L'ex giocatore spagnolo di Liverpool e Newcastle, Jose Enrique, è stato sottoposto ad un delicatissimo intervento di asportazione di un raro tumore al cervello. Intervento che, per fortuna, è andato per il meglio. I sintomi iniziali di questa terribile malattia hanno colpito il terzino spagnolo come un fulmine a ciel sereno. Da quanto si apprende, Enrique era in trattative con il manager del Brighton, Chris Hughton - suo allenatore ai tempi del Newcastle - per affiancarlo nel ruolo di collaboratore tecnico.

Inizialmente un leggero malessere, poi una terrificante e fulminea emicrania, lo hanno costretto all'immediato ricovero ospedaliero. Con il passare delle ore i sintomi si sono acuiti, in un climax ascendente in cui i sintomi peggioravano: difficoltà visive, allucinazioni e, infine, la completa cecità. Viene operato a Londra, per poi completare le cure a Valencia, così da poter stare vicino ai propri cari. Oggi fortunatamente Jose Enrique sta meglio.

Sta meglio grazie anche all'enorme dimostrazione d'affetto che ha ricevuto dai suoi amici nel mondo del calcio. Numerosi sono stati i messaggi di auguri e di sprono a non mollare. Molti di questi provengono direttamente dai ritiri del Mondiale in Russia. Pepe Reina, Luis Suarez, Philippe Coutinho, Keylor Navas, Paulo Dybala, Federico Fazio sono solo alcuni degli ex compagni e colleghi dello spagnolo che hanno inviato videomessaggi per augurargli pronta guarigione e per ringraziare gli sforzi dei medici che hanno salvato la vita del loro amico.

"Ringrazio tutti - ha detto lo spagnolo dal letto d'ospedale - vi voglio bene. Sono state le settimane più dure della mia vita. La malattia mi ha costretto a stare a letto per cinque giorni senza riuscire a muovere nemmeno un singolo muscolo. È stato un inferno." Jose Enrique ora sta bene, e i medici dell'ospedale La Fe di Valencia sono lieti di poter constatare netti miglioramenti nell'evoluzione clinica dell'ex Reds, che nel frattempo ha riacquistato completamente la vista. Come spesso accade in queste delicate situazioni, è stata la precoce e preventiva diagnosi a salvare la vita dello spagnolo. Che oggi può urlare al vento il suo amore per la vita: "Voglio ringarziare tutti per il supporto e l'amore dedicatomi. Ho capito che la vita è un bene preziosissimo."