Che il Milan stesse poco bene lo si poteva leggere da quanto era stato scritto nell’anamnesi dal precedente medico/ Mister. 
Gattuso aveva compiuto un mezzo miracolo, ma aveva anche palesato ai parenti/dirigenti della società quali cure erano necessarie perché il miracolo divenisse normalità.

Sappiamo come è finita, si è deciso come spesso avviene, di provare a cambiare il medico e non a mettere in campo la cura. Certo i motivi sono molti, a partire dalla difficoltà economica che non permetteva l’accesso alla cura migliore, e la difficoltà nel vendere alcuni gioielli di famiglia che forse non erano proprio gioielli ma nemmeno bigiotteria da regalare.

La scelta del nuovo medico/mister oggettivamente sembrava quella migliore ai più, anche se magari alcuni ora dimenticano. Ma Giampaolo ha pagato il suo essere radicale finendo per andare in confusione e perdendo la fiducia di tutto l’ambiente. Assomiglia, la sua storia seppur in maniera fortunatamente assolutamente non drammatica, a quel neurochirurgo allora n.1 d’Italia che aveva in cura mia madre ma che forte della sua sicurezza sbagliò completamente la diagnosi e solo una fisioterapista ebbe il coraggio di evidenziare il suo errore e fargli trovare la vera causa

Ecco, ora mi aspetto che Pioli operi più da fisioterapista che da luminare della medicina, perché rimango convinto che questa rosa abbia qualità. Non per lo scudetto, ma per lottare per cercare di entrare in Europa si. E vista l’età media si può pensare in un percorso di crescita, che però non può prescindere dal sistemare la situazione economica.

Ma cosa devono fare il fisioterapista e la famiglia/società?
Partiamo dalla difesa.
Sui portieri non abbiamo problemi.  Io spero che Donnarumma non venga venduto, ma con Reina e Plizzarri possiamo stare tranquilli nel breve, nel medio e nel lungo termine. 

Terzino destro: probabilmente la società aveva ragione a spingere Conti ad andare in prestito per tornare a giocare con regolarità. Io lo considero superiore a Calabria, ma giocando poco rischia di involvere come hanno mostrato le due partite svolte.  Visto poi l’infortunio subito da Calabria e, appunto la condizione ancora precaria di Conti, avrei riconfermato per un anno Abate.  Qui siamo insomma in forte difficoltà anche perché non vi è aiuto ne in costruzione ne in copertura da parte di Suso. Che fare? Puntare su uno dei due e se questo fosse Calabria trovare una collocazione in prestito per Conti acquisendo un terzino destro esperto pronto alla bisogna e non un giovane da far crescere.

Centrali: Musacchio non mi ha mai convinto. E una seconda scelta, e questo è sempre stato chiaro anche alla società.  Ma anche in questo caso la società non ha operato in maniera lucidissima. Sapendo che Caldara non sarebbe stato disponibile subito avrei tenuto Zapata, che ha uno spunto di velocità molto superiore al duo titolare attuale e messo sul mercato l’argentino. Ora che Caldara è pronto deve giocare, non possiamo rischiare l’involuzione anche per lui. Deve giocare tanto e da subito. E proverei a gennaio a piazzare Musacchio tenendomi Duarte e Gabbia oppure mandando Gabbia a farsi le ossa nella seconda parte della stagione nel caso non vi sia mercato per l’argentino. 

Terzino sinistro: qui stiamo bene con Theo, e alla bisogna abbiamo Rodriguez. Ma il titolare che fa faville nella nazionale svizzera accetterà la panca fino a fine stagione o chiederà di essere ceduto? Nel secondo caso occorre muoversi con grande cura nel trovare una alternativa.

Il regista basso: forse oggi qualcuno (compreso il sottoscritto) su questo ruolo non può che dare un alibi a Giampaolo: Biglia ormai cammina e la sua intelligenza calcistica non va di pari passo con la  velocità e la precisione nel giocare la palla. Ma Biglia è tredicesimo nella top 15 dei km percorsi in media a partita fra tutti i calciatori di serie a. Però Benaccer ha mostrato fino ad ora immaturità e anche difficoltà a stare nel gioco di squadra. Io dunque critico Biglia, ma non lo fischio, perché Pioli in questo momento gli sta chiedendo di immolarsi mentre lavorerà sul recupero dell’algerino. Dunque fino a fine stagione ci arriviamo e poi ci sarà l’addio a Biglia con però un Benaccer maturo e consapevole delle sue doti.

I due esterni di centrocampo: Partiamo da Kessie. Io ricordo che lo scudetto e le coppe si vincevano anche con i Buriani e i Colombo. Anzi Kessie vede maggiormente dei due la porta (già 13 goal come Buriani ma avendo giocato la metà delle sue partite; mentre Colombo a parità di partite ha fatto 7 goal). Ha inoltre una media positiva di passaggi andati a buon fine pari all’88%, ed ha giocato l’84% dei minuti di gioco rossoneri.  Il problema è dare fiato ad un giocatore quando l’acido lattico prevale e la lucidità comincia ad andare in riserva. E Krunić e stato preso per questo. Ricordiamoci poi che l’andamento delle partite ha determinato decisioni forzate ma a mio parere non sta qui il problema. Il k2 può darci soddisfazioni. 

Paqueta. Paqueta è un giocatore che può cambiare le partite anche se ad oggi la sua crescita è più lenta rispetto le previsioni. L’errore commesso da Giampaolo è stato quello di volerlo fare crescere agendo delle costrizioni sul suo modo di giocare. Invece si deve operare al contrario: lasciarlo libero di esprimere il suo estro portando la squadra ad aiutarlo. I meccanismi così si affinano e la qualità si può esprimere arrivando poi ad un equilibrio tra estro e gioco di squadra 

Stando sempre a centrocampo la critica dimentica una cosa importantissima: quanto pesa su questa squadra l’assenza di Bonaventura. Il miglior Milan di questi anni, come anche il miglior Calha o il miglior Rodriguez, sono stati quelli con Bonaventura presente. Perché Jack è capace di dare copertura, di saltare l’uomo, è efficace bei passaggi, si sa proporre e sa finalizzare. Inoltre con i suoi inserimenti senza palla facilita anche la punta che trova meno uomini e più spazi da sfruttare. Io lo ritengo il vero uomo squadra e spero in un suo ritorno rapido e in un suo utilizzo maggiore.

La fase d’attacco. Per ora Pioli sta lavorando sul 4-3-3 e pare che l’eventuale    presenza in contemporanea di Piatek e Leao non modificherà  il modulo.
Non penso che vedremo spesso i due assieme dall’inizio, ma se ciò  accadesse e dovesse comportare la panca per Suso ecco che potrebbe anche manifestare un 4-3-1-2 o un atipico 4-4-2. Atipico perché Paqueta e Calha o Bonaventura potrebbero creare movimenti in corso di partita tali da mostrare tutti i moduli pensabili.

Il primo problema delicato riguarda però Suso. Nonostante stia effettivamente deludendo rimane un giocatore che può fare la differenza ed e necessario capire i motivi della crisi e recuperarlo (come fece anche Gattuso). Perché dico che può fare la differenza? Perché nonostante non arrivi mai alla sufficienza è il primo calciatore italiano nella classifica per passaggi chiave. Dunque vede il gioco come pochi. Ma perché questa involuzione? Io vedo diversi motivi: l’incertezza di essere ritenuto ancora un giocatore del progetto, i tentativi di Giampaolo di metterlo in un ruolo non suo, la scarsa collaborazione del difensore di fascia (vedi la crisi Calabria/Conti),  il complesso inizio di Piatek. Aggiungiamo poi il suo difetto maggiore, che mai lo ha abbandonato, la mancanza di spirito di sacrifico, ed ecco che la frittata è fatta. Serve dunque un gran lavoro psicologico e una squadra che giri per tornare a vederlo in spolvero. E ritengo ingiuste anche le critiche  che invece identificano quasi esclusivamente in lui tutti i mali. No. Lui è malato in mezzo a tanti altri malati.

Il secondo problema è chiarire la situazione Piatek-Leao. Possono giocare assieme o sono punte centrali solo intercambiabili? Hanno caratteristiche  diverse: Leao si muove maggiormente, lavora in velocità anche se è ancora molto anarchico. Piatek è più potente, più finalizzate, ma fatica a giocare per la squadra. Oltre che fare i goal con la sua fisicità potrebbe favorire gli inserimenti ed essere favorito dagli stessi, ma non sta avvenendo. Non sarà facile decidere il che fare perché seppur con caratteristiche diverse sono appunto due punte centrali e non è detto che un 4-3-1-2 o un 4-4-2 sia funzionale. Forse potrebbero maggiormente coesistere in un 3-5-2 che però oggi è poco proponibile perché Caldara non ha mai visto il campo e Duarte è ancora acerbo.

E in avanti abbiamo anche Calhanoglu. Non è un giocatore fondamentale, ma nemmeno una pippa. Il problema è farlo giocare dove meglio può giocare. Succedeva con Gattuso ed è accaduto alla prima di Pioli. Per diventare fondamentale dovrebbe dare una continuità che però nessuno ha mai visto dal suo arrivo a Milano. Staremo a vedere quanto Pioli riuscirà ad ottenere dal turco.

Poi abbiamo il resto della rosa:
-Duarte e Gabbia sono giocatori di prospettiva e a mio parere almeno uno dei due dovrebbe farsi mezza stagione in una squadra che gli offra minutaggio;
-Rodriguez è un buon rincalzo sempre che voglia restarlo;
-Borini e Castillejo sembrano ai margini della squadra. Borini è un jolly tuttofare, un uomo utile alla bisogna. Però in questa fase dove non si è trovata una quadratura per la squadra base non rientra nelle sperimentazioni. Samu è un punto di domanda continuo. Ha le basi ma le mostra solo a volte e solo per pochi minuti. Non vedo rossonero nel loro futuro se non per obblighi contrattuali.

-Rebic: chi è costui?  Per ora lo abbiamo visto (si fa per dire) per soli 74’ suddivisi in quattro spezzoni di partita. Difficile esprimere un giudizio. Guardando la la sua storia e la sua scheda può giocare in tutti i ruoli si centrocampo (destra-sinistra- centro) come in attacco seppure non possiamo dire sia un grande stoccatore. Nella nazionale croata ci ha mostrato grandi cose e secondo Pioli, che lo aveva allenato alla Fiorentina, è maturato ma con il Lecce ha visto il campo solo 10 minuti e pare che anche con la Roma partita dalla panchina. 

 

Insomma, quanto lavoro aspetta a Pioli e quanta pazienza a noi tifosi. Ma io rimango fiducioso!