E' il più abusato dei cliché, al pari di un anello per farsi perdonare qualcosa. Come dentro ad un romanzo, le idee si ripetono insieme alla storia, fino a banalizzarsi in loro stesse: l'Agnelli marito, la moglie tradita come milioni di tifosi, e un solitario, che si misura in gol e non in carati. Dusan Vlahovic e i suoi 12 centri in 14 partite stagionali brillano di una luce purissima, ma non abbastanza forte per rischiarare le tenebre in cui Allegri e i suoi uomini sono piombati a ridosso del Natale.

E se a Torino non tira propriamente aria di festa, ecco che dal cielo arriva la mossa scenografica. Si estendono voci e promesse, distrazioni dall'alto per abbagliare come la prima neve. Servono a questo, gli anelli. Fare colpo a discapito di tutto il resto, come se la gioia di un momento sistemasse tre anni di perversione.
Arthur Bloch disse: "Meglio un sassetto donato per amore, che un diamante per dovere", ma riflette solo in parte la concezione sbagliata di questo possibile acquisto: si sta tentando di comprare le ciliegie in inverno, di aggiungere una quinta gamba ad una sedia che traballa. Una gamba d'oro tra quattro gambe corrose, forse per irretire i concorrenti, forse per mitigare i malcontenti. Non si sta cercando Vlahovic per sistemare i problemi, ma per "sistemare" la massa più facile e numerosa del tifo, quella che alla "gallina domani" preferisce l'"uovo oggi".
Impiantare oggi un Vlahovic a Torino significa sacrificarlo sui quotidiani del lunedì come un capretto. Lo stesso motivo per cui Cristiano Ronaldo se ne è andato, lo stesso per cui Chiesa ha preso 4 su ogni testata giornalistica dopo la partita con il Chelsea: mentre tutti cercano un capro espiatorio, nessuno vuole osservare l'essenziale, invisibile agli occhi.
Manca una diga in mediana, muscoli e piedi buoni: se il sogno resta Pogba, perché non andare a bussare alla porta della Roma per portare in bianconero Veretout? Mancano una coppia di terzini che aggrediscano l'area avversaria con incursioni e cross: se è vero che Cuadrado sa svolgere questo compito a destra, perché non andare ad infastidire l'Atalanta tentando l'assalto a Gosens per la sinistra?

Senza scomodare inutili paragoni da bar sport, con i vari Vucinic e Matri che tanto ci hanno fatto arrabbiare e gioire, mi limito ad un "cessate il fuoco" sulle punte di cui la Juventus oggi dispone. Fucilare Morata e Kean, o massacrare a fasi alterne Kulusevski e Chiesa, rappresenta l'isterismo di chi non vuol riconoscere un vuoto più pesante, e grave, nelle linee subito dietro.
Non si discute la caratura di Vlahovic, ma i tempi e le necessità nell'immediato. Non si sta parlando di una squadra che non segna, ma di una squadra che non costruisce e di conseguenza non tira in porta. Parlisticamente calciando, non si ristruttura una casa partendo dal tetto. Far fuori un allenatore e/o mettere dentro un bomber fa tanto rumore... ma non è musica.