Quanto avvenuto a Cagliari, intorno al malcapitato supporter isolano colto da infarto (e poi deceduto) tra le urla belluine di sedicenti "tifosi" di fede avversa, non può a mio avviso passare sotto silenzio.
Non tanto per stigmatizzare il vergognoso comportamento di alcune frange campaniliste, quanto per soffermarsi su una meditazione più profonda: direi non tanto "cosa è diventato il Calcio", quanto "cosa è diventato il Mondo"?

L'aura e la apparente "humanitas" che ha accompagnato noi stessi (di qualche decennio più giovani) all'epoca della caduta del muro di Berlino è  stata sostituita da un agglomerato di frammenti disordinati e apparentemente non più dominabili.

La globalizzazione pare essere divenuta un peso, ancor prima che una utopia. Oggi sociologi e filosofi dissertano sulle differenza fra nazionalismo ed apertura globale. È  un concetto assurdo, imposto dall'alto per evitare considerazioni più semplici, ma più coerenti.

In realtà il fenomeno è più complesso che una dicotomia.
Di fatto, concetti basilari quali la libertà, l'uguaglianza, il rispetto, l'educazione, la cultura, il sapere stesso sono divenute vuote parole, prive di una autentica valenza.
La preparazione libresca e tecnica non esistono più. L'apprendistato è considerata una tappa superata. TUTTI nascono "imparati" e lo stesso concetto di esperienza, di capacità  operativa, di bravura autentica, lascia il passo ad una vanagloria assurda che non permette nemmeno di misurare i propri limiti.
A questa sorte di Torre di Babele di biblica memoria (che, nella tradizione, era eminentemente indice di  DISORDINE) si uniscono elementi forieri di  preoccupazione anche più  profonda: la violenza, la crudeltà gratuita, la sete di sangue.

Una Jungla, si potrebbe dire, ma non è così. 
La Jungla ha le sue leggi non scritte che furono approvate dal Parlamento della Natura. Vige la legge del più forte, ma la necessità e la finalità non sono che la sopravvivenza della specie.
Gli uomini si stanno dimostrando estremamente più crudeli, più sciocchi e più assurdi delle stesse fiere.
Nessun presente allo Stadio di Cagliari sarebbe dovuto morire al posto suo, se il malcapitato infatuato fosse sopravvissuto. Quindi, non si chiede tanto che il mondo sia popolato da Santi o da eroi, quanto il fatto che non sia alla mercé di carnefici gratuiti.
Il fenomeno non può non ricordare l'epoca decadenziale dell'impero Romano (hic sunt leones) e l'abbandono di tutti i valori che avevano condotto Roma stessa alla sua immensa grandezza storica, politica e culturale. A quei tempi, le invasioni barbariche dell'epoca bloccarono una situazione che era divenuta intollerabile, e contribuirono ad una evoluzione epocale.

Oggi il mondo è divetato troppo piccino per sperare in una evoluzione che segua le medesime regole.
Forse, non ci rimane che sperare negli extraterrestri.
Mi pare che il compianto Sergio Endrigo cantasse "che fatica essere uomini ".
Aveva ragione.