Chi, come me, cercava risposte è stato accontentato. Chi era pronto a cancellare quanto fatto vedere in un anno dal Milan, per quanto diviso in due stagioni, perchè due sconfitte avevano un valore, certificato, ben superiore delle 34 partite (12 dello scorso campionato e 21 di questo) giocate da "Grande Squadra" dai ragazzi di Mister Pioli, meglio farebbe a rifugiarsi nel silenzio. 
Il Milan torna dalla trasferta di Roma non solo con una vittoria importantissima, ma allontanando definitivamente ogni dubbio o incertezza, compagne di viaggio sgradite, che limitavano l'ultimo e definitivo salto di qualità.

Serviva vincere e convincere, perchè un malumore serpeggiante stava avvolgendo i cuori e i  cervelli di noi tifosi, offuscando ogni giudizio al punto di ritenere la stagione compromessa, quasi il secondo posto e la qualificazione agli ottavi di Europa League, fossero casuali e solo il punto più alto di una obbligatoria caduta verticale. Eppure bastava ascoltare la bella intervista rilasciata da Kjaer, le parole di Pioli, nella consueta conferenza stampa del pre partita, sabato, o ancora la breve dichiarazione rilasciata allo stadio Olimpico da Maldini, pochi minuti prima del fischio di inizio, per sapere e comprendere, che le basi di questo progetto sono state posate, con convinzione e solidità, senza incertezze o tentennamenti, conoscendone pregi e difetti. Come sempre saranno i risultati del campo a certificarne la qualità, ma questo si vedrà a fine stagione, non certamente oggi che si è ben sopra ogni più rosea aspettativa. Una frase in particolare è stata molto emblematica, quando rispondendo ad una domanda se si fosse parlato alla squadra, Paolino candidamente ha affermato: "No, cosa dovevamo dire?". A dimostrazione che Società, Dirigenza e Squadra, forse credono più di molti tifosi, nella propria forza e nella qualità del lavoro proposto.

Il Milan è la squadra più giovane del campionato, un dato che viene spesso dimenticato. Vuole affrontare ogni avversario proponendo il proprio gioco, basato più sulla qualità che sul tatticismo, una scelta tanto difficile quanto coraggiosa, prerogativa delle GRANDI SOCIETA'. E' questo passaggio che probabilmente sfugge a tutti quei tifosi che, dopo anni bui, sono increduli o semplicemente timorosi di entusiasmarsi troppo, guardando il singolo risultato o valutando il singolo giocatore, senza inserirlo in un contesto più ampio. Una situazione quasi irreale, dove la tifoseria (cosa mai successo in passato), sembra meno fiduciosa della Dirigenza. Il Milan batte la Roma 2 a 1.
In vantaggio nel primo tempo, grazie al rigore, sacrosanto, trasformato da Kessie, veniva raggiunta ad inizio secondo tempo, ma Rebic siglava il bellissimo gol della definitiva e meritata vittoria. C'è la mano dell'Allenatore, su questo successo che, ribadisco, va ben oltre i tre punti acquisiti in classifica. La scelta di lasciare il "capitano" Romagnoli, in panchina, non era semplice e poteva aprire a malumori nello spogliatoio. Mister Pioli l'ha usata come monito. Un avviso chiaro, che nessuno è sicuro del "posto". Ha messo in pratica una frase tanto cara a Ibra: "O mangi, oppure vieni mangiato". Tomori stava giocando meglio, più attento e concentrato, meritandosi l'opportunità e l'allenatore non ha esitato a dargliela. Ieri sera le gambe e le teste hanno girato fin dal primo minuto, dando subito la sensazione che la squadra rossonera avrebbe fatto suo l'incontro. Certo, la bella formazione allenata da Mister Fonseca aveva assenze importanti, specialmente in difesa, ma questo nulla toglie al Milan, anche perchè gli infortuni accorsi a Calha, Ibra e Rebic sono stati gli ennesimi di un elenco lunghissimo.  La squadra si è ritrovata, compattata, confermando che non era un problema fisico, ma di attenzione e concentrazione. Diamo sempre grande importanza ad Ibra, a ragione, ma va segnalato che il calo fisico di Kjaer, dovuto ad acciacchi muscolari, è combaciato con le prestazioni poco brillanti della difesa.

In una stagione condizionata da troppe varianti, il covid in modo particolare, fare tabelle è praticamente impossibile, ho quindi preferito dividere il calendario in sei gruppi da sei incontri dove realizzare 13 punti a prescindere dall'avversario. Un indicatore per avere un'idea di quale potrebbe essere il piazzamento finale. Ho lasciato fuori l'ultima partita del campionato, quella contro l'Atalanta, con  un margine quindi fra i 78 punti teorizzati e  gli eventuali 81, poichè la partita di andata è stata persa. Il Milan viaggia sopra a questa tabella a conferma che ogni critica è priva di logica e credibilità.

Solo tre giorni e si ritornerà in campo, contro l'Udinese. Per quanto mi riguarda ho avuto le risposte che cercavo, Sanremo non lo guarderò e non avrò più tentennamenti fino a fine stagione. Venerdì avevo scritto un pezzo, titolo?: " HOUSTON, abbiamo un problema", la risposta, chiara e forte  arriva da Roma: " HOUSTON, tutto risolto, rientriamo alla base". FORZA MILAN