Una squadra che sembrava ad un passo dalla eliminazione dal Mondiale già ai quarti, quando rischiò di uscire per mano di uno strepitoso Giappone, prima però di una clamorosa rimonta all'ultimo secondo ottenuta grazie anche a un clamoroso harakiri da parte dei nipponici. Ma dopo lo spauracchio contro la formazione del Sol Levante, il Belgio ha dimostrato di avere eccezionali capacità e qualità, abbattendo il favorito Brasile (sicuramente uno dei nomi più in voga per la vittoria finale del Mondiale russo) per 1-2 e dichiarando a tutti di essere seriamente in corsa per il titolo. Una corsa arrestatasi tuttavia in semifinale per opera della Francia, uscita vincitrice da San Pietroburgo per 1-0, nonostante una supremazia dei fiamminghi durante la partita.
Così è continuato il taboo del Belgio contro i Bleus, subendo in tal modo la sua terza sconfitta nella storia contro la formaziona transalpina, e interrompendo una striscia di imbattibilità di ben 24 incontri. I fiamminghi hanno perciò dovuto accontentarsi di disputare la cosiddetta "Finalina" quest'oggi (14 luglio) contro l'Inghilterra, la quale è dovuta soccombere ai supplementari contro la Croazia. Ed oggi è stata una grande vittoria per 2-0 (conquistando così il terzo posto, nonché il miglior risultato personale nella storia dei Mondiali) che ha confermato l'estremo potenziale della rosa allenata da Roberto Martinez: inarrestabili e sensazionali Kevin De Bruyne ed Eden Hazard, veri trascinatori di questo Belgio, senza dimenticare un imperforabile reparto difensivo (6 gol subiti e 16 reti realizzate in questo Mondiale) che ha dimostrato grande rocciosità.
La Nazionale allenata da R. Martinez ha finalmente trovato il collante ideale: non è più un amalgama di singoli, ma è un vero e proprio gruppo di grande intesa e affinità, costituito da giocatori di qualità capaci di trovarsi a memoria in mezzo al campo. Un'altra squadra rispetto a soli due anni fa, piazzata sempre molto bene e capace di non concedere spazi agli avversari, creatrice oltretutto di fastidiosissime azioni offensive e deliziosi meccanismi di gioco.
Un Belgio che forse avrebbe meritato l'accesso alla finale, ma che invece dovrà già pensare al prossimo Europeo (nel 2020, a sedi miste), dove sicuramente sarà una grande protagonista e una delle papabili vincitrici del titolo: insomma, tutto fuorché una squadretta da prendere sotto gamba.