A Firenze il Milan è sceso in campo con un 4-3-2-1, destinato a trasformarsi in un 4-3-1-2 in fase di attacco, con Diaz vicino a Ibra. Questa variazione, però, rimaneva solo sulla carta, perché Diaz aveva un raggio di azione troppo largo per coprire centrocampo e attacco. Lo spagnolo arrancava disperatamente nelle praterie del Comunale, anche perché Chala era fuori forma e privo di velocità, cosa che costringeva lo stesso Diaz, Saelemaekers, Tonali e Kessie agli straordinari. Aggiungiamo che Dalot soffriva le incursioni di Castrovilli e ciò portava a chiedersi in cosa il grezzo, ma dotato, Kalulu gli fosse inferiore per essere rimasto in panca.

Tomori salvava sulla linea di porta uno spiovente che aveva scavalcato Donnarumma, mentre Ibra segnava partendo sul filo del fuorigioco su lancio in verticale dell'ottimo Kjaer. Tuttavia, le difficoltà di Dalot in copertura procuravano alla Fiorentina un calcio di punizione dal vertice sinistro, che Pulgar infilava oltre la mano molle di Gigio. Le stesse difficoltà del portoghese regalavano a Pezzella la chance di far tremare la traversa su colpo di tacco acrobatico. In entrambi i casi, Donnarumma sembrava molle e incerto. Chala, però, che arrancava dal punto di vista quantitativo, dimostrava di esserci dal punto di vista qualitativo, in quanto lanciava a rete Ibra, il cui pallonetto sul portiere in uscita si stampava sul legno più alto della porta toscana. Poco dopo, inoltre, il turco spaventava i viola con una legnata da lontano. Queste giocate annunciavano i futuri sviluppi del match.

Al rientro nella ripresa, senza sostituzioni da parte di Pioli come abitudine del tecnico, la Fiorentina segnava su per giù allo stesso minuto di quando avevano segnato Napoli e Red Devils. Era Ribery a metterla dentro contro un Milan schiacciato nella propria area dall'incapacità di fare filtro, tanto di Diaz, per caratteristiche fisiche e tecniche, quanto di Chala per le condizioni di forma. Pioli vedeva lo spettro della terza sconfitta consecutiva maturata allo stesso minuto e con modalità simili, con alcuni uomini in difficoltà rimasti in campo al rientro.

Era Diaz, nullo fino a quel momento, a salvare la ghirba del suo mentore Pioli. Il ragazzo metteva in luce le sue autentiche qualità, inchiodando in porta una deviazione su corner di Kjaer. L'eccessiva leggerezza e la falcata corta dello spagnolo, che lo avevano fatto smarrire negli spazi larghi, si erano rivelati un'arma letale nei 2-3 metri dell'area di rigore, dove lo spunto bruciante lo aveva reso inafferrabile. Accanto a Ibra che crea gli spazi, il ragazzo può essere letale, una soluzione tattica che, però, non deve far pensare che Diaz possa anche portare la croce sul Golgota. Chala, poi, ricordava a tutti le giocate eseguite fra il 34° e il 40° del primo tempo. Si allargava a sinistra, per dare spazio a Bennacer entrato al posto di Tonali, e veniva servito da Kessie: colpo di esterno destro dalla mancina e palla nell'angolo opposto.
Con il Milan in vantaggio, la reazione dei viola era generosa, ma avevano speso tanto fino al 2-1, quindi il Milan controllava in qualche modo il risultato. Il calo della Fiorentina salvava anche Dalot, che non avrebbe retto un intero secondo tempo contro avversari che correvano quanto nel primo.

Il Diavolo ha approfittato, in ottica Champions, della sconfitta bianconera a Benevento e dello scontro diretto Roma-Napoli, in cui almeno una delle inseguitrici doveva perdere punti. Difficile dire se questa vittoria peserà in ottica scudetto, in quanto non si conosce l'esito della partita fra Inter e Sassuolo che sarà recuperata dopo la sosta. I rossoneri, oltretutto, non hanno più la possibilità di avvicinarsi con gli scontri diretti e sono in svantaggio negli stessi, per cui sarebbero penalizzati in caso di arrivo a pari punti. Da quel punto di vista stava meglio la Juventus. Tuttavia, proprio la Juventus si è suicidata a Benevento per seguire la moda demenziale di far partire l'azione dal basso. Di gol come quelli di Gaich se ne vedono ogni settimana, ma con ogni evidenza alla gente piace dare testate contro i muri per seguire le mode.

La vittoria rossonera di oggi si presta a interpretazioni contrastanti, perché è indubbio che il Milan abbia schierato giocatori sulle gambe (Chala), fuori ruolo (Diaz) oppure inadeguati alla marcature su gente veloce (Dalot, per quello che si è visto anche ieri sera). E' indubbio pure che anche ieri, dopo essere rientrati con gli stessi giocatori nella ripresa, i rossoneri abbiano subito gol, su per giù, proprio allo stesso minuto in cui lo avevano preso contro Napoli e Manchester United. E' però anche vero che proprio due fra i tre più in difficoltà, Diaz e Chala, abbiano dato al Milan il pareggio prima e la vittoria poi. In sostanza, la partita di oggi costituisce un minority report a favore di Pioli. Contro Napoli e Manchester United, infatti, il tecnico aveva pagato senza un minimo di sconto il ritardo colpevole nei cambi che, forse, in altre occasioni e magari contro avversari meno precisi, sarebbe passato in cavalleria. Oggi, se non altro, Pioli è stato salvato dagli uomini che meno erano riusciti a contenere gli avversari, andati puntuali vantaggio dopo pochi minuti del secondo tempo. Si può dire che il tecnico è stato ripagato della fiducia, magari eccessiva, riposta in qualche elemento e in qualche soluzione tattica.

In conclusione, ho l'impressione che Dalot, per quanto apparso in ripresa negli ultimi tempi, sia inadeguato contro avversari minimamente rapidi e, visto che non si tratta di un capitale della società, si può rimandare al mittente senza particolari rimpianti. Kalulu, per quanto grezzo, se lo mangia a colazione, pranzo e cena. Quanto a Diaz, se gioca negli ultimi 20 metri molto vicino a Ibra, può essere letale, ma il passo troppo corto e l'inconsistenza fisica nei contrasti (oggi li ha persi tutti) lo rendono addirittura dannoso se spostato più indietro. Bisogna decidere cosa fargli fare da grande, altrimenti sarebbe inutile confermarlo. Chala ha talento, ma al momento riesce a farlo vedere solo da fermo. La sua attuale mancanza di dinamismo avrebbe potuto compromettere la partita, ma la sua bravura ha rimediato. Speriamo di riaverlo in gamba dopo la pausa. La prova di Ibra per 90' farebbe pensare che, forse, contro il Man-U avremmo potuto vederlo sul prato un quarto d'ora prima, senza pensare alla possibilità che si arrivasse ai supplementari. Ma va detto che una decisione di quel tipo è difficile da prendere dopo tanti infortuni. Le mollezze di Donnarumma, infine, cominciano a preoccupare e a stufare. Che il portere dia una risposta al quesito esistenziale: "Should I stay o should I go?", quello del brano dei Clash. Quando lo avrà fatto, sarà un bene per tutti, anche per lui.

Ora speriamo che la pausa ci consenta di recuperare al 100% un po' di gente.