migliore in campo fu il portiere Tomaszewski, autore di parate determinanti, oltre al libero Gorgon, giocatore di stazza gigantesca, che spazzò l'area in tutti modi, soprattutto svettando nel gioco aereo. E la sfortuna fu che ci capitò nel nostro girone, dove giocammo  negli stadi di Monaco di Baviera e di Stoccarda. La formazione iniziale era Zoff, Spinosi, Facchetti(cap), Benetti, Morini, Burgnich, Mazzola, Capello,Chinaglia, Rivera, Riva. Durante la prima partita, contro Haiti, prendiamo subito goal, allora Valcareggi, il nostro ct, vista la sterilità in attacco, cambia Chinaglia con Anastasi. Chinaglia, detto "Long John" la prese a male e mandandolo a "quel paese" se ne uscì dal campo, per non tornare mai più in Nazionale. Ma Valcareggi aveva visto giusto, perchè Anastasi pareggiò quasi subito, quindi Rivera ed un autogol, fissarono il punteggio sul 3 a 1. La seconda partita la disputammo contro l'Argentina, squadra non irresistibile, ma comunque coriacea. Subiamo goal, ma alla fine del primo tempo, un'autorete di Perfumo, ci consente di pareggiare.
L'ultima partita, fu contro la Polonia a punteggio pieno, sarebbe bastato un pareggio, ed entrambe saremmo passate, ma la Polonia fece la partita, e dopo il primo tempo erano in vantaggio con i gol di Deyna (grande mezzala) e Szarmach (punta abile nel gioco aereo) solo a cinque minuti dalla fine, Capello, imbeccato dal subentrato Causio, segnò il gol della speranza, ma nonostante gli sforzi, il risultato non cambiò e dovemmo fare le valigie. Fu il canto del cigno per molti giocatori, come Facchetti, Burgnich, Rivera, Capello, Mazzola, Spinosi e Morini. Gigi Riva, oltre ad essere a fine carriera, due anni dopo si infortuna di nuovo e, praticamente,  la sua carriera si chiude. Si conclude così, anche il ciclo del Cagliari, campione d'italia nel 1970, quando portò in nazionale il portiere Albertosi, il libero Cera, il centrale Niccolai (subito infortunatosi alla prima partita) e l'instancabile Angelo Domenghini. Anche per il CT Valcareggi, fu l'ultimo mondiale, venendo in seguito sostituito dal suo secondo, Enzo Bearzot.  La Polonia fece un percorso invidiabile e dopo avere perso la semifinale contro la Germania Ovest, vinse la finale per il terzo posto battendo il Brasile con un goal del capocannoniere del torneo, Grzergorz Lato.

La finale fu un piatto molto succulento, si incontrarono le squadre del momento, la Germania Ovest, padrona di casa e la temibile Olanda. La partita si gioca il 7 Luglio, nell'Olanda giocano Jongbloed, Suurbier, Rijsbergen, Krol, Haan, Jansen, Neeskens Van Hanegem, Rep, Cruijff e Resembrink, allenatore Rinus Michels. La Germania risponde con Mayer, Vogts, Schwarzembeck, Breitner, Beckenbauer, Hoeness, Bonhof, Overath, Grabowski, Mueller e Hoellzenbein, allenatore helmut Schoen. La partita comincia bene per l'Olanda, infati Cruijff, incomincia uno slalom dei suoi e, appena entrato in area, viene steso. Neeskens realizza il rigore concesso dall'arbitro Taylor. La Germania accusa il colpo, ma lentamente si riprende, grazie anche  alla prestazione delle ali, Grabowski e Hoelzenbein, e proprio quest'ultimo, si procura il rigore del pareggio. Il rigorista Breitner lo realizza. Poco prima dell'intervallo, dopo una discesa delle ali tedesche, la palla finisce a Mueller, che non si fa pregare, e beffa l'Olanda con un tocco sotto le gambe del difensore mettendo fuori causa Jongbloed. Il secondo tempo è un continuo attaccare dell'Olanda, ma Cruijff, non riesce più a giocare, sia per le marcature strette dei tedeschi, sia per i falli continui che riceve, e che l'arbitro Inglese non fischia, dirigendo ormai a senso unico. Qualche commento giornalistico definì letteralmente "castrazione calcistica" il comportamento tenuto dall'arbitro Taylor. Finisce con il tripudio tedesco, e la prima grande delusione olandese.

Quattro anni dopo, si giocano i mondiali in Argentina, e la nostra nazionale partecipa con pochi reduci del 1974, Zoff, Bellugi (morto recentemente di Covid) Benetti, Causio e Paolino Pulici. Entrano nuovi nomi, come Cabrini, Tardelli, Antognoni, Scirea,  Gentile e Paolo Rossi, il "Pablito" nazionale. In attacco la coppia è Rossi/Bettega, in difesa esordisce un giovanissimo Cabrini, terzino sinistro, convocato da Bearzot a sorpresa, perchè giocava nella Juventus, ma era riserva. Bearzot, lo inserisce subito nella formazione titolare, intuendo quale campione avesse tra le mani.

A centrocampo Benetti, Tardelli e Zaccarelli si fanno rispettare, mentre Causio, delizia la platea mondiale sfoderando tocchi da fare invidia ai sudamericani.  In difesa Gentile, Cabrini e Scirea fanno le prove da futuri campioni del Mondo, con Bellugi a sorvegliare le giovani promesse. La prima partita, giochiamo conro la Francia dello "spauracchio" Platini, che pochi mesi prima ci aveva freddato con due punizioni capolavoro in un 'amichevole giocata a Napoli, finita 2 a 2. E la paura arriva subito, al primo minuto, Lacombe riesce ad infilare Zoff con un preciso colpo di testa. La reazione però, non manca e pochi minuti dopo Paolo Rossi pareggia dopo una carambola pazzesca tra pali, respinte e tocco finale fortunoso. nel secondo tempo, Renato Zaccarelli, giocatore del Torino, segna con un tiro da fuori area, vinciamo 2 a 1. La seconda partita incontriamo l'Ungheria, 3 a 1 con gol di Rossi, Bettega e Benetti. Il capolavoro lo facciamo contro l'Argentina padrona di casa, squadra che schierava giocatori temibili, la formazione era: Fillol, Galvan, Tarantini, Passarella, Gallego, Valencia, Ardiles, Bertoni, Ortiz, Kempes. Giocatori come Passarella e Bertoni, vennero in seguito in Italia, nella Fiorentina e l'Inter. Il 10 Giugno 1978, le squadre scendono in campo, a Buenos Ayres. Gli Argentini sono giocatori di temperamento, e se capita, giocano anche duro. Tra questi Ardiles è forse il più cattivo. Ma Ardiles si trova davanti Benetti, che è molto più duro e cattivo di lui, ed allora, dopo due "avvertimenti", il buon Ardiles si tiene molto alla larga. A dodici minuti dalla fine della partita, Bettega scambia con Rossi, si presenta davanti a Fillol e lo batte con un preciso tocco all'angolo. Vinciamo la partita ed anche il girone.  Il cammino della nostra nazionale è spedito, e dopo avere eliminato Germania Ovest ed Austria, approdiamo in semifinale contro l'Olanda. Il primo tempo passiamo in vantaggio, con un'autorete di Brandts. Nel secondo tempo, Bearzot fa riposare Causio, sostituendolo con Claudio Sala detto il "poeta". Il cambio non porta bene, l'Olanda trova il pareggio con lo stesso Brandts , con un tiro dal limite scagliato con potenza sotto la traversa. A quindici minuti dalla fine, Zoff si fa sorprendere da un tiro da quaranta metri di Haan. L'Olanda va in finale contro l'Argentina. Noi giochiamo la finale per il terzo posto, ma perdiamo anche contro il Brasile, anche qui passiamo in vantaggio con Causio nel primo tempo, ma nel secondo tempo, Nelinho e Dirceu, ancora con tiri da lontano, ci castigano. Zoff viene messo sotto accusa ma quattro anni dopo, si rifarà alla grande.  

In finale a Buenos Ayres, L'Argentina nel primo tempo trova la rete del vantaggio, con Mario Alberto Kempes, ma nel secondo tempo Naninga, all'ottantaduesimo, trova il pareggio. Nei supplementari, ancora Kempes e poi Bertoni, siglano il risultato finale, 3 a 1. Per il dt Menotti è il tripudio, per l'Olanda la seconda delusione. Per la cronaca la partita fu arbitrata dall'Italiano Gonella, che fu accusato di essere stato molto casalingo. Comunque ben lontano dagli arbitraggi veramente scandalosi verificatisi nei mondiali precedenti e in quelli a venire.  

In quel mondiale ci fu un grande assente, Maradona. Menotti ritenne che fosse troppo giovane per fare parte della squadra, ma nel 1986, si prenderà la rivincita. Quell'Italia fu ritenuta una delle più belle squadre italiane viste all'opera in un mondiale, si stava formando il gruppo che avrebbe vinto il Mondiale del 1982. peccato per quegli errori commessi nelle ultime partite, altrimenti avremmo scritto un'altra storia. Comunque la stessa storia stava per premiarci.
Ma questo è argomento della prossima puntata.