Nasce alla mezzanotte di un venerdì 17 nel Marzo 1939 il quinto figlio di papà Francesco Trapattoni, operaio e contadino, e di mamma Romilde Bassani, casalinga, in un paesino dell'interland milanese a Cusano Milanino, Giovanni Trapattoni, quel grazioso e vispo bimbo diventerà un'autentica istituzione del calcio italiano ed europeo che lo vedrà dopo una luminosa carriera da calciatore poi passare alla panchina per ben 36 anni a cominciare da quella del Milan nel 1972  per finire con quella della Nazionale d'Irlanda nel 2013.

                  Ha dunque compiuto un mese fa 82 anni il Giunanin, come lo chiamano tutti i suoi amici di Cusano Milanino dove dirà ad un'intervista al reporter Marco Armocida di Sport Mediaset: "...Ho trascorso la mia infanzia in una cascina con le stalle....quando i miei genitori parlano tra loro stanno sempre attenti a distinguere Cusano, dove abitiamo, da Milanino, la parte del paese al di là della strada provinciale...essere di Cusano o di Milanino cambia davvero".  Ed in questo paesino il nostro Trap come Ulisse nella sua Itaca crescerà tra una famiglia numerosa ed i suoni, gli odori della campagna e delle zolle del terreno concimate con il letame data la vicinanza con le stalle e Francesco, padre inflessibile ma buono lo chiamerà ad ogni calar del sole con le due dita inforcate in bocca ed un forte soffio...gesto che rimase molto impresso nella mente del piccolo: " Vai... Giuanin  che la cena è pronta!"

              "Ho avuto una grande fortuna nella vita, quando facemmo le Olimpiadi a Roma conobbi mia moglie: a lei devo il 51 per cento dei miei successi". Fu proprio durante il torneo olimpico di Roma nel 1960 che Giovanni Trapattoni incontrò e conobbe la sua futura moglie Paola Miceli e, grazie al trasferimento ottenuto nella capitale per svolgere il servizio di leva, allora obbligatorio, continuarono a frequentarsi  convolando a nozze  nel 1964, dalla loro unione nasceranno due figli, Alberto ed Alessandra.  

              "A vincere sono i giocatori e prima ancora gli uomini". Questo uno dei pensieri cardini dell'allenatore più vincente della storia del calcio italiano e non solo, avendo girato l'Europa in 4 diversi paesi e diventando un poliglotta riuscì a far risorgere squadre imbalsamate come il Benfica che  riportò al trionfo dopo 11 lunghi anni di digiuno. E' un uomo molto religioso, spesso i reporter lo immortalano seduto in panchina o semplicemente inchinato sulle gambe assorto a studiare come uno scaltro scacchista le mosse di gioco, stringendo tra le mani una coroncina del rosario oppure come accadde con quella famosa istantanea che lo vedrà versare una bottiglietta di acqua Santa sull'erba del Mondiale 2002 in Brasile.

              "La fortuna di essere nato a Cusano, in quel cascinale con le vacche e la puzza, è che mi ha portato a lottare, vedere mio padre lavorare 13 ore al giorno mi ha segnato....devo dire poi che non amo particolarmente voltarmi e guardarmi alle spalle. Preferisco tenere lo sguardo rivolto in avanti, verso il prossimo bersaglio".             
Ed eccoli qua e riassunti in poche righe tutti traguardi raggiunti e superati dal nostro Trap!  
Dopo una carriera sui campi di gioco che lo aveva visto conquistare con il suo Milan 2 scudetti, 1 Coppa Italia, 2 Coppe dei Campioni, 1 Coppa delle Coppe ed 1 Coppa Intercontinentale passerà al Varese dove conluderà dopo 16 anni la sua carriera da calciatore. Correva il 1972 ed in quell'estate deciderà di tornare al Milan per seguire un percorso che lo avrebbe condotto a diventare un allenatore. 
Iniziò dal settore giovanile ma ben presto il suo maestro Nereo Rocco lo volle, in qualità delle sue spiccate doti nella visione tattica di gioco, in qualità  di direttore tecnico cui fece seguito Cesare Maldini che lo metterà sulla panchina della prima squadra.  Ma il suo esordio non sarà baciato dalla buona sorte, difatti coinciderà con quel fatal 20 Maggio 1973 nella"Fatal Verona"!  Nereo Rocco è squalificato, Cesare Maldini febbricitante, la squadra è reduce della finale della Coppa delle Coppe vinta in terra greca solo tre giorni prima dopo una combattuta finale contro gli inglesi del Leeds, ma il giovane Trap appena 34nne nulla potè fare dalla sua panchina fuorchè assistere al tracollo vero e proprio della sua squadra stanca, logora, sfinita! Quel Verona fu per la prima volta fatale con un secco 5 a 3 inflitto ad uno spento Diavolo!  La Juventus strapperà ai rossoneri lo scudetto della Stella che arriverà con Liedholm solo 6 stagioni dopo.
"Capii subito che eravamo cotti!!" dichiarerà alla stampa nella delusione generale con migliaia di tifosi che riarrotolavano mesti e mogi le loro già approntate bandiere con la Stella! Ma il buon Trap si rifarà l'anno dopo quando riuscirà a portare il Milan nelle semifinali della Coppa delle Coppe  contro il Borussia M'Gladbach che supererà grazie alle due reti realizzate in Germania, ma poi nella finale di Rotterdam contro i tedeschi dell'Est Magdeburgo, fisicamente strapotenti, dovrà cedere le armi  nel secondo tempo perdendo per 2 reti a 0.

                Ma nella stagione 1975 '76 a causa dei deludenti risultati della squadra che chiuderà il campionato al 7° posto ed in Coppa Italia perderà il secondo derby con l'Inter verrà chiamato alla guida del Milan Gustavo Giagnoni ed il Trap sarà retrocesso nel ruolo del suo vice.  Ma pochi mesi dopo a causa di liti societarie Gianni Rivera assieme a Vittorio Duina divennero proprietari del Milan rimuovendo dalla panchina il tecnico sardo, causa risultati sempre più scialbi, e rimpiazzandolo nuovamente con il Trap, che con il nuovo incarico di consigliere conferito al richiamato Nereo Rocco, riuscirà a gestire al meglio quel campionato che vide il Milan riagguantare, dopo un inizio disastroso, il terzo posto a 7 lunghezze dal Torino di Gigi Radice, Pulici, Graziani e Sala vincitore del suo settimo scudetto, ed un intervista di alcuni anni dopo così si esprimerà: "....se c'era da togliere Gianni Rivera dal campo...lo facevo... eccome!!"  Ma i saggi insegnamenti del Paron Rocco riusciranno a plasmare definitivamente Trapattoni e consegnarli le chiavi del successo in tutte le panchine che seguiranno a cominciare da quella prestigiosa che gli offrirà l'avvocato Gianni Agnelli.

                  Dal campionato 1976-77 e per i successivi 10 anni il tecnico di Cusano porterà la squadra bianconera a vivere un decennio d'oro nel campionato nazionale ed in una posizione di vertice nel calcio mondiale. Il suo Palmares in terra sabauda gli frutterà 6 scudetti nel '77, '78,'81,'82,'84 e '86, 2 Coppe Italia, 1 Coppa Uefa, 1 Coppa delle Coppe, 1 Supercoppa Uefa, 1 Coppa Campioni ed 1 Coppa Intercontinentale.                                                   Rimasero scolpite nella memoria  alcune sue frasi pronunciate nelle conferenze stampa e poi comicamente riprese dalla Gialappa's Band quali : " Sarò breve e circonciso!" che anni dopo nella trasmissione "Mai dire Goal" gli dedicherà espressamente in forma satirica un esilarante capitolo.

                "I giocatori - amava dire - sono liberi di fare quello che dico io! "....ma che simpaticone!!...come un dittatore...in piena democrazia!!  Dall'enorme bagaglio calcistico-culturale di Nereo Rocco il buon Trap ne estrae un ottimo mix che va a plasmare le sue nuove idee di gioco che si concretizzeranno con la "zona mista" costituita dal catenaccio ideato dal Paron assommato alla zona pura di stampo olandese, pur mantenendo le marcature ad uomo in difesa con il "libero" al suo centro, mentre in attacco i giocatori si predisporranno a zona variabile per non dare punti di riferimento all'avversario.  Sarà una formula valida e vincente tanto in Italia quanto in altri stati di Europa.  E così nel primo ciclo sulla panchina bianconera (ne seguirà un secondo nel triennio '91/'94) che si esaurirà con la conquista del 20° scudetto,  si assisterà al completo recupero di Paolo Rossi, alle maestrie di gioco di Zbigniew Boniek e, ciliegina sulla torta, all'apoteosi di Michel Platini vincitore del suo terzo Pallone d'Oro.  Pioveranno tanti titoli ma anche qualche delusione come quella vissuta in Coppa Campioni nel 1983 contro l'Amburgo quando Magath befferà con un tiro da metà campo l'esterefatto Dino Zoff.  
Ma la  Juventus si rifece due anni dopo con il successo ottenuto ad Heysel ai danni del Liverpool offuscato purtroppo dalla sconvolgente tragedia, vissuta in diretta, della caduta per sovraffollamento di un muro divisorio allo stadio e la conseguente scomparsa di 39 giovani tifosi innocenti.

                  Ma dal 1986 al '91 il nostro Trap sarà chiamato dal Presidente nerazzurro Ernesto Pelligrini che lo vorrà alla guida dell'Inter per ricostruire un nuovo ciclo vincente e ad allettarlo sarà un appetibile contratto quinquennale. Nei primi due anni dovrà soffrire data la concorrenza dei cugini Rossoneri trainati dall'innovatore Arrigo Sacchi il "profeta di Fusignano" na ben presto si rifarà ottenendo un famoso triplete nell'88/89 conquistando Scudetto, Supercoppa Italiana e Coppa Uefa e Lothar Matthaus, il trascinatore di quella fantastica Inter, dichiarerà alla stampa: " Trapattoni   è un grandissimo allenatore perchè parla il linguaggio dei calciatori! "

                Sarà nel 1994, dopo un triennio rivissuto all'ombra della Mole, che il nostro Trap deciderà di cambiare aria per provare nuove sfide e rinnovate motivazioni. Lo chiamerà il suo amico Franz Beckenbauer ad allenare i bavaresi del Bayern Monaco. Il primo anno sarà sfortunato a causa di rilevanti infortuni e la squadra otterrà un insignificante sesto posto in Bundesliga ed inoltre perderà la finale di Supercoppa di Germania, ma si rifarà due anni dopo, quando dopo un'anonima esperienza cagliaritana, tornerà in Baviera conquistando, con l'importante contributo di giocatori del calibro di Klinnsmann, Blasser e Rizzitelli, il Meisterschale, il nostro scudetto. Sarà il primo allenatore di lingua non tedesca ad aggiudicarsi la Bundesliga. Nella stagione seguente a fine Marzo il Bayern reduce di ben tre sconfitte consecutive, il Trap si darà alla stampa con un incontenibile ribollio di fiele acutizzato dalla cocente sconfitta interna ad opera dello Schalke 04 e un Giuanin letteralmente fuori di sè perderà per un minuto il suo proverbiale aplomb scagliandosi, con un vulcanico sfogo contro i giocatori della sua squadra, ed in particolare con Thomas Strunz, (mai nome poteva essere in lingua italiana più appropriato) che, marcando visita, sarebbe stato intravisto in un campo da tennis con la racchetta in mano...ed il tutto proferito con un maccheronico tedesco condito da una scenografica mimica degna di un teatrale sobillatore di popolo!

                   Ed il nostro Trap continuerà il suo viaggio calcistico-itinerante per l'Europa dato che negli anni successivi avrà altre tre esperienze, la prima in Portogallo alla guida del Benfica dove conquisterà il titolo di campione lusitano, la seconda tornando in Germania ma questa volta con lo Stoccarda nel Baden-Wuttemberg ed infine in Austria con il Salisburgo dove con Lothar Matthaus, suo secondo, conquisterà il titolo di campione d'Austria.  Prima di queste esperienze europee Giuanin aveva trascorso due anni alla corte Viola di Vittorio Cecchi Gori dove nel '98/'99 sfiorò lo scudetto avendo in squadra dei purosangue come Gabriel Batistuta, Rui Costa, Luis Oliveira ed Edmundo.   Ma arriviamo al Luglio del 2000 quando al Trap viene offerta per 4 anni  la panchina della Nazionale.  Gli Azzurri con un'ottima rosa (Buffon, Cannavaro, Maldini,Nesta, Gattuso, Tommasi,Del Piero, Montella, Totti, Vieri) pur tuttavia la missione in Corea e Giappone sarà macchiata dal vergognoso comportamento dovuto all'arbitraggio di Byron Moreno che sarà complice ed artefice dell'ingiusta eliminazione della nostra Nazionale per opera dei padroni di casa della Corea del Sud.   Tanti anni dopo a riguardo di quella ignominosa partita il Trap scriverà queste parole su Twitter: "....essere chiamato codardo da Moreno mi mancava! Che dire? Io lo reputo invece molto coraggioso o folle per essere tornato a difendere quell'arbitraggio. Caro Byron, la prigione e gli anni non sembrano averti trasmesso un minimo di umiltà!" @giovanni_iltrap.

                Siamo al 2008 quando il nostro Trap accetta l'incarico in qualità di C.T. dell'Irlanda. Al suo fianco come vice ci sarà Marco Tardelli e si porrà l'obiettivo di riportare dopo vent'anni l'Irlanda ai Mondiali.  E l'Eire nelle qualificazioni si posizionerà al 2° posto dietro l'Italia governata da Lippi.  Nel sorteggio successivo l'Irlanda pescherà la Francia ed i Blues riusciranno con molta fortuna a superarla grazie ad un solo gol viziato da un fallo di mano di Gallas su assist di Henry....e così dopo la beffa italiana si assommò anche questa irlandese.  Ci sarà a breve un contentino per il nostro Giuanin, dopo essersi decurtato l'ingaggio, e sarà quello di portare l'Irlanda ai Campionati Europei, cosa mancante da ben 24 anni, ma la squadra capitò in un girone di ferro contro Spagna, Croazia e Italia ed arrivò all'ultimo posto.  Di lì a poco il buon Trapattoni dopo aver appeso un quarantennio prima i suoi scarpini al chiodo, ne appenderà un altro vicino con  fischietto e taccuino....e tanti ...tanti bei ricordi...come le sue gesta...e le sue storiche frasi ....ed alcune di esse desidero riportarle affinchè ci resti maggiormente impresso nella mente il ricordo fresco e vivo di uno degli allenatori più genuini e sinceri che la storia del nostro calcio possa mai aver avuto.                                                                                                                                                                              Grazie di cuore...da tutti noi....grande ed unico Giovanni!!!

"La palla non è sempre tonda, a volte c'è dentro il coniglio!"
"I maghi non esistono! quelli li bruciavano nelle piazze nel Trecento".
"Se non si può vincere bene, che almeno si vinca! I risultati restano, le squadre spettacolari e le parole durano solo ventiquattro ore!"
"La nostra è una situazione di classifica non dico tranquilla, ma sicuramente tranquilla!"
(una delle varie gaffe del Trap, uno dei tanti suoi strafalcioni tanto amati dal pubblico!)
"Ai miei tempi era cuore, passione e piedi scalzi. Oggi è interessi, gioco e media!"
"Per uno come me che ama il pallone e che non è mai stato tradito dal calcio, sarebbe la cosa più bella morire in panchina, durante una partita". 

Un abbraccio.
Massimo 48