"Ha scelto lui, i soldi non c'entrano". Debutta così Mino Raiola in relazione al passaggio della sua stella Haaland al Borussia Dortmund; parole spiazzanti, soprattutto per i tifosi di Manchester e Juventus, convinti fino in fondo di riuscire a strappare la concorrenza dei tedeschi. Niente da fare, è andata così. Chi vuole osservare da vicino le prestazioni del talento norvegese potrà farlo, ma solo in Bundesliga. Non si fermano qui le parole del potente agente salernitano, che insiste: "il club con cui ha parlato di più è stato lo United, ma la Premier per lui non era il passo giusto".

Se nella prima didascalia potevo essere d'accordo, perchè è necessaria la volontà del giocatore al fine di sbloccare una trattativa, mi trovo contrario sul fatto che la Premier League, campionato più affascinante al mondo, non rifletta bene le caratteristiche dell'ex Salisburgo. Certo, se guardiamo gli stati d'animo dei tre club che desideravano più degli altri Haaland figurano differenze assai marcate: in Italia la Juventus domina da anni senza avversari, il Borussia Dortmund lotta almeno fino a marzo per la Bundesliga con il Bayern Monaco, mentre il Manchester United si trova nel purgatorio della classifica, con un progetto, quello iniziato da Solskjaer, che pian piano dovrà decollare. Non credo che i bianconeri sarebbero stati perfetti per un giovane talento come lui, anche perchè la corazzata di Sarri è formata già da ottimi profili e da quei senatori, vedi Bonucci e Chiellini, che dominano nello spogliatoio. La scelta quindi ricadeva sulle altre due pretendenti, e non rischio se dico che la squadra perfetta da abbracciare al primo contatto era proprio il Manchester United.

I Red Devils, infatti, oltre ad essere il club più ricco al mondo desiderano tornare già da anni al vertice del calcio mondiale. Dopo l'addio di Ferguson, non era facile riuscire a trovare subito la quadratura del cerchio, e le parentesi negative di Van Gaal e Moyes ne sono la dimostrazione; quando però la storia ritorna a galla, tutto è possibile ed ecco che basta un semplice squillo per riprendere il cammino dei campioni. Lo sa bene Ole Gunnar Solskjaer, esaltato sempre dai suoi sostenitori perchè voglioso di riportare il club dove merita. Inutile nascondersi dietro ad una maschera, se il tecnico norvegese, connazionale proprio di Haaland, aveva puntato su di lui per il salto di qualità, evidentemente disponeva di un ottimo programma nella testa. Dopo la cessione estiva di Romelu Lukaku, la mancanza di una prima punta si sente eccome in casa Manchester, anche perchè i vari Rashford, Greenwood e Martial non sono attaccanti in grado di garantire prestazioni come il belga. Intervenire a gennaio sul mercato era e rimane un obbligo, e il talento del Salisburgo si sarebbe ritrovato nel magico Teatro dei Sogni con tutto il calore di una folla che avrebbe fatto il tifo per lui.

A spuntarla invece è il Borussia Dortmund, una signora squadra che ci ha abituato a ottimi sprazzi di calcio e a rovinosi black-out, come le quattro sberle prese nell'ultima battaglia contro il Bayern Monaco. C'è però la Champions, forse quello che ha pesato maggiormente nella scelta di Haaland, anche se al Signal Iduna Park arriveranno i francesi del Psg, e le probabilità di passare il turno non sono così altissime, visto il rendimento soprattutto difensivo degli uomini di Favre. 

Ognuno è libero di scegliere, del resto lo ha detto anche Mino Raiola, e solo il tempo dirà chi ha avuto effettivamente ragione. Certo, adesso le luci dell'attenzione saranno rivolte sul nuovo arrivato, per tentare chissà mai l'impresa Bundes ai danni degli odiati rivali del Bayern. Intanto però a Manchester è tornata la fiducia, la zona Champions dista solo quattro punti e c'è un'Europa League da giocare e da vincere. Scusami Haaland, dimmi se è poco...