In un freddo giovedì di febbraio, Juventus e Sassuolo si affrontano allo Stadium per stabilire la quarta squadra che andrà a contendere la Coppa Italia a Milan, Inter e Fiorentina, già qualificate per le semifinali. Dopo la convincente prestazione contro il Verona e l'esordio bagnato dal gol sia per Vlahovic che per Zakaria, nella tifoseria bianconera cresce ogni giorno di più l'attesa e la curiosità per questa nuova Juventus, uscita senza dubbio rinforzata dal mercato di gennaio. Per la sfida di Coppa, Allegri sceglie di operare alcune rotazioni. Con uno sguardo rivolto anche al confronto di domenica prossima a Bergamo contro l’Atalanta, che potrebbe permettere ai bianconeri di imprimere un’ulteriore accelerazione alla corsa verso il quarto posto, l'allenatore bianconero decide di tenere inizialmente a riposo Danilo, Locatelli e Morata. I canali di comunicazione della società, con il solito anticipo di circa mezz’ora sul fischio d’inizio, presentano lo schieramento bianconero. Dopo il tridente proposto contro il Verona, Allegri torna al suo consueto 442 “asimmetrico”, “storto", “indefinibile”, dal quale pare non riuscire a staccarsi. In porta tocca a Perin; la linea difensiva vede De Sciglio, Bonucci, De Ligt e Alex Sandro; in mezzo al campo, Zakaria e Arthur formano la coppia di mediani, mentre Cuadrado e McKennie agiranno sulle due fasce. In avanti, spazio a Dybala e Vlahovic. Il Sassuolo di Dionisi risponde con il 4231. Pegolo; Tressoldi, Ayhan, Ferrari, Kyriakopoulos; Lopez, Harroui; Berardi, Raspadori, Traoré; Scamacca; sono gli undici giocatori neroverdi che contenderanno alla Juventus il passaggio del turno.

Circa sedicimila spettatori accolgono le due squadre sul terreno di gioco mentre il tifoso, con l’animo infastidito dalle scelte tattiche e di formazione proposte da Allegri, si sistema davanti alla tv. Un'ulteriore motivo di disappunto, con le squadre ancora nel tunnel che conduce sul terreno di gioco, arriva dalle maglie gialle inspiegabilmente indossate della Juventus per questa partita. Esaurito il protocollo iniziale, l’arbitro Marinelli fischia l’inizio della sfida. Non trascorrono neppure tre minuti e i padroni di casa passano subito in vantaggio. Alex Sandro affonda sulla sinistra e propone un pallone arretrato per l’inserimento di McKennie. La conclusione del centrocampista americano viene respinta dalla difesa del Sassuolo. Il pallone si alza e ricade al centro dell’area, all’altezza del dischetto del rigore, nella piena disponibilità di Dybala. L’argentino si coordina e lascia partire un sinistro di controbalzo che si infila nell’angolo alto alla destra di Pegolo. Al portiere altro non resta da fare che osservare il pallone entrare in rete. Dybala esulta con i compagni e con il pubblico che continua a chiedergli di rinnovare e proseguire il suo cammino in bianconero. Passata immediatamente a condurre il risultato, la Juventus ricade nel suo difetto più antico e forse inestirpabile. Non insiste nella proposta offensiva, rallenta il ritmo, quasi si siede sul vantaggio così presto ottenuto. Il gioco in verticale mostrato con buona efficacia contro il Verona non viene mai cercato. Vlahovic rimane presto isolato in avanti. La squadra di Allegri si esibisce in un possesso di palla lento, nel quale una serie di errori tecnici, soprattutto all’avvio dell’azione, inquina una manovra priva di brillantezza e continuità. Il Sassuolo guadagna metri di campo. Perin capisce molto presto che non è destinato a trascorrere una serata da spettatore.

Tornato in campo dopo quasi un mese di assenza per infortunio, Bonucci vive un inizio di partita particolarmente complicato, nel corso del quale commette diversi errori in fase d'impostazione impensabili per un giocatore del suo livello. Su un lancio sbagliato dal difensore bianconero, quando da poco è trascorso il decimo minuto, nasce per Berardi una buona opportunità per pareggiare. Perin è reattivo nel deviare in calcio d’angolo il sinistro dal limite dell’area dell’esterno neroverde. Trascorrono un paio di minuti ed il portiere juventino è ancora costretto alla deviazione su un tiro pericoloso di Kyriakopoulos, arrivato a conclusione di una manovra con la quale il Sassuolo, in soli tre passaggi, ha coperto, da destra verso sinistra, l’intera ampiezza del campo. Il squadra di Dionisi gioca nettamente meglio. Nella parte centrale del primo tempo prende possesso della metà campo bianconera e gestisce il pallone sfruttando una netta superiorità numerica nella zona centrale, dove il solo Zakaria non è sufficiente ad ostacolare il sicuro palleggio di almeno cinque uomini vestiti di neroverde. McKennie naviga ai margini della partita, cerca spazi per inserirsi e creare pericoli alla difesa avversaria ma conferma per l’ennesima volta che la fascia sinistra non è la sua zona di campo ideale. L’americano si ritrova relegato in quella posizione anche a causa dell’improvvisa infatuazione di Allegri per Arthur. Dopo averlo ignorato per tutta la prima parte di stagione, il tecnico da alcune partite sta insistendo sul centrocampista brasiliano, dal quale però non sembrano ritornare risposte particolarmente convincenti. Arthur si conferma una volta di più un tipo di giocatore poco utile, privo di tocchi e giocate illuminanti e non in grado di coprire ampie porzioni di campo. Schierato in una mediana formata da soli due uomini diventa addirittura dannoso.

Il pareggio del Sassuolo pare un evento inevitabile. Al tifoso perplesso davanti alla tv sembra difficile che la Juventus possa riuscire ad arrivare indenne al novantesimo minuto giocando in questa maniera. La rete dei neroverdi  arriva esattamente alla metà del primo tempo. Segna Traoré, bravissimo ad aggirare Cuadrado, entrare in area, evitare l’intervento di Bonucci e quindi trovare, con una perfetta conclusione a giro, l’angolo alto alla sinistra di un incolpevole Perin. In telecronaca Trevisani si esalta. Celebra la rete di Traoré scomodando il paragone con Lorenzo Insigne, che la retorica napoletana pretende di raccontare come il depositario di questo tipo di conclusione. Il bravo telecronista, nell’euforia che lo cattura, forse dimentica che magari, proprio su quello stesso campo, un signore vestito con la maglia bianconera numero dieci, segnando innumerevoli gol in questa maniera, ha costruito una storia decisamente più grande di quella di Insigne e del Napoli.

Incassato l’inevitabile pareggio, Allegri e la Juventus capiscono che il piano di attendere novanta minuti all’interno della propria area di rigore non può essere vincente. La squadra prova a reagire, ad alzare il baricentro ma trasmette una sensazione di pachidermica lentezza. Dybala prova ad arretrare per accendere la manovra. Cuadrado, in serata negativa, rallenta il gioco trattenendo ogni volta il pallone alcuni istanti più del necessario. Arthur si conferma il solito passaggino orizzontale, mentre McKennie, fuori ruolo, riesce a sbagliare ogni pallone toccato. Vlahovic, dopo il buon debutto contro il Verona, prende contatto con la realtà. Ha un primo vero assaggio della dura vita che tocca in sorte ai centravanti delle squadre allenate da Allegri. Isolato, costantemente a cinquanta metri dalla porta, quasi mai cercato dai compagni, non ha modo di incidere.

Gli spunti più interessanti di questo opaco primo tempo giocato dalla Juventus, arrivano dalla sinistra, dove Alex Sandro si presenta con buona puntualità sul fondo. E’ il terzino brasiliano, quando già è trascorsa la mezz’ora, a pennellare un cross perfetto al centro dell’area. Sul pallone irrompe, con i giusti tempi di inserimento, McKennie, alla prima giocata utile della sua partita. Pegolo è bravissimo ad opporsi al colpo di testa dell’americano. E’ il secondo tiro della Juventus in tutto il primo tempo. Decisamente troppo poco. I bianconeri attraversano in questa fase il loro momento migliore. Vlahovic, servito da un lancio di prima intenzione di Bonucci, capace di tagliare fuori l’intera retroguardia del Sassuolo, sciupa una buona occasione calciando con il destro addosso a Pegolo in uscita. Ancora l’anziano portiere degli emiliani, è reattivo nello stoppare una conclusione di Alex Sandro arrivata in coda ad una situazione di calcio d’angolo.  

Trascorsi i due minuti di recupero concessi, l’arbitro Marinelli manda le due squadre negli spogliatoi per l’intervallo. Un certo disappunto, per la partita fino a quel momento disputata dalla Juventus, pervade il ristretto gruppo di ascolto davanti alla tv. Le critiche sono tutte rivolte alle scelte di formazione di Allegri. Magnifico conferenziere, il nostro allenatore ripete continuamente in tutte le interviste come il calcio sia un gioco semplice. Diventa quindi ancora più difficile, per semplici tifosi, comprendere il motivo per il quale il nostro allenatore si ostini fin troppo spesso a complicare le cose, schierando formazioni indecifrabili e giocatori fuori posizione. Certo, lui è un tecnico diplomato a Coverciano e con una storia vincente alle spalle, tutti gli altri semplici tifosi e osservatori. Sicuramente avrà ragione lui. Sembra comunque necessario intervenire sulla formazione, con almeno due sostituzioni già all’inizio del secondo tempo, per non rischiare di incappare in spiacevoli sorprese. Il cambio invece lo fa Dionisi, costretto da un infortunio a togliere Ayhan e mandare in campo Muldur. Allegri rimane fermo sulle scelte iniziali. Nonostante i primi quarantacinque minuti non abbiano dato risposte particolarmente convincenti per i bianconeri, il tecnico ripresenta la squadra in campo con gli stessi undici con i quali ha iniziato l’incontro. Prevedibile dunque immaginare, almeno nei primi minuti della ripresa, un copione simile a quanto già visto nel corso della prima parte. 

E’ infatti il Sassuolo a prendere per primo l’iniziativa in avvio di secondo tempo. Scamacca, troppo libero al centro dell’area, non sfrutta di testa un’ottima occasione su cross di Kyriakopoulos. La Juventus fatica ad occupare la metà campo avversaria. Ha però un’ottima occasione su una ripartenza innescata da una splendida apertura di Vlahovic per Dybala, largo sulla destra. L’argentino vede l’inserimento al limite dell’area di De Ligt che, a sua volta, protegge la palla e offre a McKennie l’occasione per calciare verso la porta di Pegolo. L’americano tira bene. Il suo destro a giro supera il portiere ma si infrange contro il palo più lontano. 

A fronte di un'ottima qualità delle immagini, alla quale ormai non siamo più abituati, la trasmissione di Canale 5 paga un pesante tributo alle frustrate ambizioni cinematografiche del regista. Continui primi piani, inquadrature dal basso ed inutili replay, mandati spesso in onda senza alcun motivo anche a gara in corso, rovinano la cronaca della partita, rendendo persino complicato, in alcuni frangenti, capire cosa stia accadendo sul terreno di gioco.

A mezz’ora dalla conclusione, mentre Dionisi richiama in panchina Berardi e Traoré, mandando in campo Defrel e Matheus Henrique, per Allegri arriva finalmente il momento di modificare la struttura tattica della sua squadra. Due i cambi proposti dal tecnico bianconero. Esce dal campo Zakaria, cui viene risparmiata l’ultima mezz’ora in vista della partita di Bergamo, sostituito da Locatelli. Soprattutto, esce De Sciglio ed entra Morata. La Juventus cambia assetto. Cuadrado scala terzino, in avanti si ricompone il trio offensivo che aveva mostrato un’ottima intesa nell’ultima partita contro il Verona. L’ingresso di Morata porta fin da subito i suoi benefici. La squadra alza immediatamente il baricentro e guadagna campo. Il Sassuolo fatica adesso a superare la pressione bianconera che si materializza fin dai primi tocchi dei giocatori neroverdi. La Juventus conquista con sempre maggiore facilità il pallone e tiene sotto pressione il Sassuolo. Una squadra che fino a quel momento non era mai riuscita ad organizzare manovre d’attacco con continuità, raccoglie adesso occasioni da rete in serie. Vlahovic con il sinistro chiama Pegolo alla deviazione in angolo. Ferrari, con un grande intervento in copertura, ribatte una pericolosa conclusione di Morata, arrivata in coda ad una bella combinazione con Vlahovic. 

Si rivedono sul campo le manovre veloci ed efficaci che tanto erano piaciute nell’ultima partita di campionato contro il Verona. A venti minuti dal termine, Allegri si decide ad aggiustare definitivamente la squadra. Toglie dal campo Arthur, autore della solita prestazione insipida, fatta di passaggi corti e tanta fatica quando si tratta di correre a tutto campo, ed entra Rabiot. La Juventus aumenta il suo impatto fisico sulla partita. La sensazione adesso è che il gol possa arrivare da un momento all’altro. Le occasioni per passare in vantaggio si inseguono. McKennie di testa non inquadra la porta. Ancora l’americano, ancora di testa, sugli sviluppi di una punizione dalla trequarti calciata da Dybala, chiama Pegolo ad una difficile parata. Sulla respinta del portiere, De Ligt, ad un passo dalla porta, colpisce il palo. La palla danza per qualche momento sulla linea senza che nessun giocatore della juventus riesca a trovare la deviazione decisiva. Il Sassuolo soffre la spinta bianconera. Il possesso palla neroverde che sembrava inarrestabile nel primo tempo, adesso si infrange contro la pressione insistita portata dagli uomini di Allegri. Scamacca fatica a tenere il pallone e far salire la sua squadra. L’attaccante sbaglia un passaggio e finisce per servire Vlahovic che, senza perdere tempo, manda in porta Morata. Lo spagnolo, solo davanti a Pegolo, indugia forse un momento di troppo, il suo pallonetto timido viene contenuto dal portiere in uscita. 

I minuti scorrono veloci sul cronometro. I supplementari sembrano una possibilità concreta. Il tifoso davanti alla tv, pur rimanendo piuttosto fiducioso, si rammarica per la prima ora di gioco sprecata dalla sua squadra. La Juventus adesso gioca bene, crea occasioni con continuità ma non riesce a trovare la rete. Rabiot impegna l’ottimo Pegolo in un’altra difficile parata con un colpo di testa su servizio di McKennie direttamente da fallo laterale, nella riproposizione di uno schema reso celebre alcuni anni fa dallo Stoke City e da Rory Delap, capace di fiondate di trenta o quaranta metri direttamente dalla linea laterale. La Juventus ha il pieno controllo del gioco e del campo. La squadra di Allegri attacca in massa. Dybala in verticale premia l’inserimento di De Ligt. Pegolo si oppone alla conclusione scagliata questa volta dal difensore olandese. Il gol tanto cercato alla fine arriva. Il cronometro sta compiendo gli ultimi giri prima della segnalazione del tempo di recupero, quando Dybala trova una traccia profonda per Vlahovic. Muldur accompagna il serbo verso la linea laterale. Non sembra una situazione particolarmente pericolosa, invece Vlahovic di forza si libera del diretto avversario e, da sinistra, percorrendo la linea di fondo entra in area. Affrontato da Tressoldi, il centravanti sposta il pallone e calcia con il destro. Il tiro incontra la deviazione del difensore del Sassuolo che cambia la traiettoria della palla spiazzando Pegolo. La Juventus passa meritatamente in vantaggio. Trevisani urla mentre Vlahovic esulta sotto la curva nord con i compagni. Gli uomini in panchina raggiungono il resto del gruppo per unirsi alla festa. La qualificazione adesso è a portata di mano. Il pubblico allo stadio celebra il suo nuovo attaccante, il cui arrivo ha riacceso un grande entusiasmo intorno alla squadra. 

I quattro minuti di recupero concessi dal direttore di gara Marinelli, diventano cinque e anche qualcosa di più per via della sostituzione di Vlahovic con Kaio Jorge. Non succede più nulla. Il Sassuolo non sembra avere la forza per tornare dalle parti di Perin, dove non si è praticamente mai visto nell’ultima mezz’ora. La partita finisce. La Juventus riscatta un brutto primo tempo con una ripresa di stampo decisamente differente. Conquista la semifinale di Coppa Italia dove incontrerà la Fiorentina, in un doppio confronto nel quale l’attenzione di tutti, sicuramente del popolo viola, sarà probabilmente monopolizzata dalla figura di Dusan Vlahovic e dal suo ritorno a Firenze per la prima volta da avversario. L’andata della semifinale allo stadio Franchi è però ancora lontana. La Juventus adesso mette nel mirino Bergamo e lo scontro diretto contro un’Atalanta che attraversa forse il momento meno brillante di queste ultime eccellenti stagioni. La differenza di prestazione offerta dalla squadra bianconera nei due tempi contro il Sassuolo, non dovrebbe lasciare troppi dubbi su quale sia l’assetto tattico che maggiormente valorizza la rosa bianconera. Allegri ama ripetere che il calcio è un gioco semplice, adesso lo dimostri.