Se il titolo vi appare ispirato a una nota canzone di Gino Paoli, "Sapore di mare", non è solo un'impressione. E' davvero ispirato a quel brano. Una dopo l'altra, le spiagge hanno aperto i cancelli, e ogni meditazione sulle faccende calcistiche non può che avere il sapore della salsedine. Il sapore di sale di cui cantava Gino Paoli.

A differenza della vendita a YongHong Li, accompagnato da quel giovanottone paffuto che rispondeva al nome di Han Li... a differenza, insomma, della vendita a quei... signori Li, l'operazione di Redbird si presenta leggibile in diversi dei suoi punti cardine.

Andiamo indietro nel tempo e ricordiamo come Elliott è diventato proprietario delle azioni del Milan ovvero escutendo un pegno. Il pegno è una garanzia per il creditore, che ha qualcosa su cui rifarsi qualora il debitore non riesca a onorare gli impegni assunti. Non è una forma di speculazione o di arricchimento, ma un paracadute per il creditore nei confronti dell'inadempimento. Quando YongHong Li ebbe un lauto finanziamento da Elliott, concesse le azioni stesse in pegno al creditore che, infatti, le fece proprie nel momento in cui il misterioso cinese (sfido chiunque a dire che non fosse e non sia tuttora misterioso) fu inadempiente nel pagare una delle rate.

Ora, nel 2021 YongHong Li ha intentato causa a Elliott, perché sostiene che il valore della società AC Milan, quindi del pegno, era molto superiore all'importo del debito non pagato. Considerando ok il passaggio delle azioni al creditore, secondo le norme che regolano quel tipo di garanzie, sarebbe meno ok il fatto che Elliott ci faccia una signora cresta

Fermatevi un attimo e ragionateci su, come se fossimo in uno dei vecchi telefilm di Ellery Queen con il compianto Jim Hutton. Lo avete fatto? Be', se lo aveste fatto, avreste concluso che è quantomeno possibile che le azioni valessero di più di quanto YongHong Li non è riuscito a rimborsare. Diciamolo, per quanto Li possa chiedere troppo, a qualcosa dovrebbe avere diritto.

Ora, durante la trattativa fra Investcorp e Elliott, YongHong Li si è fatto sentire ribadendo che c'è un contenzioso legale in atto. 

Elliott sa che il Milan finirà per costargli di più del prestito concesso a YongHong Li, ma sa pure che dal 2018, ha anticipato dei soldi per il mercato di Leonardo e poi ha ripianato una serie di passività. E questi sono tutti soldi che vanno sommati tanto al prestito concesso a Li, quanto al costo negativo sopportato non investendo quel capitale in altra maniera.

Ai soldi di cui sopra dovrebbe aggiungersi il margine di utile che Elliott, come fondo speculativo, deve portare a casa per giustificare l'operazione.

Nel momento in cui Investcorp ha trattato il Milan, il miliardo e duecento milioni non erano questa gran cifra agli occhi dei Singer. Un miliardo e ottocento milioni, forse, lo sarebbero stati, magari un paio di miliardi.

Spunta Gerry Cardinale che, a capo del fondo Redbird, decide di fare l'operazione. Ma qui sorge un problema. Con YongHong Li alle costole e un contenzioso sul valore del Milan, una supervalutazione della società rossonera potrebbe influenzare il giudizio su quanto corrispondere al debitore escusso all'epoca. Sì, sempre quel... signore Li.

La questione viene risolta fissando il prezzo a un miliardo e duecento milioni, con l'acquirente che si fa finanziare dal venditore per una grossa somma a un tasso alto, il 15%. La cifra che prenderà Elliott sarà quella richiesta, ma una parte dei soldi verranno pagati in conto prezzo di vendita, mentre la restante sarà corrisposta in conto interessi sul finanziamento.

Badate bene che il debito non graverà sulla società rossonera, ma sul fondo Redbird.

Ora, fareste molto bene a porvi la domanda: "Cosa ha spinto Cardinale a pagare tanto il Milan?". Il Chelsea è stato valutato molto di più, ma gioca nel campionato più ambito del pianeta, la Premier League, che ha un altro seguito e quindi un altro potenziale.

La riposta è semplice: il progetto per lo stadio. Non a caso, Cardinale ha già parlato con il sindaco di Sesto San Giovanni, dove si trova l'area su cui dovrebbe sorgere l'impianto. E' un progetto che, se condotto bene, dovrebbe portare il fondo americano (o chi dovesse subentrargli) a disporre di un assett con introiti che compenserebbero i soldi spesi per il Milan.

Le valutazioni di Mr.Bee e YongHong Li, datate solo qualche anno fa, erano irreali. La storiella delle scuole calcio e dei ristoranti griffati Milan, diciamolo, non reggeva e non poteva reggere. Ancora peggio era la storia dell'interesse del Governo cinese per un'operazione della quale, in realtà, non gliene poteva fregà de meno.

L'operazione di Redbird, per quanto abbastanza ardita, non è molto più rischiosa di qualsiasi impresa speculativa. Potrebbe andare male e arenarsi, come andare in porto.

Di certo non sono i termini economici dell'affare che devono far pensare a un Milan oberato dai debiti. E proprio l'entità dell'esposizione di Redbird la dice lunga sulla necessità di tenere buoni i tifosi costruendo una squadra competitiva.

Oh chiariamo, non aspettatevi mecenati che spendono 400 milioni per Mbappé! Ma non pensate neanche a un budget da fame per il calciomercato. Non avrebbe senso, visto che il progetto stadio deve andare avanti fino alla fine e, una volta ammortizzato l'investimento, deve produrre utili.

Redbird è un fondo e il Milan finirà per far parte dei pacchetti che verranno venduti in tutto il mondo agli investitori. Non sapremo mai di chi sono realmente i soldi dell'operazione? Pensate, tuttavia, che i soldi di Mr.Bee sarebbero stati più trasparenti? Sapete davvero da dove provenivano i soldi di YongHong Li? E Berlusconi era un mecenate o un imprenditore geniale che aveva intuito le potenzialità televisive del calcio nella seconda metà degli anni '80? Non a caso, del resto, l'interesse della famiglia Berlusconi (non tanto di Silvio), per il calcio si è affievolita fino a scomparire quando il mercato televisivo è andato cambiando di anno in anno. Fino a diventare più difficile e meno remunerativo.

Non so quale sarà l'esito dell'operazione Redbird. Cardinale sarà un nuovo Felice Riva, che scappò in Libano, dove rimase per anni allo scopo di sfuggire alla giustizia? O si rivelerà un manager illuminato che rivenderà il Milan a un prezzo ancora più alto? Magari con un gioiello di stadio e un'immagine sportiva ancora migliore? Non lo sappiamo e non possiamo saperlo.

Di certo, quando si vince si vince tutti e quando si perde si perde tutti. Non ha senso dare a Maldini i meriti delle vittorie, mentre a Gazidis solo le colpe degli insuccessi. Apprezzo il lavoro di Maldini e mi auguro di rivederlo in rossonero per ancora tanti anni, ma certe cose devono essere chiare.