Dopo Milan-Sassuolo, il tecnico del Milan era stato accusato di aver sbagliato formazione. Pur ritenendo che avesse attuato un turn-over azzardato, avevo parzialmente difeso la panchina rossonera. Contro il Sassuolo, il tecnico avrebbe potuto schierare di meglio, era l'idea di chi scrive, ma in quel match le scelte di formazione non erano state la causa principale della débacle.

Per Udinese-Milan non si può dire lo stesso. Le scelte iniziali sono state un nefasto mix di fantasie che hanno fatto a pugni con logica e buon senso. Nel dire ciò, non mi riferisco solo alla selezione degli uomini, ma anche alla collocazione in campo dei giocatori e alla tattica. Il risultato è stato di regalare la prima mezz'ora all'Udinese, mettendo il Milan nella condizione di giocare comunque in affanno, una volta rimessi insieme i cocci del vaso rotto, un po' come era avvenuto contro la Fiorentina.

Il tecnico del Diavolo ha schierato contemporaneamente Bakayoko e Bennacer, ma fin qui la cosa avrebbe potuto anche rivelarsi indolore. Non pago della scelta, invece, il tecnico ha deciso di schierare Bennacer vertice arretrato del centrocampo quando il Milan ripartiva, con ogni evidenza pensando di costruire meglio l'azione dal basso. A Genova in quella posizione, c'era stato Tonali a coprire la posizione avanzata di Kalulu e Hernandez (quando avanzava Tonali, era Kessie a dare manforte in difesa, ma a sinistra dei centrali di difesa). Eppure l'intenzione, lodevolissima in sé, è stata realizzata come peggio non si poteva.

L'errore, gravissimo, è stato schierare Bakayoko centrale avanzato proprio di fronte a Bennacer. Il francese è una specie di centromediano, un muro difensivo, che cattura palla e la dà a chi sa impostare l'azione (Gattuso lo faceva giocare così, con Paquetà o Chala a stretto contatto per ricevere palla e rimettere in moto la squadra). Ieri, stazionando nella metà campo friulana, Baka era sempre di spalle alla porta avversaria, in balia dell'avversario che lo marcava e, di fatto, frenava proprio Bennacer con la sua presenza ingombrante e dannosa.

Pronti via, Cioffi ha tentato di sorprendere il Milan con un'onda che ha portato l'Intera Udinese nella metà campo rossonera. Non ne è sortito nulla.

Nei minuti successivi, il tecnico friulano si è accorto che la posizione di Bakayoko rendeva questo giocatore un ostacolo per propri compagni, quasi un difensore aggiunto per l'Udinese. Il Milan, quindi, non poteva attuare alcuna regia in fase di manovra, perché tutti i rossoneri, compresi gli esterni difensivi altissimi, erano irrimediabilmente scollegati. Non credendo ai propri occhi per il gentile cadeau, Cioffi ha messo un mastino alle costole di Bakayoko per annullarlo del tutto e ha piazzato Beto e Deulofeu, molto vicini, in agguato proprio alle spalle del milanista. E poco dopo il quarto d'ora, l'Udinese è passata all'incasso quando, avanzando palla al piede, Bennacer si è trovato sulla strada proprio Bakayoko ad ostacolarlo. C'erano Tomori e Romagnoli larghi ai suoi fianchi, ma l'algerino era più avanzato rispetto ai compagni, in quanto era correttamente intenzionato a dare profondità all'azione. A quel punto, Bakayoko rimaneva l' unica scelta per il passaggio e gli ha dato la sfera, ma questi è stato anticipato dal marcatore. La palla è andata a Beto, che era oltre Bennacer insieme a Deulofeu. La dinamica dell'azione era stata così veloce che Tomori e Romagnoli erano rimasti ancora troppo larghi. Perfino Beto, non certo una freccia, è riuscito ad arrivare in area e, dopo un batti e ribatti a suo favore, l'ha svirgolata dentro.

Era il 17° minuto, sfortunato per il Milan e fortunato per l'Udinese, in quanto la sfortuna, il rimpallo, ha saputo a favore di chi andare. Cioffi aveva impostato la partita con logica e raziocinio, il Milan no. Lo aveva fatto in stile Scapigliatura milanese, a voler essere indulgenti, se non in stile esperimento del dottor Frankenstein, a voler essere severi. Lo scenziato del romanzo di Mary Shelley, nel tentativo di generare la vita dalla materia inerte, crea un mostro.

Per circa un altro quarto d'ora, il Milan non ne beccava una neanche a pagarla al suo peso in diamanti e, pur non creando palle gol eclatanti, l'Udinese metteva alla frusta l'avversario, legittimando il vantaggio. Dopo poco più di mezz'ora, finalmente, la panchina rossonera metteva una prima pezza allo schieramento, richiamando dietro Bakayoko e avanzando Bennacer. Ciò permetteva ai rossoneri di difendere lo svantaggio, in attesa del riposo.

Nella ripresa entravano Tonali e Kessie a rinnovare il centrocampo, mentre Krunic (uno dei meno peggio nel marasma dei primi 45'), lasciava il posto a Messias che andava all'ala, mentre Saelemaekers si spostava nella posizione di mezz'ala sinistra. Ora sì che il Milan poteva giocare in maniera logica e secondo buon senso, ma la strada era in salita in quanto, come accaduto con la Fiorentina, i rossoneri giocavano tanti palloni, ma erano nervosi e sbagliavano sempre l'ultima giocata, il tocco decisivo. Certe cose vengono facili, quando sei sereno e hai la mente sgombra, ma possono risultare giocate improbe, se sei o ti senti in affanno.

Si arrivava così al recupero, con Castillejo in campo, che da un po' aveva dato il cambio a Saelemaekers, mentre l'Udinese, ogni volta che il Milan si era fermato a rifiatare, si era scagliata in avanti per punirlo. In pieno extra time, comunque, Ibrahimovic riusciva nel capolavoro di segnare in acrobazia fra 3 avversari, senza commettere fallo né gioco pericoloso. Non era affatto facile.

Per inciso, il check al VAR fra Fourneau e Banti conferiva un tocco di suspence al pareggio del diavolo, stra-meritato per l'impegno dei giocatori, compreso il povero Baka fuori ruolo, mai mancato in tutti i 90'.

Va segnalato che il ritorno a un Milan che sta in cielo e in terra, collaudato e logico, ha contribuito a salvare parzialmente la serata, perché l'impalcaura di gioco già rodata ha evitato un rovescio che. altrimenti, sarebbe stato inevitabile. L'Udinese avrebbe finito per segnare ancora come il Sassuolo, mentre lo svantaggio mimimo ha permesso al Diavolo di giocarsela fino alla fine.

Ora vediamo di fare alcune considerazioni doverose, anche per evitare che, per l'ennesima volta, il buonismo distolga l'attenzione dalle magagne vere.
Il primo refrain del buonismo è quello che c'era stato poco tempo per preparare il match. E' falso anzi falsissimo, perché Milan-Liverpool si era giocata martedì sera, a San Siro e non a Belgrado per buona misura. I giocatori hanno avuto un tempo decoroso per riposare e il tecnico per concentrarsi sul match. Del resto, il tecnico è su quella panchina da 2 anni, quindi non doveva fare nulla di eclatante, se non schierare i giocatori più adatti e dirgli di fare... le cose che sanno fare.
Il secondo refrain delle angeliche colombe è che il Milan aveva dei giocatori infortunati e che necessiterebbe di nuovi acquisti. Di certo c'é qualche infortunato e gli acquisti, visto che non è il Milan di un po' di anni fa, sarebbero i benvenuti, ma la formazione dell'Udinese era: Silvestri, Becao, Nuytinck, Perez, Molina, Arslan, Walace, Makengo, Udogie, Beto, Deulofeu e qualche anonimo comprimario entrato a partita in corso. Mi dite, quindi, dove stava la superiorità dei friulani in termini di rosa (con tutto il dovuto rispetto per i validi e seri professionisti dell'Udinese)? Parliamo di una squadra, quella di Udine, che era andata avanti a forza di un punticino a partita. Vogliamo metterci a raccontare le barzellette, come il compianto Gino Bramieri (peraltro interista, a differenza del suo carissimo amico Walter Chiari)? A me le storielle, in certi frangenti, non fanno ridere molto.

E parliamo anche di Ibrahimovic. Ha 40 anni suonati e sono d'accordo che il Milan debba pensare a rinnovare il reparto. Però questo riguarda il miglioramento della squadra, non certo la competitività in un match come Udinese-Milan. Ibra a 40 anni suonati ha segnato 7 gol in 14 presenze di campionato ovvero un gol ogni 2 partite, uno score e una media lievemente migliori di quelle di Beto, che di anni ne ha 23. In questo momento, pertanto, non può essere lui il problema.
Sempre su Ibrahimovic, sono passate inosservate le parole di Klopp dopo Milan-Liverpool al microfono di Mediaset. Secondo il tecnico tedesco, in effetti, l'età di 40 anni è molto elevata per pensare di giocare al calcio, anche se Ibra ha ancora la bravura per farlo. Certo, ha continuato Klopp, non puoi pensare di servirlo sempre spalle alla porta. Detto ciò, Klopp è andato via veloce, in quanto non era sua intenzione innescare polemiche col collega rossonero.
L'Udinese aveva appena esonerato il tecnico, Gotti, e si è presentata con un allenatore ad interim, non avendo ancora trovato il sostituto. Sulla panca friulana sedeva Cioffi, che in carriera ha allenato al massimo al livello di Sud-Tirol e Crawley (4^ serie britannica). Sarà bravo quanto volete, ma non si può dire che i rossoneri si siano ritrovati a fare i conti con le diavolerie di Conte, Klopp, Guardiola, Tuchel o altri big delle panchina.
La zampata del vecchio leone Ibra, l'ultimo ad arrendersi, ha salvato la capra (faccia, onore e classifica complessiva) del Milan, ma non i cavoli (il 1° posto). E' presumibile che oggi l'Inter si attesti al vertice e il Napoli agganci i rossoneri. Ma se il Diavolo riprendesse a fare punti, non sarebbe un dramma in ottica scudetto, visto che non è finito neanche il girone di andata e, come si è visto l'anno scorso, di per sé il titolo di campione di inverno dice poco. Le statistiche dicono che molto spesso chi è primo a metà campionato, lo è anche alla fine. Questo, però, non dipende dal titolo di Campione di Inverno in sé, ma dal fatto che sovente chi fa bene nel girone di ritorno è abbastanza forte da aver fatto bene anche in quello di andata.

Il vero problema, che potrebbe compromettere la corsa allo scudetto, è che una squadra di calcio non è un'opera d'arte surrealista, dove l'oggetto è dissociato dal contesto. Se hai un portiere e un centrocampista, li devi far giocare portiere e centrocampista, in quanto il calcio non lo hai inventato tu e certi particolari non sono un optional. I rossoneri hanno una bella rosa già ora e valgono lo scudetto, ma il rischio è di vedere Maignan a centrocampo e Bakayoko in porta (Baka è alto e Maignan fa dei bei lanci, in fondo). E la cosa peggiore sarebbe sentire anche dire che la squadra non ha fatto quello che sa fare o che fa di solito. L'ho sentito con riferimento alla partita di ieri. Quando metti tutto sottosopra, come fanno a tornarti i conti?

Concludendo, vorrei ricordare che il Milan ha avuto uno sciagurato Egidio negli anni '70 e quindi, muovendoci nel solco della tradizione di Alessandro Manzoni, il Milan attuale può ben avere anche un Innominato. Se ci fate caso, non è mai stato fatto il nome colui cui pure si fa riferimento di continuo, ma lo troverete chiamato in causa solo, diciamo così, per relationem.
C'è un nome che, come tifoso milanista, oggi non riesco proprio a pronunciare. Forse più avanti sarà diverso, ma oggi non ci riesco.