Care lettrici, cari lettori di VxL, ben ritrovati.

Quanto segue è la seconda parte dell'intervista che feci ad un vecchio tifoso milanista mio amico, di nome Lino Giacomelli. Ebbi la fortuna di trovare Lino nel Bar dove ero andato (anche se sarebbe più corretto dire: dove mi ero precipitato) a vedere la partita di Supercoppa tra Juventus e Milan. Come detto anche nell'articolo precedente, dalle nostre chiacchere e dallo spirito allegro della serata è nata l'idea di intervistarlo: ciò che ne è scaturito - lo sa chi ha già letto la prima parte dell'intervista - è ormai storia.

Fatta questa doverosa premessa dal tono finale un filo eroico (e ironico), torniamo ora quella serata di Supercoppa. Tra voi lettori chi più, chi meno si ricorderà come Lino aveva liquidato con un commento lapidario i telecronisti Rai, sui quali gli avevo appunto chiesto di dare un giudizio. Lo riporto giusto per onor di cronaca (e perché, non lo nego, la sua battuta mi piace alquanto); alzandosi dalla sedia, aveva così sentenziato: ''Cosa vu' che te dighe... Vardar le partide coi loro commenti é da pregar il Signor. Ma tanto anche.''.

Ciò detto era scomparso in mezzo al marasma dei tifosi rossoneri (ancora visibilmente agitati) puntando in direzione del bancone del Bar. Io invece sono rimasto al tavolo, a ripensare a quanto detto e a cosa chiedergli ancora.

Non ho dovuto aspettare molto che già ritorna, con entrambe le mani occupate: nella sinistra la Guinness, nella destra un piattino con una bella fetta di frittata. La quale frittata, mi spiega, è fatta con uova fresche, spinaci, erbe di campo, formaggio Asiago, ed è aromatizzata all'erba cipollina perché ''è ben più delicata della cipolla''​​​​​​. Non basta, mi dice pure da dove viene (precisamente ''dalla rosticceria De Zan in fondo a via del Fante, prima del cinema Verdi'')​​​​​, così che anche la tracciabilità della frittata è garantita. Ma qualcuno potrebbe domandarsi perché io lo stia scrivendo. Semplicemente per far capire che intervistare Lino Giacomelli non è tutto rose e fiori come potrebbe sembrare: questa digressione di poche righe nella realtà occupa ben nove minuti e quaranta sei secondi all'interno di una registrazione dalla durata totale di quarantadue minuti e tredici secondi.

Eh già. Per 1/4 dell'intervista, Lino ha scelto lui di cosa parlare e mi ha parlato e raccontato della frittata e della sua storia. Ma per fortuna mi ha parlato anche di altro, come ad esempio del mercato del Milan. 

  • F: Lino, qualcuno direbbe veniamo alle cose formali: parliamo del Milan e del suo mercato, partendo da Higuain. Resta o se ne va? 
  • ​​​​L: Secondo me se ne va, purtroppo. Direi che le cose che sono successe oggi, ovvero la sua mancanza nella foto di gruppo, il fatto che non ha giocato titolare, unite alle voci che da giorni si sentono riguardo il suo trasferimento siano ormai tutti segnali più che sufficienti.
  • F: Addio Higuain. Ma fosse per te, lo cederesti? 
  • L: No, io lo terrei. Invece di cederlo cercherei piuttosto di rinforzare il Milan là davanti e sopratutto a centrocampo. Non è cedendo i pezzi migliori che puoi puntare ad andare in Champions League, come spesso è stato ripetuto. Poi sai, credo che ormai stiamo parlando di quello che poteva essere più che di quello che ancora può essere... diàmolo per partito anche se non è ancora ufficiale. Ma comunque sia, resta il fatto che Higuain è uno dei migliori centravanti al mondo. Come puoi pensare di privartene a gennaio così a cuor leggero? È vero che non ha fatto una grande stagione finora ma io personalmente sono restio a giudicare un giocatore per soli sei mesi. Stiamo parlando di un campione che ha giocato nel Real Madrid, nel Napoli, nella Juventus, è ovviamente un nazionale argentino e ha sempre fatto una caterva di gol (se non ricordo male ha una media realizzativa di tipo un gol ogni due partite...). È abituato alla pressione, ha sempre segnato; bisognerebbe chiedersi perché un giocatore del suo calibro abbia fatto così tanta fatica e abbia reso così poco al Milan. E qua per me è come mettere un dito nella piaga...
  • F: Tu per piaga intendi Gattuso, immagino. È solo lui come allenatore il problema o c'è altro? 
  • L: Hai detto bene, il mio timore è che sia Gattuso, o meglio il suo modo di far giocare la squadra, uno dei problemi del Milan. Com'è che nelle partite vedi sempre Higuain abbassarsi per prendere palla? Com'è possibile che Chalanoglu faccia così schifo quest'anno e non segni nemmeno se lo preghi? Questi giocatori non possono essersi rincretiniti così di colpo. È un problema che riguarda il gioco della squadra. Ripeto, se Higuain si deve abbassare a centrocampo per prendersi la palla significa che c'è qualcosa che non va: dovrebbe stare davanti, e muoversi idealmente in area di rigore. Se non lo fa e non segna è perché non gli arrivano palloni, ovvero non è servito e assistito in maniera adeguata. A Napoli, con Sarri, era il diamante della squadra, il giocatore sul quale convergeva tutto il gioco del Napoli: e non a caso ha segnato tantissimi goal, e non a caso ora va' al Chelsea dove c'è Sarri! Ringhio poi, con tutto il bene che gli posso volere, ma forse non è l'allenatore giusto per rilanciare il Milan. Spero di sbagliarmi ovviamente, ma visto il gioco espresso...quello che più mi preoccupa è la difficoltà nel segnare. Non dico di cambiare in corsa allenatore, non sarebbe la cosa giusta e nemmeno sarebbe giusto nei suoi confronti. Però dal prossimo anno, per ripartire, Gattuso o non Gattuso, sicuramente ci deve essere chiarezza in panchina e un disegno tecnico chiaro, concordato con la società: da questo punto di vista, Chalanoglu esterno nel 433 è un equivoco, perché lui è più trequartista. Devi, tu società, dare all'allenatore ciò di cui ha bisogno, non riempirlo di giocatori a caso e stravolgere la squadra: ho bene in mente Montella; così come hanno fatto con lui, non si fa, se sei una società seria. Ma il Milan lo è? 
  • F: Ti rigiro la domanda. Il Milan di Elliot è una società seria? E poi, c'è altro oltre a Gattuso che non va? 
  • L: Credo che il Milan di Elliot sia più serio del Milan del Cinese (Yonghong Li). Però vedo ancora molta insicurezza, molta indecisione. Penso ad Higuain e a Leonardo, che lo ha portato a Milano. Se tu, (Leonardo) prendi un giocatore come Higuain devi essere convinto fino in fondo di quello che fai, e fare di tutto affinché lui renda al meglio: ad esempio prendendo giocatori con i quali si può esprimere al meglio, ad esempio facendolo sentire al centro del progetto, definendo in modo chiaro le modalità del suo acquisito. E poi, se escono dubbi legati al suo riscatto, tu li devi immediatamente rispedire al mittente! Devi essere chiaro, soprattutto col giocatore ma innanzitutto con te stesso! Devi farti sentire, spegnere le polemiche o stemperare, rassicurante l'ambiente, dare insomma un'impressione di stabilità. Non può essere che poi sui giornali venga fuori che non si sa se tu (società Milan) hai o meno i soldi per pagare non dico il suo riscatto, ma addirittura il prestito o il suo stipendio: e tu non dici niente. Non può essere che una settimana si parli di rispetto degli obblighi di bilancio, di Fair Play Finanziario e in quella successiva si prenda Paquetà per 35 milioni. Non può essere che, se dici di puntare alla Champions poi apri alla cessione di Higuain, ovvero del tuo giocatore migliore, per sostituirlo con chissà chi poi? Con Piatek, spendendo altri 40 milioni? Ci vuole chiarezza Sant'Iddio! Quindi sì, per risponderti, questa società è più seria della precedente - non che ci volesse poi molto - ma ancora non è sufficiente. E scusa per lo sfogo.
  • F: Ma figurati. Anzi, un po' di pepe farà bene all'intervista. Parlando invece dei possibili sostituti di Higuain: cosa ne pensi di Piatek?
  • L: Bah, se ne parla tanto e ho anche due tre amici che sarebbero contenti se lui arrivasse. Però a me non convince, per tre motivi. Primo motivo: si va a sostituire un campione come Higuain con un giocatore giovane che ha fatto sì sei mesi buonissimi, ma sono solo sei mesi di fronte ad una intera carriera. E poi li ha fatti al Genoa, che con tutto il rispetto non è il Milan: sono piazze diverse, pressioni diverse e le squadre hanno modi di giocare diversi. Non c'è nessuna garanzia che il giocatore non soffra il salto da una squadra che lotta per la salvezza ad una che lotta per la Champions o quantomeno l'Europa League. Per me questa è una scommessa, una scommessa rischiosa. ​​​​​​Secondo motivo: l'aspetto economico. Per prendere Piatek devi sborsare parecchi soldi a Preziosi. Oggi a Sportmediaset dicevano di 40/45 milioni. Sono tanti per una scommessa. E se poi va male e non si ripete come ti aspettavi? Ricordi Belotti? E ancor peggio di lui, Iturbe? E Gabigol? Per una cifra del genere io preferisco tenermi Higuain fino a fine stagione. Poi al massimo lo vendo, ma a quel punto ragiono con calma su come sostituirlo e ho tre mesi di calciomercato per farlo, non uno come invece prevede la sessione invernale. Terzo motivo: l'ambientamento e l'ambiente. Come detto prima Piatek viene da un'altra piazza, ben più tranquilla. E io spero che non risenti delle pressioni che ci sono al Milan. Un ambiente tutt'altro che tranquillo al quale dovrà abituarsi al più presto. Sperando ovviamente che si intenda in fretta con i nuovi compagni. 
  • F:Abbiamo capito che Piatek non ti convince, ma a questo punto tu chi prenderesti? 
  • L: Come attaccante davvero non lo so. A costo praticamente 0 c'è Falcao...ma come già detto grandi bomber adesso fai fatica a trovarli. In Italia ora chi hai che puoi comprare oltre a Piatek? Defrel? Tu ce lo vedi Defrel per sostituire Higuain? (ride, ndr). Comunque ciò che ci serve è uno o più rinforzi a centrocampo: soprattutto un regista che faccia girare la squadra. Sensi andrebbe bene, se lo affianchi a gente come Kessie che corre anche per lui, copre e recupera palloni. Dicono che il Sassuolo sarebbe contrario ad una sua cessione, però se in cambio gli dai anche uno tra Montolivo e Bertolacci magari potrebbe accettare. Proverei poi a prendere Diawara, che farebbe comodo. Anche Paredes sarebbe buono, ma dubito molto che sia fattibile come operazione. Poi è arrivato anche Paquetà che, da quanto ho visto, può giocare anche a centrocampo: speriamo faccia bene. Se dovessi cederne uno, direi Chalanoglu; però se parte anche Higuain allora lo si tiene. Ci si rinforza dando al contempo solidità alla squadra, pertanto non troppe partenze. In difesa è fantamercato dire Miranda? A me è sempre piaciuto e sarebbe sicuramente meglio di Zapata. Magari i cugini ci fanno un regalo, magari nell'attesa che ritorni Caldara... Ah e poi Messi. (ride, ndr) 
  • F: Hai detto Montolivo, di cui sinceramente non mi ricordavo più. Che fine ha fatto? 
  • L: Attualmente è praticamente fuori squadra. Credo abbia litigato con Gattuso. 
  • F: Anche Biglia? 
  • L: No, lui è infortunato, come Bonaventura. Ritornano chissà quando...
  • F: Di nuovo una domanda su Gattuso. Spesso in conferenza stampa si prende la colpa delle prestazioni sottotono e dice di lasciare stare i giocatori. Fa bene? 
  • L: Su questo sì, è una delle cose per le quali si deve solo ammirare Gattuso. Di fronte ad una società troppo silente è lui che si fa carico della necessità di portare il più possibile stabilità nell'ambiente Milan. Cerca di alleggerire le responsabilità della squadra, cerca di compattarla. Su questo, niente da dire. Solo applausi. Fa anche più del dovuto. 
  • F: Indubbiamente. Ma devo essere cinico e chiederti se Conte potrebbe essere l'uomo giusto per sostituire Ringhio. 
  • L: Potrebbe. Sono due allenatori simili, in quanto a grinta. Conte è più preparato e ha più esperienza...credo che potrebbe andare bene. 
  • F: Ultime domande: come faresti giocare il tuo Milan, al netto degli acquisti? 
  • L: Con un 4312: Donnarumma, Rodriguez, Romagnoli, Miranda, Conti. Bakayoko, Sensi, Kessie. Paquetà/Chalanoglu. Cutrone e Piatek. Oppure col 433, con Piatek al posto di Higuain e Sensi e Paquetà a centrocampo. Però, devo dirti che al di là dei moduli c'è una cosa che vedo in tante squadre al giorno d'oggi...ovvero la tendenza ad arrivare con la palla al piede fin dentro la porta. Tutti passaggi, passaggini, tocchi qui e là e nessuno che tira. Voglio dire, servirebbe più concretezza. Quando ero ragazzo sai cosa ci diceva l'allenatore in allemento? "Appena vedete la linea dell'area di rigore, tirate! Che poi un rimpallo può sempre uscirne, una carambola, che vuoi e magari la palla entra!'' Aveva ragione, sai? Poi anche se non si faceva goal, almeno ci si provava! E poi meno tattica e più libertà di movimento ai giocatori...
  • F: Era un altro calcio, meno atletico, meno tattico di quello di oggi...
  • L: Senza dubbio, però mi divertiva di più. E poi, che giocatori, mi ricordo la Grande Ungheria di Puskas, col famoso modulo a M... Ero ancora un ragazzo all'epoca. [...]

Qui si conclude il dialogo con Lino. Devo dirlo, è andato avanti ancora a parlare, ma raccontando anche di sé, in modo che è impossibile trarne fuori un discorso o un riassunto coerente senza omettere delle parti essenziali riguardanti la sua vita. Parti che non trascrivo per non annoiare i lettori e sopratutto perché sono anche ricordi personali di Lino, che ritengo giusto rimangano fuori da questo articolo. L'intervista si chiude quindi qui e io spero sia stata almeno un po' interessante e di non essere risultato troppo pesante nello scrivere.

Ringrazio ovviamente Lino per la sua pazienza e tutti coloro che sono arrivati a leggere fino a qui.

Alla prossima, 
Francesco De Nadai